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Prime Video Film

‘American Fiction’: la doppia lama del successo

Sbarca a sorpresa su Amazon Prime Video il film con Jeffrey Wright candidato ai premi Oscar. Una commedia inusuale che sfrutta il metalinguaggio per interrogarsi sulla condizione dello scrittore afroamericano odierno

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Su Amazon Prime Video è disponibile American Fiction scritto e diretto da Cord Jefferson trasposizione del romanzo Erasure di Percival Everett. L’opera prodotta dalla Orion Pictures è interpretata da Jeffrey Wright, Tracee Ellis Ross e Sterling K. Brown. Agli Oscar 2024 gareggia per ben cinque statuette.

American Fiction Jeffrey Wright abbatte stereotipi nel nuovo trailer

Vivere di stereotipi – American Fiction

Il film di Jefferson delinea attraverso il personaggio di Monk, professore di letteratura inglese, lo stereotipo che lo scrittore afroamericano vede in modo ossessivo nell’America contemporanea. Il pregiudizio non è però confezionato dalla comunità opposta, ma da quella del protagonista. Thelonious Ellison Monk è un rigido conservatore della propria cultura. Per questo viene allontanato dalla sua Università e costretto a prendersi un periodo di pausa tornando in famiglia a Boston. Monk appartiene a un qualsiasi prototipo del primo Woody Allen. Seppur con meno ego. È un accademico e vuole che i propri scritti vengano apprezzati come opere lontane dai classici topoi letterari. American Fiction, mediante Monk, sembra rifuggire da una rappresentazione abbastanza stereotipata dello scrittore black tradizionale.

Il personaggio di Wright non vuole essere lo Spike Lee della letteratura e per questo è costantemente avvilito dalla considerazione che le case editrici hanno per i romanzieri afroamericani, e quindi di lui. Nella testa del professore risuonano come un mantra queste parole: “Vendi se appartieni plasticamente alle caratteristiche percepite come tali dal mercato”. Monk da un lato non ci sta a scrivere di ghetto, droghe, e criminalità, ma dall’altro non vuole nemmeno essere surclassato dalla romanziera di tendenza di turno che plagia le masse con storie che non ha vissuto. Il protagonista di American Fiction fin da subito risulta diviso dalla doppia lama del mestiere dello scrittore. Conservare la propria identità o entrare nello scaffale dell’editoria con ciò che la gente vuole leggere e comprare.

Il meta-film universale

Il ritorno di Monk a Boston diviene da momentaneo a permanente con una serie di sciagure che abbatterebbero chiunque. Infatti Jeffrey Wright in American Fiction sembra portarsi dietro una sfortuna senza precedenti, mutando il viaggio dell’eroe classico che con Monk parte da una rinascita e non da un inizio. L’infarto della sorella e le condizioni precarie della madre costringono Monk a ricominciare una nuova vita, piena di incognite e con la costante certezza del rifiuto del suo manoscritto perché troppo poco nero.

La scrittura di American Fiction, nel mondo nuovo e dell’incertezza del protagonista, inizia ad operare una finzione della decadenza culturale della società americana, ma con Monk che assurge a burlone vendicatore di un intero sistema. Similarmente a quanto accade nel primo film di Mel Brooks The Producers, Monk punta sul fallimento del suo nuovo libro. Dando all’America ciò che vuole. Un ex galeotto che racconta la vita da gangster sommando tutti gli stereotipi della cultura afroamericana in un colpo solo. Il libro, ribattezzato quasi per scherzo dallo stesso autore Fuck, però funziona e ben presto Monk è costretto a scegliere la fama o il proprio idealismo.

Un film troppo ‘meta’

La particolarità del film, che è anche un po’ la sua carenza, risiede nel suo metalinguaggio e nella sua meta-finzione. Il bestseller Fuck , prima del suo improvviso e immediato successo, prende vita nel volto dei suoi personaggi. Dal meta-testo si passa al meta-cinema quando, nella rivelazione della vera identità del suo autore, la storia del finto gangster/autore si tramuta in varie versioni con le quali il finto gangster scrittore decide di far terminare la propria vicenda. Monk è il deus ex machina del suo destino decidendo nella forma la risoluzione dell’inganno che ha creato.

Se ci fa sperare nel lieto fine con la compagna, un secondo dopo il suo universo prende la piega del film action-trash alla Michael Bay. È un po’ questo però il limite, il vantaggio e la croce e delizia del film. In questa parte American Fiction perde molto della sua essenza trascinandosi, divenendo didascalico e fin troppo dentro alla classica opera di genere. American Fiction decide fin da subito di porre le vicissitudini sul piano funzionale e multi-universale, perdendo il viaggio satirico sulla decadenza letteraria americana a favore di un film-multitasking. Aperto e chiuso a varie variazioni meta-filmiche di se stesso.

La critica al sistema

Il film nella pratica mira le proprie invettive all’integrità dello scrittore contemporaneo, ma nella sostanza direziona il proprio mirino verso tutto ciò che gravita attorno al successo di quest’ultimo. Se nella prima parte del film Jefferson con il suo Monk tende ad occuparsi dell’idealismo poi traballante del proprio protagonista, nella seconda parte il discorso è perentoriamente indirizzato sulla figura del romanziere stritolato da un sistema editoriale e da quello cinematografico. La satira pungente sulla razza si concentra presto sulle ambizioni di successo dello scrittore di turno, riflettendo cinicamente e inesorabilmente sulla trasposizione di un testo sul grande schermo, su cui il suo autore non ha praticamente nessuna voce in capitolo.

American Fiction risulta essere una commedia tagliente e in parte riuscita sull’ipocrisia vigente nel mondo letterario. Esagerando nelle sue varie varianti che emergono nel corso del film.

American Fiction

  • Anno: 2023
  • Durata: 117'
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Cord Jefferson
  • Data di uscita: 27-February-2024

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