‘Bull’ dall’Inghilterra un revenge movie brutale e sanguinario

Bull è un film britannico del 2021, scritto e diretto da Paul Andrew Williams, autore famoso in patria per la sua versatilità e prolificità.

Dopo aver lavorato ai generi più disparati, dalla commedia (Una canzone per Marion) all’horror (Cherry tree lane), passando anche per drammi storici (The Eichmann show), il regista approda ora anche al revenge movie con sfumature thriller.

Prendendo spunto da alcuni dei titoli più iconici del genere, e forte di un cast di talenti come Neil Maskell e David Hayman, Bull prova a inserirsi in quella schiera di produzioni Revenge che negli ultimi anni sono riuscite a ritagliarsi una folta nicchia di pubblico.

Bull La Trama

Dopo essere stato creduto morto per dieci anni, Bull, un tempo braccio violento di una piccola famiglia di criminali inglesi, ricompare misteriosamente in città alla ricerca di qualcuno. Il suo ritorno getta nel panico il sottobosco criminale della zona. Apparentemente quasi tutti sono colpevoli di un torto imperdonabile commesso nei suoi confronti.

Avvolto dal mistero sulla sua presunta morte, Bull scatenerà un’ondata di violenza e sangue contro una comunità all’apparenza priva di innocenti.

Bull Scrittura Fragile

Bull è uno di qui film che fin dai primi minuti dichiara la sua semplicità narrativa. La crociata vendicativa del protagonista segue i binari più classici del genere. Scegliendo di giocare sul sicuro, con una scrittura minimalista e basilare.

Questo di per sé non sarebbe un problema, anzi. Proprio nel suo genere di riferimento abbiamo potuto apprezzare numerose sceneggiature semplici ma efficaci. Basti pensare ai classici Io vi troverò o John Wick, giusto per citarne due. Ma qui la semplicità cade spesso in un’ingenuità difficile da ignorare.

Stupisce anche il fatto che il percorso vendicativo di Bull scorra liscio per tutto il film, senza intoppi o difficoltà di sorta. Difficilmente si sente il peso di una posta in gioco. Con una caratterizzazione dei personaggi fatta a colpi di accetta, è davvero difficile provare qualcosa nei confronti del protagonista e dei suoi nemici.

Va ad aggiungersi un finale in estremo contrasto con il suddetto minimalismo. Innaturale rispetto al resto del film, da alimentare la sensazione di aver assistito a un racconto portato avanti più dalla velleità dell’autore che dalla storia.

Alla fine emerge un disegno narrativo poco omogeneo, fatto di dinamiche che sanno di già visto e di scene mal costruite.

Interpretazioni dei personaggi

Nonostante i problemi, troviamo un ottimo cast costruito da Paul Andrew Williams. Il regista riesce a ottenere  interpretazioni capaci di rendere intriganti personaggi che su carta avrebbero poco o nulla da dire.

Neil Maskell, che qui interpreta il protagonista Bull, è perfetto nella parte dello psicopatico sanguinario in cerca di vendetta. In certi momenti il suo sguardo ricolmo di follia riesce a tenere in piedi la scena da solo. Rendendo di fatto affascinante un protagonista altrimenti piuttosto dimenticabile e bidimensionale.

Discorso molto simile per David Hayman, che interpreta l’antagonista, nonché suocero di Bull, la fonte principale di dialoghi nel film. Anche in questo caso la bravura dell’attore riesce nella non facile impresa di dare intensità a momenti altrimenti piuttosto banali.

Insomma, se sul fronte della scrittura dei personaggi si poteva fare di più, su quello della direzione degli attori invece il lavoro del regista è decisamente riuscito.

La brutalità del basso budget

Se c’è un elemento che più di tutti caratterizza Bull e rimane impresso, è sicuramente la violenza.

Fin dalle prime scene ci mostra una brutalità spietata, esplicita e sanguinaria, in un’escalation di cattiveria che colpisce  dritto allo stomaco.

La violenza animalesca di Bull ha un che di magnetico nella sua ferocia. È davvero difficile non rimanere affascinati dalla freddezza con cui uccide, mutila o tortura, sia in senso positivo che in quello catarticamente negativo tipico di questo genere di film.

Forse non sempre questa scelta è motivata degnamente dalla scrittura (anzi, in un paio di frangenti arriva persino a risultare un po’ gratuita), ma di sicuro ottiene l’effetto di rendere condivisibile il terrore che i nemici di Bull nutrono nei suoi confronti. Nonostante questo elemento sia sicuramente il più riuscito del film, bisogna ammettere che è anche quello che più evidenzia i limiti economici dell’opera.

Paul Andrew Williams ricorre ai più classici escamotage tentando di nascondere le scarse risorse produttive a sua disposizione, finendo invece per accentuare il problema.

A volte si ha la sensazione che ci sia un abuso del fuori campo, evidentemente sfruttato per nascondere momenti che altrimenti avrebbero richiesto una messa in scena complessa e costosa. Allo stesso modo anche certi repentini tagli di montaggio appaiono un po’ innaturali, specialmente a fronte di una regia che normalmente si prende i suoi tempi, abbondando di long shot e inquadrature ben ragionate, e che all’improvviso diventa rapida e confusa.

Utilizzare i trucchi più semplici per nascondere limiti di budget è da sempre l’anima della produzione cinematografica, ma in questo caso la sensazione è che ci si sarebbe potuti impegnare di più, ricorrendo a stratagemmi meno evidenti o quantomeno più vari tra una scena e l’altra.

Conclusione

Bull è un film dal risultato piuttosto in linea con le ridotte ambizioni da cui nasce.

La violenza brutale del suo protagonista e le ottime interpretazioni del cast lo rendono un prodotto quantomeno apprezzabile dagli appassionati di revenge movie. In caso contrario, sarà difficile sorvolare su una scrittura fin troppo debole e qualche ingenuità produttiva e registica di troppo.

Di sicuro la breve durata (meno di novanta minuti) è un buon incentivo in caso gli si voglia dare una possibilità.