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“Margherita delle stelle” – In RAI la conferenza stampa dell’attesissimo film TV di Giulio Base
Va in onda martedì 5 marzo il film TV dedicato alla grande Margherita Hack, pochi giorni fa in RAI la conferenza stampa.
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10 mesi agoon
La prima televisiva di Margherita delle stelle, il film dedicato a Margherita Hack prodotto dalla RAI per la regia di Giulio Base, è in programma su RaiUno martedì 5 marzo alle ore 21.30. Mentre si è svolta qualche giorno fa la conferenza stampa dell’attesissimo film tv, naturalmente nella sede di Viale Mazzini sotto l’egida del celebre cavallo di bronzo, opera di Francesco Messina, che dal 1966 ne sorveglia l’ingresso.
Anche noi di Taxi Drivers eravamo presenti all’appuntamento, da cui è emersa innanzitutto la grande partecipazione emotiva (d’impronta quasi sacrale, considerando l’enorme eredità umana, culturale e scientifica lasciata dal personaggio in questione) di chi ha contribuito alla realizzazione del film, partendo da chi l’ha prodotto per approdare poi naturalmente al cast artistico e tecnico.
Un progetto molto sentito
A partire dalla direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, che con la sua introduzione ha dato il là all’incontro, si sono prodigati in tanti a far passare un concetto, di fronte alla stampa, ossia l’importanza di portare in televisione opere incentrate su grandi donne, ma volendo anche grandi uomini, la cui biografia possa presentarsi al pubblico quale esperienza di vita esemplare, positiva e ricca di valori. Tale è senz’altro il caso dell’astrofisica Margherita Hack, impostasi all’attenzione generale non soltanto per le sue scoperte come scienziata, ma anche in qualità di personaggio pubblico molto generoso nelle interviste, tanto da farla intervenire – forte di un notevole senso civico – anche su altri ambiti della società, invece di restare chiusa nell’ambito della fisica e delle ricerche scientifiche. Fu così, del resto, che seppe andare oltre i limiti di un ambiente di lavoro ancora parecchio maschilista, arrivando a dirigere l’Osservatorio di Trieste in un’epoca che vedeva le donne generalmente escluse da simili posizioni.
Di come è stato messo in scena il suo vissuto si è parlato quindi con il regista, Giulio Base, come pure con il produttore Santo Versace, con la sceneggiatrice Monica Zapelli e con diversi rappresentanti del cast. In particolare la protagonista Cristiana Capotondi, Cesare Bocci (padre di Margherita), Sandra Ceccarelli (madre di Margherita) e Flavio Parenti (Aldo, amorevole marito di Margherita Hack). Con in sala a sostenere idealmente gli altri anche Giulia Battistini (l’amica Betty), Valerio Base (studente di Margherita) e soprattutto la giovanissima Sveva Zalli, elogiata praticamente da tutti per come è riuscita a interpretare Margherita Hack bambina.
Gli spunti creativi all’origine del racconto
Da un lato Santo Versace di Minerva Pictures, coinvolto nella produzione dell’opera, ci ha regalato un divertente siparietto, ricordando come la sua famiglia fosse decisamente avanti coi tempi, visto che già tra le due guerre sua madre aveva imposto da loro una sorta di “matriarcato”, che la vedeva prevalere sui maschi di casa riguardo a molte questioni. Dopo aver definito il film una poesia, un pilastro della nostra cultura, il produttore ha lasciato la parola a chi come la sceneggiatrice Monica Zappelli ha tracciato le linee guida di un vero e proprio racconto di formazione: “Margherita Hack, una donna cresciuta libera, grazie anche allo speciale rapporto coi genitori. Non è stato poi così difficile far emergere questo percorso di vita, perché il taglio lo offriva la sua storia personale, permettendoci di mettere a fuoco il racconto di una grande scienziata prima che il mondo la riconoscesse tale, focalizzandoci cioè sulla sua educazione. Importantissimo quindi il ruolo svolto da padre e madre, che hanno educato la figlia senza barriere di genere.”
