Presentato al Glocal Film Festival 2024, Tutto è qui è il documentario di Silvia Luciani che mostra una realtà tutta da ricostruire ma viva.
Glocal Film Festival 2024 – Taxidrivers.it
Tutto è qui cosa racconta
30 Ottobre 2016. Il terremoto più forte degli ultimi cinquant’anni colpisce il centro Italia.
Federica vede distrutto il suo sogno divenuto realtà, un asilo all’interno del bosco. Maria, 85 anni, perde tutto, compresa la casa. Entrambe non riescono ad abbandonare il borgo in cui vivono come invece hanno fatto tutti gli altri. Si ritrovano sole, a tentare di rimettere in piedi la vita.
Federica ricostruisce l‘asilo dentro una tenda di Yurta in un bosco, usando la natura come parco giochi, mentre Maria si trasferisce in una roulotte parcheggiata vicino alla sua casa crollata. Ormai nel borgo non vive più nessuno, ci sono solo i bambini, gli unici abitanti reali che fronteggiano la solitudine di quel piccolo angolo di mondo abbandonato, dove niente sembra più esserci. Ma forse non è proprio così.
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Tutto è qui ancora…
Il Documentario si apre con immagini di repertorio che si riferiscono al terremoto del 2016 che ha colpito il Centro Italia. Poi tutto si sposta a sei anni dopo quel momento.
Strade vuote del borgo, case disabitate. Si accende però il fuoco nella piccola asilo di Federica , maestra stoica che cerca di tenere in piedi quello che è sempre stato il suo sogno. Pecore e capre nel cortile brucano nel silenzio dei luoghi. La vita sembra ripartire anche se a rilento. Lo testimoniano i bambini in auto che si recano a scuola, coi volti assonnati. Nuova linfa di un luogo devastato dalla forza di una Natura avversa , ma un luogo che conserva volontà e ricordo di un Prima da ricostruire. Maria è anziane e sola e si prende cura degli animali conversando con loro quotidianamente . Si prende cura della loro bellezza , delle galline e dei tacchini ‘più belli del mondo , membri fondamentali del suo mondo circoscritto.
Non solo ruderi
I ruderi attorno testimoniano quanto accaduto. Un passato ancora doloroso e vicino. L’anziana donna viene contrapposta ai bambini dell’asilo messi in cerchio a giocare e chiaccherare con la maestra. Ma sono entrambi anelli fondamentali di qualcosa che resiste. Le passeggiate a scuola sono per strada e all’Asineria, ad accarezzare Il vento che scuote la cima di un albero.
Una decina di bambini che rappresentano la Vita che riprende sotto il flebile vento che percuote gli alberi ma senza far rumore o paura. La signora anziana se ne sta sotto il portico o passeggia anche lei fra i viottoli deserti. Sembra che abiti, da sola, il Paese dei Vecchi. La natura attorno è lussureggiante e colorata fra fiori lilla e campi verdi. All’asineria gli Asini virgola e Nuvola fanno compagnia ai bambini con cui stabiliscono dialogo e un Contatto necessario.
La ricostruzione è possibile?
Da una dimensione quasi poetica il Documentario si sposta poi in una parte più concreta e di denuncia, in cui bene ci si sofferma sulla reale difficoltà di restare e lottare in quei luoghi per ripartire senza ottenere aiuti dallo Stato. Sono passati sei anni dal terremoto ma, Francesca riflette sul poco fatto e ricevuto per la ricostruzione. Occorre superare difficoltà reali e urgenti: carenza di acqua a scuola ( anche solo per i servizi igienici) , risorse necessarie per un vero ricominciare. Da qui il film mostra le richieste fatte al Presidente per ottenere sovvenzioni e costruire la scuola-fattoria sperimentale di San Ginesio, le prospettive reali di superare l’emergenza (anche del Covid), i lavori di ristrutturazione di Maria della sua casa container, il trascorrere delle Stagioni con l’inverno rigido e difficile da gestire, la malattia. Simbolici i tentativi della maestra di creare una quotidianità a lunga scadenza in aula con i cassettini LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI. Per fortuna la fantasia, quella dei bambini, sì che non scompare, e tutto diventa colorato come in un fumetto , dove gli alberi cantano canzoni e i draghi si lasciano disegnare un ritratto. Le ruspe diventano una giostra su cui giocare fra i ruderi.
I due mondi, il Vecchio e il Nuovo si incontrano ad un bivio infine per capire dove e come proseguire mentre il vento sottile del mattino continua a scuotere gli alberi, nonostante tutto, con gioia e speranza.