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Fabio Volo: dal 2008 la voce di Po in Kung Fu Panda 4

È dal 2008 che l’attore e scrittore italiano Fabio Volo dà la voce al panda più amato del cinema: Po. Così come Jack Black, che interpreta Po nella versione originale anche Volo ha mantenuto il suo ruolo per tutti questi anni.

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Fabio Volo è la voce di Po in Kung fu Panda 4, il nuovo film Dreamworks Animation diretto da Mike Mitchell e Stephanie Ma Stin. La pellicola è distibuita da Universal Pictures dal 21 Marzo 2024.

La sinossi di Kung Fu Panda 4

La Valle della Pace vive in pace e prosperità grazie alla protezione di Po ( Jack Black). Il Maestro Shifu (Dustin Hoffman) vede in lui la prossima guida spirituale della Valle, ma prima deve trovare colui che diverrà il suo apprendista.

Nel frattempo, da lontano arrivano notizie sconvolgenti: Tai Lung (Ian Mcshane) è fuggito dal mondo degli spiriti e ora cerca vendetta. In realtà, a nascondersi sotto quelle spoglie c’è un nuovo potente nemico, La Camaleonte (Viola Davis). La potente strega, infatti, è pronta a prendere il controllo di tutta la Cina grazie ad un misterioso piano di conquista.

Po decide di partire, accompagnato dalla furba ladra-volpe Zhen (Awkwafina), alla ricerca di questa enigmatica avversaria e con il compito di riportare la pace a suon di botte.

La recensione di TaxiDrivers qui.

Fabio Volo: la voce di Po

È dal 2008 che l’attore e scrittore italiano Fabio Volo dà la voce al panda più amato del cinema: Po. Così come Jack Black, che interpreta l’orso nella versione originale, anche Volo ha mantenuto il suo ruolo in questi lunghi anni.

“Po si è evoluto e questa storia rappresenta una fase importante della vita di tutti noi” secondo l’attore.

“Nel primo film c’era una sorta di adolescente, che aveva un richiamo contrario alle aspettative della sua famiglia; da adolescente devi avere la forza incredibile del ‘non piacere’, a tuo padre che ti vuole avvocato, a tua madre che ti vuole sposato, deludendo tutte le aspettative intorno a te: siccome, invece, siamo creature che vogliono essere amate tendiamo a fare quello che gli altri ci chiedono, ma alla fine della vita non si amano mai né i buoni né gli accondiscendenti, ma le persone autentiche e Po ha avuto questa forza, ha fatto le sue battaglie come un Ulisse, e adesso è il momento di tornare a casa; lo stesso coraggio che ci vuole da adolescenti per entrare nella vita, ci vuole anche dopo per uscire, perché tutto diventa confort zone; fare un passo indietro nella vita, se ti identifichi in ciò che fai, è difficile ma noi non siamo ciò che facciamo, siamo ciò che siamo, e quello che facciamo è un espediente per indagare su di sé. E Po adesso deve fare questo passo e imparare la battaglia del ‘sentire’, sentire chi ha intorno e accogliere le situazioni e il suo decadimento. Kung Fu Panda 4 è uno dei miei preferiti perché è inaspettato che un personaggio, un guerriero, arrivi a un punto in cui gli si chiede di fare un passo indietro ma di esistere comunque, infatti potrebbero essere scritti Kung Fu Panda 5, 6, 7…, perché c’è ancora molto da dire, anche se adesso smette di essere ciò che è sempre stato”.

Fabio Volo la voce di Po

Kung Fu Panda 4: Fabio Volo è il Guerriero Dragone

L’autostima e la fiducia, l’identità personale, la voce interiore e l’importanza delle promesse mantenute, unite al valore della famiglia come fondamento in qualsiasi situazione affrontata nella vita: su questi pilastri fondamentali si erge la trama dell’epica avventura di Kung Fu Panda 4. In questo capitolo, il nostro eroe Panda assume il ruolo del Guerriero Dragone.

“Sono stato molto fortunato perché il personaggio Po mi somiglia molto

continua Volo.

Kung Fu Panda è uno dei film più autobiografici a cui abbia mai partecipato. Quando lui racconta, per interpretarlo io mi sono un po’ basato anche sul mio vissuto, perché sono molto simili”

commenta Fabio Volo a proposito dell’intenzione necessaria nel dare la voce al panda, un’intenzione per la maturità anagrafica di Po ma anche una maturità vocale per l’attore.

“Po ha un cuore fanciullo, è molto coraggioso ma ha un cuore bambino, tanto che anche davanti a una bella mossa di kung fu di un nemico si stupisce, perché non conosce cattiveria: è abbastanza facile da interpretare perché è un entusiasta, buono; per quanto riguarda la maturità della mia voce forse è solo invecchiata perché non ho fatto grandi lavori in merito, piuttosto guardo la scena e cerco di capire quale sia l’emozione per raccontarla, certo ho anche un orecchio allenato, facendo un’ora di radio quotidianamente da 23 anni, che sicuramente è una grande palestra. Poi, io ho la fortuna di poter fare la voce di Po ai miei figli, con cui abbiamo guardato i tre film del Panda prima di questo: ci siamo molto divertiti perché ognuno in base all’età – loro 8 e 10, io 50+1 anni – coglie quello che deve cogliere; io ascolto quello che loro notano, mi affascina, e magari diventa uno spunto per parlare, anche di altro”.

