Closer è un cortometraggio della regista e documentarista lituana Augustė Gerikaitė presentato al Ca’ Foscari Short Film Festival .
Attraverso uno sguardo intimo e penetrante, Gerikaitė ci fa immergere nella quotidianità dei due protagonisti, offrendoci uno spaccato emozionante e reale delle sfide e delle speranze che accompagnano le relazioni post-matrimoniali.
La trama
Bernardas e Silvija sono una coppia divorziata che abita sotto lo stesso tetto a causa degli affitti troppo alti della loro città, conducendo due vite rigidamente separate. Lei, apparentemente più disinvolta di lui, riceve un uomo a casa in seguito alla pubblicazione di un annuncio sul giornale e questo fa tornare alla mente di Bernardas il ricordo del loro primo appuntamento, avvenuto in maniera analoga. Il flashback fa riaffiorare sentimenti assopiti da tempo, amore e passione si risvegliano nell’uomo per portarlo ad una maggiore consapevolezza di sé e ad un epilogo carico di speranza e seconde possibilità.
La normalità dell’anticonvenzionale
Nella narrazione, emergono le figure di Bernardas e Silvija, che si muovono tra il passato e il presente, rivelando le complesse stratificazioni dei loro sentimenti. Un flashback del loro primo incontro: un uomo ha letto l’annuncio di una donna sul giornale. Si cerca qualcuno che sia ” senza dipendenze, mentalmente stabile, e musical ”. Ben presto però si rivelano le fragilità dei protagonisti, specialmente quelle di Silvija. Questo scontro tra la ricerca di idealismo e la realtà umanizza i personaggi, rendendoli immediatamente riconoscibili e autentici.
La tensione emotiva culmina nella proposta di matrimonio apparentemente assurda di Bernardas alla donna, un gesto che rivela un profondo desiderio di connessione umana e una lotta contro la solitudine. La Gerikaitė traccia abilmente i contorni di un amore non convenzionale e quasi crudelmente sincero, esplorando i confini della passione e della desolazione con una sensibilità toccante.
L’amplesso maschile tra desiderio e frustrazione
Un elemento distintivo di Closer è la sua rappresentazione della sessualità maschile, evocata attraverso immagini suggestive e analogie audaci. Attraverso il conflitto tra desiderio e frustrazione, Gerikaitė dipinge un ritratto crudo e onesto dell’amplesso, trasformando oggetti apparentemente banali in simboli carichi di significato. Lo sperma conservato in barattoli nel frigorifero accostato al latte condensato, sono causa della rievocazione di ricordi sepolti e desideri repressi. Questo tema si intreccia abilmente con la narrazione principale, aggiungendo un altro livello di profondità alla storia.
In definitiva, “Closer” si distingue come un cortometraggio che non teme di affrontare le complessità dell’amore e della perdita, lasciando un’impronta indelebile nella mente dello spettatore e aprendo la strada a una discussione più ampia sulle relazioni umane nel mondo contemporaneo.
Il ritorno del Ca;Foscari Short Film Festival