La parola al regista: Giulio Base
Sulla stessa linea d’onda Giulio Base, regista del film: “Considero un grande privilegio, una grande fortuna, essere stato chiamato a dirigere quest’opera dedicata a Margherita Hack dopo essere stato assente dalle produzioni di Rai Fiction, come ha ricordato poco fa Maria Pia Ammirati, per circa dieci anni. Qui però ho accettato a scatola chiusa. Per l’importanza della figura che avremmo raccontato. E con ancor più convinzione, dopo essermi confrontato con la bella sceneggiatura di Monica Zappelli. Chi ha contatti con me tramite whatsapp sa che tengo sempre lo stesso status: “sto studiando”. E così mi sono messo a leggere di lei tutto ciò che era possibile, libri e interviste, fermandomi al “livello base” (scusate il gioco di parole col mio cognome) solo per quanto riguarda certi testi di fisica, davvero troppo difficili.
C’è stata finalmente anche la possibilità, cercata già altre volte, di dirigere un’attrice come Cristiana Capotondi, che si è messa a disposizione del progetto mettendo da parte qualsiasi vanità, lei che in pratica è una Venere botticelliana, per lavorare su come aderire meglio alla differente fisicità di Margherita Hack, al modo che aveva di muoversi e di vestirti. Tutti comunque hanno capito la “sacralità” del racconto: il ritratto di una donna apicale che non soltanto ha reso famosa l’Italia nel mondo, ma è stata esempio di coraggio, serietà nel lavoro, capacità di relazionarsi con gli altri.
Vittorio Gassman, che è stato mio Maestro, era solito dire: “Le donne ci sono superiori in tutto”.”
Da Cristiana Capotondi agli altri interpreti
“È stato tutto molto bello”, gli fa eco la protagonista Cristiana Capotondi, “credo poi che il suo viaggio verso le stelle possa essere anche una metafora della nostra vita: mettere le energie, le nostre forze nella direzione più connaturata alla nostra indole.”
Pure lei si è poi soffermata sul valore di quell’educazione controcorrente ricevuta dai genitori, nonché sulla grandissima storia d’amore con Aldo, un uomo in grado di accompagnarla…. Verso la stella giusta.
Molte domande sarebbero state poi fatte a Cristiana, sia da parte dei giornalisti in sala che da quelli collegati via streaming, sulle note passioni sportive dell’attrice, anche in virtù del fatto che la formazione sportiva giovanile di Margherita Hack fu di tutto rispetto, cosa messa bene in evidenza nel film diretto da Giulio Base.
Si sono poi espressi, naturalmente, anche i “genitori” della scienziata. Per primo Cesare Bocci, rimasto molto colpito dal fatto di impersonare un padre che affida alla figlia una missione bella ma al tempo stesso difficilissima. Noto è infatti che i genitori della ragazza fossero due vegetariani, due antifascisti: le radici di Margherita coincidono anche con la sua famiglia, una famiglia piuttosto particolare per l’epoca. Con la madre, come ricordato subito dopo dall’interprete Sandra Ceccarelli, più grande del marito di un paio di anni, fatto anche questo che allora poteva risultare un po’ insolito. Forse il legame della ragazza col padre era più forte, azzarda ancora la Ceccarelli, ma pure questa donna che aveva studiato alle Belle Arti, lavorato agli Uffizi e mantenuto in certi frangenti la famiglia doveva rappresentare un modello di assoluto rilievo.
Ultimo a parlare, ma non meno accalorato degli altri, il marito Aldo, ossia Flavio Parenti; positivamente impressionato a sua volta da quel matrimonio ugualmente controcorrente, per merito di un uomo in grado all’occorrenza di mettere da parte il proprio ego, ponendosi invece al servizio della propria donna e di quel suo tendere verso le stelle. Traccia rara e quindi ancor più preziosa, ci ha ricordato lo stesso Parenti, in una drammaturgia contemporanea che non abbonda di tali ruoli; tant’è che l’attore stesso ha respinto con un leggero fastidio ma bonaria ironia l’intervento di un giornalista che, in streaming, gli chiedeva se considerasse un “moglio” il personaggio da lui interpretato. Pure qui la compattezza del gruppo raccolto intorno a Giulio Base ha fatto sì che la filosofia del film in procinto di debuttare su RaiUno, ossia la grande ammirazione mostrata sia nei confronti di Margherita Hack che verso gli esempi più virtuosi avuti durante la sua formazione come donna e come studiosa, prevalesse su qualsiasi altra considerazione.