Fabio Volo

Kung Fu Panda e la cultura del non mollare mai

Po, nella vicenda, si trova leggermente perplesso, essendo di natura docile. Prima di giungere alla sua piena consapevolezza e alla decisione di passare il testimone, viene messo alla prova ancora una volta da un’avventura adrenalinica. Nonostante abbia sopravvissuto più volte in passato affrontando nemici agguerriti e circostanze avverse, questa volta si ritrova al centro di una contesa dalle sfumature mutevoli. È in bilico tra l’essere e il non essere nelle mani della perfida Camaleonte, una maga mutaforma frustrata per non aver mai posseduto il talento nel kung fu. Il suo obiettivo è assorbire tutti i villain sconfitti da Po, risvegliandoli dal Regno degli Spiriti utilizzando il Bastone in possesso del panda.

“C’è una poesia bellissima di Guido Gozzano, che dice ‘mio cuore, monello giocondo che ride pur anco nel pianto, mio cuore, bambino che è tanto felice d’esistere al mondo’: io mi ci sono sempre ritrovato in queste frasi, perché sono proprio uno che ama stare al mondo. Di Po mi piace, infatti, anche la mancanza di giudizio. Quello che io imparo dal personaggio non è tanto quello che dice ma la bontà e la gentilezza con cui fa le cose, perché sente ciò che è giusto, sente il bene e lavora per quello”.

Nella vita, Volo riconosce di non aver mai fatto volentieri passi indietro:

“sono cresciuto proprio con la cultura del ‘non mollare mai’, era una cosa che mi ripeteva mio papà in dialetto. Invece, poi, sono arrivato a un punto in cui mi sono accorto che accogliere le situazioni scioglieva i problemi senza intervenire: non era più uno scontro, era un arrendersi ma non necessariamente era peggio, perché a volte quello che desideriamo non è quello di cui abbiamo bisogno”.

Po s’avvicina al suo cambiamento attraverso l’avvicinamento a una pace interiore, che appartiene anche a Fabio Volo:

“io medito da tanti anni” dice, e “la spiritualità mi ha sempre affascinato sin da bambino, quando dormivo con la statuetta di Gesù invece che con il peluche; poi, in base all’età, ho fatto dei percorsi, certo non potendo dire a 9 anni che mi affascinasse ‘quello che trascende l’uomo’, non c’ero arrivato quando facevo il chierichetto, ma lo sentivo, e adesso sono la somma di tutte queste cose e ho la mia strada, con le mie pratiche”. E il film, tra sacro e spirituale, tocca anche l’aldilà, inteso come eredità che può arrivare dal passato, da chi c’è stato prima di noi e Volo riflette ricordando che “la Bibbia dice: ‘le colpe dei padri ricadono sui figli’, ovvero tutto ciò che un padre non ha risolto dentro di sé lo deve risolvere il figlio; la Bibbia dice che sei condizionato da almeno sette generazioni, una linea di irrisolto che devi gestire tu, e quel che non risolverai lo passerai a tuo figlio; quando sono stato in Amazzonia o in Messico, durante cerimonie importanti, ho appreso che i tuoi antenati sono i tuoi maestri, a cui devi chiedere, perché tu sei la somma di tutti loro”.

Sulla strada verso Juniper City, la residenza del malefico rettile femmina, Po si trova ad affrontare una serie di sfide tra necessità e scaltrezza, tra il confine sfumato del male e del bene. È in questo viaggio che incontra Zhen, una volpe corsac dal carisma enigmatico, interpretata da Awkwafina. Ma chi è veramente Zhen? È ispirata dal Guerriero Dragone o è un’adepta fedele della malefica strisciante? Questo dilemma risuona nelle parole di Volo:

“Tutti i cattivi si possono comprendere”

Per lui, il male deriva da una profonda sofferenza, una prigionia interiore che spinge gli individui a comportarsi in maniera errata. Ecco la Camaleonte, un’antagonista malvagia e infelice, prigioniera di sé stessa, un ritratto vivido dell’epoca contemporanea, dominata dall’intelligenza artificiale e dalle sue ambiguità. In un mondo in cui le apparenze ingannano e le minacce si celano dietro un velo di modernità, Po si trova ad affrontare uno dei nemici più sfuggenti e pericolosi dei nostri tempi.

Kung Fu Panda 4 è disponibile dal 21 marzo con Universal.

Fonte: CinecittàNews

Kung Fu Panda 4

  • Anno: 2024
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Animazione

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