Spalti e poltrone, dove il tifo incontra il grande schermo.
La storia del calcio moderno e quella del cinema iniziano nella seconda metà del diciannovesimo secolo. In Inghilterra, nel 1857, viene fondato lo Sheffield Football Club, la più antica società sportiva del mondo. A fine secolo, i fratelli August e Louise Lumiere, inventano il cinematografo.
È una storia articolata, quella che lega l’industria del cinema e quella del calcio, entrambe così importanti per l’Europa e non solo. Esse rappresentano i due principali fenomeni di massa, che, dagli inizi del Novecento ad oggi sono stati in grado di mantenere la loro capacità di produrre spettacolo, continuando a incarnare l’emblema del piacere nella società europea e nel suo tempo libero.
Oltre al calcio giocato, al terreno di gioco e alle reti dei grandi campioni, il cinema ha cercato, evolvendosi, di raccontare un tema legato all’universo calcistico molto particolare. Un soggetto delicato, spinoso e spesso violento ma che è riuscito a inserirsi nell’immaginario collettivo italiano, europeo e mondiale.
Il mondo ultras è composto da regole, insegnamenti e personaggi storici che hanno segnato la narrazione del calcio. Spesso affiliati ad un gruppo, schierati politicamente e con una vita composta da trasferte, curva e scontri con le altre tifoserie hanno però saputo conquistare il mondo sportivo con coreografie, passione e fantasia.
C’è chi li etichetta come teppisti e facinorosi. E chi li dipinge come sostenitori colorati e passionali. Come i padroni violenti del calcio, oppure come gli ultimi romantici in un mondo che ha perso gran parte della sua genuinità. Nel bene e nel male, gli ultras degli stadi hanno scritto pagine importanti nella storia del calcio, rappresentano quasi mezzo secolo di aggregazione e passione, di originalità e folklore. Purtroppo anche di episodi di teppismo e violenza.
Questa la descrizione del libro de I ribelli allo stadio di Pierluigi Spagnolo.
In questo articolo, cercheremo, quindi, di raccontare, attraverso cinque film, la storia e l’evoluzione di alcune tifoserie storiche e del complesso rapporto tra tifoso, squadra, società, vita privata e la loro messa in scena al cinema.
Cinema e tifosi:
Ultrà, 1991
Un titolo fondamentale sulla narrazione del tifoso è Ultrà di Ricky Tognazzi. Uscito nel 1991, si candida ad essere uno dei migliori film sul tifo organizzato, in particolare quello della Roma. Un giovanissimo Claudio Amendola, accompagnato da Ricky Memphis e Ricky Tognazzi, porta sul grande schermo la violenza degli anni Novanta tra tifoserie. Un viaggio metaforico e fisico tra il gruppo organizzato giallorosso alla volta di Torino per l’eterna sfida contro la Juventus e i famosi “Drughi”, ultras bianconeri.
L’occhio esterno. Ricky (Tognazzi, nda) e Simona (Izzo, nda) non c’entravano nulla con quel mondo e proprio per questo riuscirono a raccontarlo senza giudicare. Il loro occhio non era accecato dalla partecipazione emotiva o dal tifo e proprio questo permise loro di raccontare tutto onestamente, senza filtri di fede calcistica o altro.
Un vagone di un treno, dei ragazzi che lottano per una fede, per un ideale, la paura del futuro e la violenza del tifo. Ultrà racchiude tutti questi elementi senza, appunto, giudicare, ma osservando dalla giusta distanza.
Disponibile gratis su DailyMotion.
Febbre a 90‘, 1997
Febbre a 90′, film diretto da David Evans con protagonista Colin Firth e tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, indaga e racconta l’essenza del tifoso. Non si sofferma sul tifo organizzato e tra le pellicole scelte risulta essere il più leggero sull’argomento. Tuttavia, il film, così come il romanzo, riesce a raccontare e a far capire come la passione per la propria squadra possa trasformarsi in una vera e propria ossessione:
Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni. Ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia. Solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose.
Il protagonista, come si evince da questo virgolettato tratto dal film stesso, basa tutta la sua vita in relazione alla sua squadra del cuore: L’ Arsenal. Una passione incondizionata che complica la vita personale dell’insegnante. Un film delicato e dai toni amari che scava nel rapporto intimo e indissolubile di tifoso e squadra. Una vera e propria dichiarazione d’amore, al calcio, al tifo e alla bellezza di questo sport.
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Tifosi, 1999
Seguendo classici stereotipi, facili rappresentazioni e ironizzando sulla figura del mondo ultras, Tifosi di Neri Parenti rimane una delle commedie più importanti, a tema calcistico, prodotte in Italia. Attraverso una serie di episodi cruciali, il film tenta di raccontare l’Italia attraverso il tifo. Andrea Catalano all’interno della rivista Contrasti ne parla così:
Il principale intento di “Tifosi” è quello di mettere in luce la fede calcistica, ciò che per un tifoso puro va sempre affermata, nel bene e nel male, in ogni circostanza e nei modi più disparati. “Perché poi, la domenica, allo stadio, si ritorna un po’ bambini”.
La domenica come massima espressione calcistica, vero e proprio rito. Un mondo esclusivamente dedicato al football, alle trasferte, al viaggio e ovviamente, ai tifosi. Qui gli ultras vengono trattati come pretesto comico, tuttavia non mancano citazioni a gruppi storici come i Fedayn della Roma o la Curva B del Napoli.
