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Conversation

‘Totem – Il mio sole’ Conversazione con Lila Avilés

'Totem - Il mio sole' si rifà alla vita per declinare in forma poetica la centralità dell'amore nelle relazioni umane. Del film abbiamo parlato con la regista Lila Avilés

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Lila Avilés

Presentato in anteprima mondiale il 20 febbraio 2023 alla 73esima edizione del festival internazionale del cinema di Berlino, Totem – Il mio sole di Lila Avilés è un film sull’importanza di amare. Di Totem – Il mio sole abbiamo parlato con la regista Lila Avilés. 

Distribuito da Officine UBU, Totem – il mio sole è in uscita nelle sale a partire dal 7 marzo 2024.

Lila Avilés

Totem – Il mio sole di Lila Avilés

Dal formato 4:3 alla vicinanza della mdp ai personaggi, tutto in Totem – Il mio sole indirizza lo spettatore a focalizzarsi soprattutto sull’elemento umano. Nella sequenza d’apertura la concentrazione dello spazio e il primo piano di madre e figlia è fatto apposta per mettere lo spettatore in un rapporto intimo e poetico con la vita dei protagonisti.

È stato naturale, volevo avvicinarmi molto ai personaggi, quindi l’ho fatto nel modo che sentivo migliore per avvicinarsi a loro. Per me le caratteristiche del formato 4:3, hanno questa energia, considerando anche che le prime scene erano una specie di prologo all’entrata nella casa dei protagonisti.

Lila Avilés

L’ambiente circostante e, in particolare, lo spazio casalingo dove si sta per svolgere la festa di compleanno del padre di Sol sembrano perdere i loro connotati fisici diventando un vero e proprio luogo dell’anima, emanazione dello stato d’animo dei personaggi. Ti sembra una ricostruzione appropriata alle tue intenzioni?

Adoro questa interpretazione perché corrisponde a ciò che avevo in mente di trasmettere sullo schermo mentre giravo. Dunque per rispondere alla tua domanda, sì, la tua considerazione mi sembra del tutto appropriata.

Il film di Lila Avilés è un film di corpi

Totem – Il mio sole è un film di corpi che soffrono, gioiscono, che fanno ridere e piangere; che parlano di solitudine e voglia di stare insieme. Nonostante la premessa drammatica il film è vitale proprio perché, come la vita, diventa contenitore della gamma di sentimenti che attraversano l’esistenza. Sei d’accordo?

Sì, sono d’accordo. Amo le persone e, come regista e sceneggiatrice, mi piace pensare a personaggi complessi e con diverse possibilità d’espressione. Mi piacciono questi paradossi, quando puoi ridere e piangere allo stesso tempo. La realtà è così per tutto il tempo della nostra vita e comunque non possiamo dimenticarci del nostro corpo. La mente non è separata dalle ossa, dalla pelle; da ciò che siamo.

Come regalo di compleanno il travestimento di Sol, sotto i cui vestiti si nasconde la madre, oltre a raccontare metaforicamente la simbiosi tra loro due è anche il segno di una personalità, quella della bambina, che la vita costringe a diventare adulta in fretta. Avevi questa intenzione, e se no, a posteriori, ti sembra calzante?

Amo l’interpretazione che hai dato a quella sequenza di immagini perché riesce a rendere al meglio il significato di quel momento.

La forza dell’amore

In Totem ciascun personaggio arriva all’amore con percorsi diversi perché ognuno reagisce al dolore in maniera diseguale. In questo senso il film sembra dirci che la cosa importante è amare, indipendentemente dal modo in cui lo si fa. È così?

Come John Cassavetes penso che l’amore sia la parola chiave per tutto. Voglio pensare che il film parli di molte cose, tra cui la comunicazione, il rapporto tra le persone e l’amore. La bellezza dei legami umani è che ognuno è diverso e può esserlo nella maniera che vuole.

Non fai nessun preambolo e nessuna introduzione sulla biografia dei personaggi e anche la loro relazione famigliare non è subito chiara, ma la si intuisce nel corso del film e comunque non è fondamentale per spiegarne le azioni. Questo, oltre a rafforzare la forza documentaria del film, mette tutti i personaggi allo stesso livello rispetto al rapporto con il padre di Sol perché – sembri volerci dire ancora una volta – ciò che conta è l’amore. È così?

Realizzare un film corale è difficile a causa della fluidità. Detto questo, penso che noi siamo tali perché esistono gli altri. Perciò è importante ricordarci che non siamo soli. In Totem ho cercato di catturare l’essenza di questo concetto andando avanti e indietro con la mdp da un personaggio all’altro nella consapevolezza che non siamo il centro dell’universo, ma parte di esso.

Il messaggio del film di Lila Avilés

L’immagine degli insetti che camminano sul muro, compresa quella finale dello scorpione che si fa strada in una feritoia del terreno, sembrano dirci che nonostante tutto la vita continua. Era questo il messaggio della sequenza conclusiva?

Siamo parte di quest’anima, parte della biologia dell’universo. È solo questione di connessione a quello spirito, di presenza e comune senso. In realtà ci dimentichiamo continuamente anche di respirare per cui abbiamo bisogno di tornare all’importanza della vita e a tutta la bellezza presente nel micromondo e nell’universo. Come esseri umani, siamo un piccolo pezzo di un enorme puzzle. La vita nella sua normalità e nella sua magnifica struttura è semplicemente unica e perfetta nell’equilibrio perpetuo tra caos e ordine.

Lila Avilés

Parlando delle interpretazioni volevo capire come sei arriva a tanta naturalezza. Come succede per i Dardenne è il frutto di un controllo rigorosissimo oppure hai lavorato sull’improvvisazione e sulla libertà di gesti e movimenti?

Non c’è dubbio che dentro di me alberghi la personalità del regista maniaca del controllo, poi però lascio anche che le cose accadano. Immagino che questo sia il miglior equilibrio possibile, tanto nel cinema quanto nella vita normale.

Totem - Il mio sole di Lila Avilés

  • Anno: 2024
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: Officine Ubu
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Messico, Danimarca, Francia
  • Regia: Lila Avilés
  • Data di uscita: 07-March-2024

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