Un altro Ferragosto è una commedia leggera che, con una buona dose di cinico manierismo, declina le attitudini di alcuni corpi sociali del nostro tempo. I loro vizi, costumi, qualche pregio, le debolezze, le aspirazioni, tutto ciò che ne concerne la condizione umana si manifesta nelle maschere messe in scena da Paolo Virzì. Ventotto anni dopo riprende, in qualche maniera, le trame e gli stilemi del suo Ferie d’agosto del 1996, con le due famiglie di allora che si trovano nuovamente contrapposte in una dicotomia apparentemente perfetta e rinnovata dal passare del tempo. Supportato da un cast d’eccezione, tra i quali i confermati Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Laura Morante, Paola Tiziana Cruciani, e le novità Christian De Sica, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli e Anna Ferraioli Ravel,Un altro Ferragosto è sceneggiato dallo stesso Virzì, con il fratello Carlo e l’amico Francesco Bruni, e prodotto da Lotus Production e Rai Cinema,
Un altro Ferragosto, il casus belli
Tornano, nella località simbolo di Ventotene, a incrociarsi le famiglie Molino e Mazzalupi, ognuna con il suo strascico di adepti e parenti. Sandro Molino, il capostipite, giornalista e intellettuale, giunto ormai alla fine della sua vita, ripercorre, grazie al dialogo con il nipote e un continuo parallelismo con l’immaginazione, le vicende che portarono al confino fascista alcuni dei padri illuninati della Repubblica, compreso il futuro presidente Sandro Pertini. È soprattutto in questo afflato storico che appare chiaro come la magia della pellicola del 1996 non ci sia più. Persa in una trama fitta di cliché e déjà vu che finiscono per sovrapporsi nella ricerca di un messaggio che sfugge e si fa beffe dei suoi assertori. L’intreccio narrativo resta così imprigionato in una visione caricaturale che, dipinta di sintesi e di simboli, si fa immarcescibile materia pulsante.