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Cinema e tifosi:
Hooligans, 2005
Lexi Alexander dirige, quindici anni dopo, la storia di una tifoseria storica e fondamentale nel panorama calcistico, quella del West Ham. La storia è quella di un ragazzo americano che dopo essere stato espulso dal college è costretto a tornare dalla sorella in Inghilterra, a Londra. Qui sarà cruciale l’incontro con il fratello minore del marito, un giovane hooligan degli Hammers che trasformerà, in poco tempo, il nuovo arrivato in un vero e proprio ultrà.
La fede calcistica viene raccontata tramite la violenza, gli scontri, gli appuntamenti e le vendette tra i diversi gruppi organizzati, in particolare la tifoseria nemica del Milwall. Il tutto attraverso un viaggio del protagonista (Elijah Wood) che viene catapultato in un universo totalmente nuovo e, proprio come noi spettatori, sarà una continua scoperta di tradizioni. Leggi, regole e principi da dover seguire per far parte di una firm così conosciuta in Inghilterra e in Europa.
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Cinema e tifosi:
Offside, 2006
Film diretto dal regista iraniano Jafar Panahi e che si inserisce in questa lista di film sul tifo per il messaggio e la forza che cerca di trasmettere. Usa l’argomento calcio come strumento di ribellione compiendo una vera e propria denuncia. Silvia Nugara su The New Cult Frame:
Il film è girato nel giorno stesso della partita così da poter cogliere l’atmosfera autentica del match e risparmiare su una messa in scena che comunque non patisce gli scarsi mezzi a disposizione. Il cast di non professionisti è splendido e queste giovani travestite sono davvero strane creature che osano con creatività e irriverenza quali vere artiste drag, però loro malgrado.
Stadio Azadi di Teheran, la nazionale iraniana si gioca la qualificazione al mondiale contro il Bahrain. In Iran, il regime impedisce alle donne di recarsi allo stadio e di supportare la propria nazione. Sei tifose, quindi, decidono comunque di seguire il match travestendosi da uomini.
Una pellicola coraggiosa, in un contesto difficile. Non un film sugli ultras, ma su poche tifose che, per il coraggio di difendere i propri diritti, assumono la forza di un’intero gruppo organizzato. Una pellicola di denuncia che è costata il carcere al regista iraniano, ma che pone diversi quesiti sul futuro di questo sport e di un paese come l’Iran.
Cinema e tifosi:
Il mio amico Eric, 2009
Diretto da Ken Loach, qui, tifo, calcio e vita privata si mescolano in una commedia brillante. Il protagonista, Eric Bishop, separato dalla moglie, di professione postino e con un carattere che non gli permette di reagire di fronte alle avversità della vita, ha come unica grande passione il Manchester United. Eric Cantona, stella dei Red Devils, diventerà l’angelo custode del tifoso e lo aiuterà a riprendere in mano la sua esistenza.
Un film sull’amicizia, sulla lealtà, sulla passione per un idolo e per una squadra. Ken Loach come spesso accade, sottolinea l’importanza della comunità. Quest’ultima rappresentata dal calcio e dal senso di appartenenza che genera questo sport. L’ancora di salvezza, infatti, saranno proprio gli amici e i colleghi tifosissimi della squadra inglese.
Disponibile su RaiPlay, Amazon Prime e a noleggio su Youtube e Apple Tv
Ultras, 2020
Esordio alla regia di Francesco Lettieri, Ultras, quasi in stile documentaristico, racconta e fotografa la tifoseria del Napoli e i diversi gruppi organizzati stabilmente presenti al Diego Armando Maradona. Un film che indaga anche sulle nuova generazione di tifosi, in conflitto con la parte storica della curva. Scontro generazionale, violenza e principi rendono il racconto di questa pellicola veritiero e visivamente impattante.
“Siamo partiti per raccontare un mondo in cui il calcio era lo sfondo, mentre il cuore era la tribù, la fede, il senso di gruppo. Il tifo è cambiato molto dagli anni Ottanta, quando veniva chiamato “movimento ultrà”, era più folkloristico e colorato, ora è più cupo e violento. Il movimento ultras è stato combattuto e represso, oggi vive un momento di grande crisi, gli scontri sono più rari, quest’anno è stato un anno scioperi”.
Così racconta il regista stesso su Repubblica.
Un prodotto che si sofferma anche sulle problematiche del calcio moderno e del contrasto, inevitabile, tra società e tifo. Un mondo ultras destinato a cambiare, in cui gli scontri lasciano spazio agli sfottò e alle proteste contro l’aumento dei prezzi.
Disponibile su Netflix.
L’importanza del tifoso
Abbiamo visto, in questo viaggio, come la figura del tifoso sia fondamentale quando il grande schermo si incontra con l’universo calcistico. Non sono stati citati molti episodi o pellicole che avrebbero meritato un posto in questo breve elenco. Da Gassman che esulta all’Olimpico nell’episodio de I mostri di Dino Risi del 1963 fino a L’ultimo ultras di Stefano Calvagna del 2009.
Un argomento trattato in modi differenti: esaltazione della violenza e dello scontro in Ultrà e in Hooligans, stereotipi e comicità per raccontare l’Italia in Tifosi, l’intimità e il rapporto singolo tra tifoso e squadra di calcio in Febbre a 90′ e il coraggio e la forza di tifare contro un regime come in Offside.