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‘Love Academy’ : i cult dell’amore e gli Oscar mancati

Alcune commedie romantiche hanno provato a vincere la celebre statuetta con alterne fortune

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L’amore è un gioco di intenti, una sfida perenne tra tradire e amare. E la commedia romantica è una gara tra chi ama ammettendolo e chi fatica a farlo. La rom-com è sempre stata un genere abbastanza bistrattato perché riconosciuto come frivolo, facile da rappresentare e difficile da essere premiato. Da L’appartamento di Billy Wilder la messa in scena romantica ha avuto terreno brevemente fertile per essere spodestato da terreni più seriosi rispetto ai quali l’Academy ha preferito dare la priorità. Thriller, gialli, war-movie, drammi famigliari e d’inchiesta, blockbuster storici, riproposizioni biografiche del personaggio storico di turno. Ma ci sono state negli anni commedie romantiche che hanno rischiato la statuetta per miglior film ad un passo dal Love Academy. Mancato per l’egocentrismo di quel regista o per lo snobismo degli Oscar.

Manhattan – Love Academy

Il caso di Woody Allen è quello più emblematico. Perché l’opera più importante del regista newyorkese viene esclusa dalla corsa per miglior film? In verità agli Oscar ci è andata, ma nelle sole due categorie per Miglior Sceneggiatura e Miglior Attrice non protagonista. Molta della colpa la si deve ad Allen stesso che anni prima diserta la premiazione del suo pluripremiato Annie Hall per suonare in un locale jazz e rimanere nell’amata New York. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences non la prende bene e nel 1980 lo esclude dalla categoria che conta facendo vincere Kramer contro Kramer di Robert Benton. Che paradossalmente si muove sullo stesso prototipo bergmaniano che Allen ha rincorso per tutta la vita. Dal canto suo Manhattan rimane un’opera eccelsa. Per intreccio, per fluidità di narrazione e come splendido affresco su New York.

Ghost – Love Academy

Il film con Demi Moore e Patrick Swayze ha segnato gli interi anni Novanta rischiando quell’anno la vittoria. Alla fine si porto a casa solo la statuetta come miglior sceneggiatura originale. Uno dei migliori drammi romantici di sempre è una storia spirituale che trascende il corpo, è un film romantico, ma anche un thriller. Una perfetta unione di generi con la scena del vaso di ceramica ancora oggi rimasta un cult. Perfetto per il Love Academy. Quell’anno vince però il western di Kevin Costner Balla coi lupi, non così all’altezza della premiazione visto anche che nella cinquina è presente il capolavoro di Martin Scorsese Quei Bravi Ragazzi.

Qualcosa è cambiato – Love Academy

Il 1998 è l’anno del pluripremiato Titanic, ma anche di Qualcosa è cambiato di James L. Brooks con Jack Nicholson ed Helen Hunt che si aggiudica le statuette come Miglior attore e attrice. Uno dei primi tentativi di usare la commedia romantica per parlare di temi più sensibili e profondi come l’omosessualità, il razzismo, e la malattia mentale. Una commedia originale anche nella scrittura dei personaggi. Nicholson incarna un antieroe che non si vede tutti i giorni, almeno per quell’epoca, nelle rom-com. Assieme alla Hunt siamo di fronte a due personaggi duri, con una scorza difficilmente scalfibile, se non dall’amore. Una commedia che alla fine affascina e fa sognare anche per un allergico ai sentimenti come il protagonista Melvin.

Lost in Translatio – Love Academy

Sofia Coppola al suo secondo film si trova davanti l’ultimo atto della trilogia del Signore degli Anelli e le sue aspirazioni di vittoria svaniscono quasi subito. Ma il film con Bill Murray e Scarlett Johansson è un film stupendo, destinato alla storia del cinema romantico. Un amore platonico tra un attore in crisi e la moglie annoiata di un fotografo. Il tutto in un hotel a Tokyo. Con sensibilità e intimità mai volgare la Coppola delinea un preciso affresco dell’isolamento esistenziale tra due generazioni diverse e a loro modo allo sbando perse nel mondo. Una solitudine di due persone che nel corso del film trovano uno spazio nel proprio mondo. Tra le migliori prove per la figlia del grande Francis Ford consolata con la vittoria dell’Oscar per migliore sceneggiatura originale.

Il lato positivo – Love Academy

Quando si pensa alla commedia romantica perfetta bisognerebbe riferirsi immediatamente al film di David O. Russell con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, vincitrice della statuetta come migliore attrice. Il lato positivo è tutto quello che desideriamo da una commedia romantica. Due protagonisti uniti da un disagio mentale, entrambi bipolari; al centro la rivalsa dell’alter ego di Cooper al fine di riconquistare l’ex moglie con una gara di ballo. Che come tutte le rom-com che si rispettino farà scoccare l’amore tra i due soci in affari. Opera impreziosita dalla messa in quadro tutta in camera a mano e dalla straordinaria performance di Robert De Niro che senza dubbio avrebbe meritato anche lui la statuetta. Nell’edizione 2013 diversi film abbastanza difficili da superare come Lincoln di Spielberg e Django Unchained di Tarantino. Risulta vincitore il thriller di Ben Affleck Argo contro ogni previsione.

La La Land – Love Academy

Se gli Oscar 2017 fossero stati uno script, con l’imprevedibile climax della vittoria non vittoria del film di Damien Chazelle, quell’edizione sarebbe stata di certo uno di quei film di David Lynch con più finali. A fronte di 14 candidature La La Land ne vinse 6 tra cui quelle per migliore attrice a Emma Stone e miglior regia. Il film di Chazelle ricostruisce la storia del musical in forma di commedia romantica nello stile vorticoso del suo autore, carico di carrellate frenetiche e panoramiche a schiaffo. È un musical, una rom-com ma soprattutto una riflessione calzante sul sogno e sulle aspirazioni. Otto anni dopo ricordiamo quasi tutte le scene del capolavoro di Chazelle e quasi nulla del film vincitore di Barry Jenkins Moonlight.

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