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Paramount+ Film

‘World Trade Center’: la recensione del film di Oliver Stone

Oliver Stone dirige Nicolas Cage e Michael Peña nella prima trasposizione cinematografica sugli attentati dell'11 Settembre. Ecco la recensione del film disponibile ora su Paramount+

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World Trade Center è ora disponibile ora su Paramount+. Il film del 2006, diretto da Oliver Stone, affronta l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York.

World Trade Center: trama e cast

Tratto da fatti realmente accaduti, racconta la vicenda di John McLoughlin (Nicolas Cage) e Will Jimeno (Michael Peña), due agenti della polizia portuale rimasti intrappolati sotto le macerie per dodici ore durante l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 Settembre 2001. I momenti terribili vissuti dagli agenti sono narrati in parallelo alle vicende delle loro famiglie, che vivono nell’incertezza aspettando di sapere se riusciranno a riabbracciare i loro cari vivi.

Il cast è composto da Nicolas Cage, Michael Peña, Maggie Gyllenhaal, Maria Bello, Stephen Dorff, Jay Hernandez e Michael Shannon.

La regia di Oliver Stone

Oliver Stone si assume l’arduo compito di essere il primo a realizzare una trasposizione cinematografica degli eventi dell’11 settembre, cinque anni dopo quel tragico giorno. Conosciuto come regista estremamenente politicizzato, ha da sempre trattato temi molto caldi della storia americana, come la guerra del Vietnam con Platoon e Nato il quattro luglio e l’assassinio di Kennedy in JFK – Un caso ancora aperto. Dunque Stone sembra la persona più naturale per portare sullo schermo quel che è tristemente considerato l’anno zero della storia degli Stati Uniti.

In World Trade Center, il regista abbandona il cinismo e le provocazioni, concentrandosi sull’eroismo e sulla solidarietà degli individui coinvolti nella tragedia.

L’11 settembre ci ha mostrato di cosa sono capaci gli esseri umani. Il male, sì, certo. Ma ha anche fatto emergere la bontà che avevamo dimenticato potesse esistere. Persone che si prendevano cura l’una dell’altra senza nessun altro motivo se non perché era la cosa giusta da fare. È importante parlarne di quel bene, ricordarlo. Perché io ho visto tutto questo in quel giorno.

Una tragedia umana

La narrazione si focalizza principalmente sull’esperienza emotiva dei due agenti. Vediamo gli eventi attraverso i loro occhi, dall’attacco iniziale alla prima torre fino al crollo che li intrappola sotto le macerie. Siamo testimoni delle loro conversazioni, delle loro preghiere e della loro disperazione. L’unica prospettiva esterna che otteniamo è attraverso le esperienze delle loro famiglie, che aggiungono un ancora più umanità alla storia.

La narrazione, infatti, si approfondisce con il coinvolgimento delle mogli dei due agenti (Maggie Gyllenhaal e Maria Bello), trasmettendoci il loro travagliato stato d’animo, segnato da smarrimento e attesa. Queste donne diventano portavoce delle innumerevoli famiglie che hanno vissuto ore di angoscia e incertezza, sperando di ricevere notizie rassicuranti sui propri cari.

Gli eventi sono rappresentati sempre filtrati attraverso una lente umana, evitando di trattarli come meri fatti storici. Questo evidenzia l’obiettivo del film di raccontare non tanto una tragedia storica, quanto piuttosto una tragedia umana.

Proprio per questo motivo, il film è saturato di grande retorica e nazionalismo, mirato a celebrare quasi a glorificare tutti coloro che furono coinvolti. Questa scelta ha attirato numerose critiche verso il regista, il quale è stato accusato di aver trascurato ogni aspetto politico, che solitamente caratterizza i suoi contenuti.

Da un lato, l’intenso carico emotivo del film può risultare, con il passare del tempo, eccessivamente noioso e ripetitivo per lo spettatore, specialmente nei momenti dei flashback e delle visioni oniriche dei personaggi moribondi. Dall’altro, data la prossimità temporale agli eventi narrati, quando le ferite erano ancora aperte, questa modalità del racconto era forse l’unica adatta per rappresentare le vicende di quel periodo.

Una scena di ‘World Trade Center’

Le riprese sulla città di New York all’inizio mostrano una città che si sveglia all’oscuro di ciò che sta per accadere. L’effetto emotivo di queste immagini è amplificato attraverso le riprese finali, che, al contrario, rivelano una città devastata al termine del disastro, lasciando intendere che forse il disastro era in realtà appena iniziato.

Conclusioni

Oliver Stone abbandona le sue critiche alla politica americana e in World Trade Center si propone di trasmettere un importante messaggio di solidarietà e umanità. È un omaggio sentito a tutti coloro che hanno sacrificato le proprie vite per salvare quelle degli altri. Un gesto di riconoscenza che risuona potente attraverso le immagini e le storie rappresentate sullo schermo.

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