Dopo il barbaro assassinio del custode del superstore in cui lavora, Evan decide di mettere in piedi un servizio di vigilanza dei cittadini di Glenview, piccola cittadina dell’Ohio in cui vive. Gli unici a unirsi a lui sono i tre stralunati Bob, Frankin e Jamarcus, uomini più o meno cresciuti che cercano più che altro divertimento e qualcuno con cui passare le serate. Alla fine il gruppo si trova a confrontarsi con un qualcosa molto più spaventoso delle loro possibilità: un’invasione aliena.
Di invasioni aliene ne abbiamo viste nel cinema; da kolossal spettacolari (Independence day, World invasion) a storie strappalacrime (E.T.-L’extraterrestre, Starman), fino a varianti ironiche che cercavano di provocare qualche sorriso (Ho sposato un’aliena, Teste di cono, Paul). Ed è proprio partendo da quest’ultima variante che possiamo aprire un discorso su questo Vicini del terzo tipo, storia di sospetta invasione aliena con protagonisti un trio di attori comici del calibro diBen Stiller, Vince Vaughn e Jonah Hill, i quali promettono divertimento unito a follie fantascientifiche.
Rispettivamente, vestono i panni di Evan, Bob e Franklin, tre abitanti di una tranquilla comunità americana improvvisamente sconvolta da un fatto orribile: un violento omicidio che fa sospettare l’esistenza di un serial killer nei paraggi.
Unitosi a loro lo straniero Jamarcus (Richard Ayoade), il trio promette di trovare il colpevole, ma le ronde notturne ben presto portano a una verità… dell’altro mondo.
Un po’ Super 8di J.J. Abrams, un po’ cinema alla Joe Dante, con tanto di umorismo caro al noto Frat pack (nomignolo affibbiato al gruppo comico di Stiller e compagnia), Vicini del terzo tipoè un prodotto che riesce nell’impresa di strappare qualche sorriso, anche se il film in sé è ben poca cosa.
Lungometraggio che strizza l’occhio al cinema di serie B, tanto da non mancare momenti horror con spruzzate splatter, l’opera diretta dallo sconosciuto Akiva Schaffer (Hot rod-Uno svitato in moto) è per certi versi una parodia del genere fantascientifico, ma anche che, per un’ora buona, sembra fare a meno della sua derivazione fantasiosa.
Per tutto quel tempo, rimane una Stillercomedy qualunque, con i soliti doppi sensi e caratterizzazioni tipiche degli attori che le interpretano, senza ricorrere a effetti speciali gratuiti, se non fosse per qualche parentesi esilarante (l’utilizzo dell’arma aliena trovata per caso).
Poi, quando torna sui binari della parodia sci-fi, riesce ad accattivarsi anche la simpatia di chi poco sopporta questo tipo di comicità; quindi, può ritenersi operazione riuscita.
Certo, lo script, ad opera di un altro membro del Frat pack, Seth Rogen (Molto incinta), insieme al fido Evan Goldberg (Green hornet) e Jared Stern (I pinguini di mister Popper), è un compendio di idiozie caratterizzato dall’effetto sorpresa di alcuni eventi decisamente telefonato; ma, alla fine, quel che conta sono l’intrattenimento e la simpatia del tutto, che riescono a far lievitare verso la sufficienza l’insieme.
Mirko Lomuscio
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