Antonia è una serie dramedy, sviluppata in sei episodi e diretta da Chiara Malta. Protagonista del progetto, oltre che ideatrice e co-sceneggiatrice, Chiara Martegiani interpreta una giovane donna sui trent’anni, alle prese con una vera e propria crisi esistenziale, dettata da tutta una serie di fattori che la fanno sentire incompresa e irrisolta.
Al fianco e in aiuto della poliedrica artista, troviamo le autrici della serie Elisa Casseri e Carlotta Corradi, il supervisore creativo Valerio Mastandrea (con cui divide lo schermo e la vita privata), e colleghi del calibro di Barbara Chicchiarelli, Chiara Caselli, Emanuele Linfatti e Leonardo Lidi.
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Antonia | La trama
Antonia (Martegiani) sta festeggiando i suoi trentatrè anni in compagnia del compagno Manfredi (Mastandrea), della migliore amica Radiosa (Chicchiarelli) e di tutti quelli che ci tengono a lei. Il compleanno sembra andare alla grande, nonostante il dolce poco commestibile, ma la conclusione non è esattamente delle migliori. Durante un rapporto, Antonia e Manfredi cominciano a litigare, fino a quando lei decide di andarsene da casa.
Comincia così una giornata piena di spiacevoli imprevisti, che porteranno Antonia dritta dritta in ospedale. Qui, le verrà diagnosticata l’endometriosi e le verranno proposte solo due soluzioni per risolvere la situazione: fare un figlio o entrare precocemente in menopausa. La donna si ritrova quindi davanti a una scelta difficile. Ma per il momento non ha intenzione di parlarne con nessuno, fatta eccezione della sua analista…
Antonia, una di noi
La serie si rivela un prodotto assolutamente originale e godibile, sia per la buona scrittura che ne costituisce lo scheletro, sia per la regia, molto «moderna e pop» come ci tiene a sottolineare proprio Chiara Malta. A ciò si aggiungono tanti vari elementi, anche semplici, ma utilissimi alla riuscita finale. Dal parterre attoriale, perfetto e armonioso, all’utilizzo delle musiche, a dare ritmo e guidare le emozioni. La nuova dramedy targata Prime Video va così ad arricchire un palinsesto già ampio e apprezzabile, con un prezioso titolo nostrano.
Ho vinto perché ho rischiato.
Ed è importante notare quanto la società e la cultura italiana influiscano nella narrazione: chiunque può riconoscersi nella protagonista e ben comprendere ciò che le accade. Allo stesso modo in cui coloro che la circondano somigliano ai nostri amici e conoscenti. Ciascuno di loro sta affrontando un periodo particolare della sua vita, un momento di crisi, destabilizzante e cruciale.
Non si parla di sole donne
Tra chi non ha più un momento per sè e chi cerca altrove una qualche forma di affetto, tra chi vive nel passato e chi cerca di liberarsene, tantissime riflessioni trovano uno spiraglio tramite cui emergere. E se il discorso femminile sembra prendere il sopravvento, semplicemente per il fatto che Antonia è un personaggio totalizzante, le figure maschili hanno un preciso e fondamentale ruolo nella storia.
La serie non fa, e soprattutto non vuol fare, una netta distinzione tra i generi, quanto piuttosto mostrare quanto l’esistenza di uomini e donne possa essere difficile, in alcuni momenti, e simile. Il cambiamento ne fa e ne deve far parte, altrimenti si rischia di soccombere. Ma come affrontarlo? Le risposte possono essere diverse, e dipendono dal proprio modo di essere e di impattare la vita. A volte la fortuna ci mette lo zampino, altre volte servono tanta forza di volontà, impegno e resistenza. E, perché no, un po’ di sano nosense.
Se io volessi rimanere pollo?
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.