Titouan Rupert, studente francese presso la prestigiosa scuola parigina La Fémis, debutta alla regia col suo corto Le Chant de Bêtes – The Song of the Beasts. La sua prima proiezione si inserisce nel programma della quattordicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo festival in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università.
Il corto racconta il coinvolgimento vertiginoso di un giornalista sportivo in una causa attualissima che fa riflettere molti: quella dei diritti degli animali e della potenza delle immagini girate nei mattatoi. Attraverso una resa claustrofobica dell’immagine e una narrazione dinamica e efficace, il regista ci porge una storia che ha del verosimile ed è capace di toccare direttamente la coscienza di tutti.

Trama di The Song of the Beasts: un disperato e solitario lascito
Forza motrice di The Song of the Beasts è la lettera di un anziano ex operaio di un mattatoio, arrivata sulla scrivania di Ruben, giovane giornalista sportivo. Insieme alla lettera arriva una chiavetta usb piena di violente immagini accumulate negli anni da parte dell’uomo, che, perseguitato dalla violenza inflitta alle creature, ha deciso di togliersi la vita. Da questo momento, anche Ruben sarà tormentato dalle immagini e dai suoni del mattatoio, nella sua ricerca di spiegazioni e di giustizia per le vite animali e umane.
Il Potere delle Immagini
L’efficacia del corto di Titouan Rupert è proprio nella resa della sua fotografia. L’immagine è sporca, buia, spesso rinchiusa in quattro mura. La città affollata dai tifosi in occasione dei Mondiali di Calcio è alienante e fredda, nella solitudine del conflitto interno di Ruben. Visivamente il corto inquina la mente di impressioni che generano riflessioni durature.
L’invasione frequente di vere clip di violenza sugli animali danno al corto un sapore documentaristico e contribuiscono fortemente al coinvolgimento emotivo. In questo modo, The Song of the Beasts si inserisce anche in un contesto di attivismo visuale, ponendo attenzione su un tema di cui si parla tanto ma con cui pochi vogliono scontrarsi.
La resistenza si tramuta in Speranza
The Song of the Beasts rivela e sottolinea il bisogno disperato di una voce collettiva nell’ambito del maltrattamento animale e, soprattutto, delle sue conseguenze sull’animo umano. Il coinvolgimento inaspettato e quasi involontario di Ruben genera una riflessione sulla responsabilità alla quale è difficile non rispondere. La crudeltà inquieta e crea disgusto, ma responsabilizza tutti noi in un modo o nell’altro.
L’opera prima di Titouan Rupert è una profonda e interessante chiamata emotiva. Nell’affrontare il tema sfrutta linguaggi visivi e narrativi che non scadono nella retorica o nella banalità. Seguono invece un costante equilibrio di graduale e silenzioso disagio, fino a sfociare in una denuncia rumorosa: il titolo Le Chant de Bêtes in prima pagina.