Arriva su Sky, proprio per le feste, Kung Fu Panda 4. E mentre il triplice viaggio del nostro paffuto Po sembrava essere concluso, questo ultimo film della fortunata saga può rimettere tutto in discussione. Dopo un terzo capitolo che sapeva già di epilogo, Dreamworks Animation riporta la saga sullo schermo a otto anni dall’ultimo capitolo.
La Valle della Pace vive in pace e prosperità grazie alla protezione di Po (in inglese sempre con la voce di Jack Black). Il Maestro Shifu (Dustin Hoffman) vede in lui la prossima guida spirituale della Valle, ma prima deve trovare colui che diverrà il suo apprendista.
Nel frattempo, da lontano arrivano notizie sconvolgenti: Tai Lung (Ian Mcshane) è fuggito dal mondo degli spiriti e ora cerca vendetta. In realtà, a nascondersi sotto quelle spoglie c’è un nuovo potente nemico, La Camaleonte (Viola Davis). La potente strega, infatti, è pronta a prendere il controllo di tutta la Cina grazie ad un misterioso piano di conquista.
Po decide di partire, accompagnato dalla furba ladra-volpe Zhen (Awkwafina), alla ricerca di questa enigmatica avversaria e con il compito di riportare la pace a suon di botte.
Colpo Grosso al Palazzo di Giada
In maniera diretta e semplice, Kung Fu Panda 4 è un film divertente. Non solo nella sua messa in scena frenetica, ma anche in un umorismo demenziale quanto basta e che non sa divertire solo i piccini.
Vi capiterà di ridere di gusto parecchie volte, anche grazie ad un gruppo di comprimari degno di nota. Nota di merito non da sottovalutare questa, visto che nessuno degli storici compagni d’avventure di Po viene sminuito o snaturalizzato.
Al netto di alcune, grosse assenze, abbiamo modo di conoscere ancora meglio lo splendido rapporto che lega l’oca Ping ed il panda Li Shan (doppiati da James Hong e Bryan Cranston), una coppia comica stupenda oltre che figure genitoriali da sogno.
Anche la ladra Zhen svolge in maniera ottimale il suo ruolo di ‘studente ribelle’ del povero Po, personaggio la quale presenza comica inizia a subire i colpi dell’età.
I momenti di ‘pace interiori’ vengono tenuti in piedi da questi siparietti comici a tratti esilaranti, e che fanno da giusto ponte a scene di combattimento sempre ben coreografate e di buon impatto.
Certo, nulla di nuovo o epocale, parliamo sempre del quarto capitolo di una saga di kung-fu animato, ma alcune scelte di mise-en-scène saltano all’occhio per la loro positiva imprevedibilità.
La solita minestra
Per quanto Kung Fu Panda 4 sappia ben intrattenere, cosa per nulla scontata di questi tempi, è sfortunatamente impietoso poter fare paragoni con i capitoli precedenti.
Questo quarto film pecca proprio di originalità ed inventiva. Non una scelta narrativa o tematica differente, non un nuovo personaggio abbastanza carismatico, poco o nulla di questa pellicola salta all’occhio o rimane particolarmente impresso.
La stessa cittadella, in piena contrapposizione con il tranquillo villaggio protagonista delle parti precedenti, che parte come metropoli dalle mille strade e dai misteriosi e variegati bassifondi, si eleva in alcuni momenti e poco più, divenendo un semplice background di sfondi e personaggi di poco rilievo.
E dulcis in fundo, il villain principale, la temibile Camaleonte, che di temibile ha ben poco. Un personaggio ancorato sempre al ridondante obiettivo di controllo e potere, che non ha alcun passato o tratto distintivo, nemmeno una intrigante etica come i suoi predecessori, e che vive in funzione unica di riportare vecchie glorie della saga di nuovo in vita, per lo più anche in maniera veramente scadente.
Come nello Ying e nello Yang, il buono di questo film si contrappone in maniera bilanciata dal brutto (seppur mai pessimo) tenuto in piedi dalla necessità produttiva di soddisfare quelle che, per Dreamworks, sono le ‘esigenze’ del pubblico e abbondare inutilmente il peso specifico del film.
Anche i panda vanno in pensione
Privo di originalità ma comunque ben diretto e divertente. Un film che si avvicina pericolosamente alla china già percorsa in precedenza dal pixariano Toy Story 4 e che spinge questi sequel sempre più nel macrogruppo dei seguiti direct-to-video, in senso di qualità, ovviamente.
Ma allora perché realizzare e, soprattutto, vedere Kung Fu Panda 4? Quale il suo senso di esistere? Domanda difficile, ma che si lega, come in tutta la saga, alla crescita e al viaggio eroico che Po intraprende.
Un viaggio che con questo capitolo arriva ad un nuovo punto di svolta, ovvero la necessità del panda di un passaggio di testimone, di trovare un apprendista che prosegua il suo lavoro. E questa transizione è ben trattata in tutta la pellicola regalandoci comunque momenti memorabili della pluriennale storia di Kung Fu Panda.
Il film ha dunque qualcosa da raccontare, qualcosa di profondo, che ancora più del terzo film fa sentire la fine che si avvicina, ma che nel suo complesso filmico non riesce a dare quella potenza che capitoli come il primo o il secondo hanno sugellato.
Se Kung Fu Panda 4 merita di essere visto sta allo spettatore deciderlo, consapevole però di aver davanti un film sì divertente ma, dal potenziale malauguratamente sprecato.
Kung Fu Panda 4
Anno: 2024
Durata: 94 Minuti
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: Animazione
Nazionalita: USA
Regia: Mike Mitchell & Stephanie Ma Stin
Data di uscita: 21-March-2024
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