È nella Top Ten di Netflix, la serie The Gentlemen, ideata dal regista e sceneggiatore inglese Guy Ritchie. Interpretata da Theo James, Kaya Scodelario e Giancarlo Esposito.
Un’action comedy sulla falsariga di Breaking Bad.
The Gentlemen è una serie sfacciata, ironica e avvincente. Guy Ritchie costruisce un tessuto narrativo affascinante, incentrato sull’aristocrazia inglese e pericolosi, a volte, impacciati spacciatori.
The Gentlemen, la trama
Edward Horniman è un capitano dell’esercito e lavora in Siria con i Caschi Blu. Un giorno è costretto a ritornare a casa, perché suo padre, Il Duca di Halstead, è sul letto di morte. Alla lettura del testamento, Edward scopre di essere stato indicato come successore. Freddy, suo fratello maggiore, invece, è stato escluso dall’ eredità. I problemi per Edward iniziano quando scopre che la maggior parte dei guadagni, del suo defunto padre, arrivano da un traffico internazionale di marijuana, gestito da una pericolosa famiglia di spacciatori.

Un thriller che diventa commedia
Non fatevi ingannare dai primi minuti di The Gentlemen. Siamo ai confini tra Siria e Turchia, dove Edward Horniman, rampollo di una nobile e ricca famiglia inglese, è a capo di un reparto dei caschi blu. Tutto fa pensare a un thriller cupo, magari incentrato su una vicenda con uno scenario internazionale.
Le cose continuano in questo modo fino al funerale del vecchio Duca. Pioggia, musica lugubre, veloci inquadrature sulla famiglia Horniman e un montaggio adatto per il momento solenne.
Con la lettura del testamento, qualcosa inizia a cambiare. Tutto sembra già deciso. Da più di seicento anni, la famiglia Horniman non ha mai suddiviso la proprietà, secondo l’antica consuetudine della primogenitura. Il XIII Duca di Halstead sarà Freddy, il primo figlio maschio della casata. Sorprendentemente, però, l’erede è Edward che, tolta la divisa da capitano, si ritroverà invischiato in una vicenda di droga e omicidi.
Ma proprio quando tutto diventa serio e un tantino pericoloso, The Gentlemen imbocca la strada della commedia. La cupezza dei minuti iniziali sparisce progressivamente e il ritmo diventa scanzonato e ironico. Una nuova atmosfera inizia a impadronirsi della narrazione e i personaggi i diventano decisamente meno seriosi.
Un cambio di rotta gradevole e coerente che, in ogni modo, riesce a conservare una buona dose di suspense per tutti gli otto episodi, con l’introduzione di nuovi compagni di viaggio a dir poco bizzarri.

Un tocco di Pulp Fiction in The Gentlemen
Gran parte del mordente ironico è fornito dal povero Freddy, interpretato da Daniel Ings (The Marvels). Il primogenito della famiglia è stato declassato dal padre morto e come dargli torto. Arrogante, spaccone e dedito all’uso di alcol e cocaina. La sua reazione, alla notizia di essere stato sostituito dal fratello più piccolo, è chiassosa, ma soprattutto impacciata. È chiaro fin da subito che Freddy non può prendere le redini della famiglia, Edward è decisamente più adeguato. E tocca lui, infatti, mettere una toppa alle malefatte del fratello.
Edward è l’eroe della vicenda, ma è Freddy che fa avanzare la narrazione. È lui a dare il via all’incidente scatenante e trascinare la sua nobile famiglia a trattare con pericolosi e singolari trafficanti. Come i fratelli Dixon, Tommy e John. Quest’ultimo interpretato da Gianni Calchetti che riesce a dar vita al personaggio probabilmente più bizzarro dell’intera serie. Pericoloso trafficante che non risparmia l’uso delle pallottole, quando si sente preso per i fondelli. Ma John è anche un fervido cristiano, conoscitore della Bibbia che recita, quando la situazione si fa pericolosa, ovviamente per i suoi interlocutori, un po’ come succedeva per Jules in Pulp Fiction.
Questo non è il solo riferimento al film di Quentin Tarantino. Guy Ritchie (The Ministry of Ungenthemanly Werfare) usa la pellicola del regista statunitense come modello da imitare, cosa che gli riesce abbastanza bene, senza essere un adulatore. L’ideatore di The Gentlemen riutilizza il bagaglio tarantiniano con originalità, spesso ribaltando situazioni ed esiti. È il caso dell’intervento di Felix che ricorda l’entrata in scena del celebre Mr Wolf, questa volta, però, un po’ meno risoluto.

Giancarlo Esposito, il Gus Fring di Breaking Bad
The Gentlemen non condivide con Pulp Fiction solo alcuni personaggi. Lo sceneggiatore e regista inglese riadatta, con una buona dose di ironia anglosassone, la stessa modalità di narrazione. I momenti cruciali della trama non vengono mostrati in diretta, ma attraverso i racconti dei protagonisti. Questo dà maggior mordente alla storia e offre diversi punti di vista, come quello di Edward (Theo James), non sempre concorde con la visione di Susie (Kaya Scondelario).
Non solo Pulp Fiction. La serie si rifà anche a Breaking Bad, uno degli esempi di serialità più riuscito. Questo avviene quasi in maniera naturale, quando entra in scena il ricco e misterioso Stanly Johnston, interpretato da Giancarlo Esposito, il Gus Fring della celebre serie con protagonista Bryan Cranston.
Per ovvi motivi l’universo di Breaking Bad non viene mai tirato in ballo esplicitamente, ma il personaggio di Esposito è un ponte ideale tra i due mondi rappresentati. Un lupo travestito da agnello, anche questa volta.
Il protagonista di The Gentlemen ha davvero poco in comune con il professore di chimica del New Messico, ma entrambi dichiarano di voler uscire dal losco giro di spacciatori e criminali. Nessuno dei due, però, sembra desiderarlo davvero. Edward si sente in pericolo, è preoccupato per la sicurezza della famiglia, ma continua a lavorare con gli spacciatori, perché come Walter White è bravo a farlo.
L’intera serie ripropone gli stessi conflitti, con una sostanziale differenza. Il registro comico in The Gentlemen è la dominate dell’intera serie. I risvolti tragici evitati, la violenza non manca, come non mancano i morti ammazzati, a volte anche brutalmente. Tutto però, in maniera ironica.
Un tocco di antiproibizionismo, un’irriverente blasfemia per un ritratto non certo lusinghiero dell’aristocrazia inglese che crede di vivere in uno zoo, mentre fuori c’è una giungla.
‘The Gentleman’ Il trailer della serie di Guy Ritchie – Taxidrivers.it