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MEDFILMFESTIVAL. SEZIONI CORTOMETRAGGI “SGUARDI DAL FUTURO” E “CORTI DALLE CARCERI”.

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Al suo settimo giorno, questa mattina alla Casa del cinema il programma  del MedFilmFest ha proposto la sezione “Sguardi dal futuro”, presentando i primi lavori realizzati dagli studenti appartenenti alle diverse scuole di cinema dei paesi europei del Mediterraneo.

Ad aprire la sezione viene presentato Metamorphosis, cortometraggio turco realizzato da Gültern Taranç (15’) in cui il regista mette in scena la storia di una donna che si vede costretta a non far più ritorno nella propria cucina perché improvvisamente occupata da uno stravagante insetto gigante di un verde scintillante. Senza brillare per un uso sapiente delle tecniche cinematografiche, in cui le riprese risultano prive di materia ricordando molto uno stile da reality televisivo, si denota comunque la scelta ironica di giocare sulla valenza del titolo, metamorfosi, che si fa metafora della trasformazione alla quale una donna sola deve far fronte, rimpossessandosi della propria vita. A seguire l’israeliano Nurith Cohn in Shrink (10’), racconta la malinconica e misera vicenda di uno psicanalista che tanto preso dal ricucire coppie ormai in crisi non si accorge di non aver colto le problematiche nella sua, trovandosi solo sul letto con la foto della moglie a fargli compagnia. Il terzo corto proiettato, Transfiguration (20’), appare simile ad un esperimento di video arte in cui oltre alla trama onirica di un uomo che affronta l’inferno della propria esistenza trovandosi di fronte alla pazzia, propria e della compagnia, il giovane regista libanese Chadi Abi Chacra, gioca anche ad un intreccio serrato di stili in cui sequenze fuori fuoco si alternano ad un uso brillante del colore, atmosfere cupe si alternano alla sequenza animata di apertura, e generi in cui lo spettatore si trova spiazzato per un eccesso di zelo. A chiudere questa prima sezione di corti è l’italiano Wake (9’)di Sante Sabbatini, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, in cui in un unico ambiente due giovani uomini, uno vivo e l’altro morto disteso sul letto, si confrontano sugli ultimi momenti della loro storia.

A seguire la sezione “Corti dalle carceri” ha presentato un’insolita visione di brevi cortometraggi dallo stile documentario realizzati con l’ausilio di detenuti di alcune carceri italiane. L’istituto di Vibo Valentia, CC di Enna e CC di Frosinone, pongono l’accento sulla differenza e le diverse abitudini di vita condotta da persone che per vissuti esperienziali conducono esistenze a sé rispetto a chi vive nella società. All’interno di questi  micromondi si ritrovano a coesistere persone che per razza, cultura, religione e generazione appaiono distanti.

Martina Bonichi

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