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Raiplay

‘Sulla Via Lattea’ di Emir Kusturica: la recensione

Un Kusturica che ondeggia tra ironia e amarezza, realtà e fantasia, sentimenti e conflitti armati. 'Sulla Via Lattea' è un film colmo di contraddizioni, uno sfogo artistico che non ha alcuna pretesa, se non quella di raccontare una storia.

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Sulla via lattea

Sulla Via Lattea (2016) è un’opera di Emir Kusturica, tratto dall’omonimo libro Lungo la Via Lattea dello stesso regista serbo. La pellicola, disponibile su Raiplay e presentata in concorso alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha ricevuto una candidatura al Leone d’Oro, testimonia il ritorno nella sale cinematografiche del classe 1954, a distanza di nove anni da Promettilo!, uscito nel 2007.

Di cosa parla Sulla Via Lattea

Al termine della Guerra Civile in quella che fu la Jugoslavia, il lattaio Kosta – interpretato dallo stesso Kusturica – viaggia seraficamente da una campagna all’altra, schivando le ultime insidie belliche presenti sul territorio. A completare la vicenda, troviamo Milena (Sloboda Mićalović) – innamorata dello stesso Kosta – e La Sposa (Monica Bellucci) – donna italo-serba scelta dalla stessa Milena per unirsi al fratello, eroe di guerra. Inevitabilmente, il doppio matrimonio voluto da Milena precipita, complici i reciproci sentimenti tra Kosta e La Sposa, costretti da prima a rapportarsi con discrezione nella quotidianità, per poi fuggire romanticamente, inseguiti da un gruppo di maldestri soldati dell’esercito.

Sulla via lattea

Recensione Sulla Via Lattea

Senza filtri. Due sole parole sono sufficienti a descrivere in maniera esaustiva Sulla Via Lattea di Emir Kusturica. Il regista serbo decide di inscenare una fiaba d’amore, tra colpi di fulmine, matrimoni indesiderati e un’incessante ricerca della libertà. Fiaba, sì, perché ostinarsi a cercare una morale nella confusione balcanica della pellicola è pressoché inutile. In circa due ore di film, l’inarrestabile ritmo degli eventi fa sì che ogni dettaglio meriti uno sguardo, senza però sfociare nella contemplazione di chissà quale dietrologia.

Sulla Via Lattea segue una logica teatrale, più che cinematografica. Ironia e amarezza si sfidano apertamente, dalla caratterizzazione dei personaggi fino ai dialoghi, sottolineando ogni dinamica emotiva possibile. Non c’è spazio per riflettere, anzi, l’istinto è la sola bussola da perseguire, complice il caotico universo creato da Kusturica. Un universo dove i momenti surreali si sprecano, i riferimenti alla cultura locale dilagano a livello visivo e acustico – musiche composte dal figlio Stribor – e il simbolismo proveniente dal regno animale è onnipresente.

Per quanto il dualismo tra amore e guerra presenti scene interessanti, il fil rouge dell’esagerazione depotenzia qualsiasi soluzione, riducendo alcuni momenti ad allegorie volutamente sopra le righe. La “ricetta” di Sulla Via Lattea, in pratica, è un insieme di ingredienti, ma senza alcun limite sulle dosi da utilizzare. Lo spettatore, di conseguenza, viene messo di fronte ad una scelta: farsi travolgere dall’irrazionale energia degli eventi, oppure attendere impaziente la conclusione di questo sfogo personale, più che artistico. Il finale dell’opera, d’altronde, suggerisce come non ci sia più nulla da aggiungere, bensì godersi una felicità passata e, ormai, esclusivamente autoreferenziale.

Sulla Via Lattea

  • Anno: 2016
  • Durata: 125'
  • Distribuzione: Europictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Bosnia e Erzegovina, Serbia, Messico, Regno Unito, Stati Uniti d'America
  • Regia: Emir Kusturica
  • Data di uscita: 09-September-2016

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