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Mubi Film

‘Violence’: una visione in tre atti di istanti di insensata brutalità

Nell’opera prima di Jorge Forero la banalità della violenza cammina mite dalla foresta amazzonica per le vie di Bogotà

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Presente nella retrospettiva Mubi dedicata al Festival di Berlino, Violence è l’opera prima dietro la cinepresa e alla scrittura del produttore colombiano Jorge Forero (La tierra y la sombra).

Il film, prodotto da Burning Blue, Congo Films, Blond Indian Films, Post Bros e Interior XIII, fu presentato nel 2015 nella sezione Forum della Berlinale.

Placida visione di attimi violenti

Tre uomini si svegliano all’alba di un giorno qualunque delle loro vite.

Uno è un prigioniero nel cuore della foresta amazzonica, un altro è un adolescente in cerca di lavoro, il terzo è un generale paramilitare.

Tutti e tre sono senza nome, parlano poco, fanno gesti quotidiani. Li vediamo dormire, mangiare, camminare. Le loro strade sono collegate da una sottile azione di violenza collocata nel panorama della Colombia contemporanea. Uno è un sequestrato della guerrilla, un altro diventerà un inconsapevole falso positivo dell’Esercito Nazionale, il terzo mostrerà sotto un’indole pacata e gentile una crudeltà esercitata con automatismo.

Forero con un ritmo dolce e una visione quasi romantica di azioni banali fa seguire allo spettatore una passeggiata in tre atti distinti e slegati tra loro di tre giornate ordinarie ove la violenza non è persistente ma centellinata e pungente.

Sotto ad un titolo che vuole creare un’immagine palese e, forse, una timorosa tensione, Violence è un film sorprendentemente con pochissima violenza. Il racconto non suscita un dolore nella visione ma crea brevi e fugaci riflessioni su una crudeltà disumana, reale e sociale.

Per la maggior parte del film quello che viene mostrata è la quotidianità tranquilla, a tratti noiosa, in quanto prevedibile e l’atto di violenza che svela il senso dell’osservazione è racchiuso in pochi secondi, inquadrature, istanti. Picchi d’inquietudine in una realtà apparentemente placida.

Silenziosi piani sequenza per le vie della Colombia

La messa in scena è elegante ed essenziale. Lunghissime inquadrature osservano furtivamente i tre protagonisti nel loro vagare.  Chi non è al centro dell’atto scompare: i personaggi essenziali ma non protagonisti del racconto sono punti senza volto, parlano fuori campo, sono lontani, sfocati.

Tutti e tre gli uomini sono in viaggio e ci portano inconsapevoli con loro, trasportati in maniera passiva ma necessaria da persone ed eventi: così il prigioniero cammina incatenato per la giungla, l’adolescente osserva dal finestrino della macchina il paesaggio colombiano cambiare davanti a sé, il generale gira sul suo furgone come un bancomat a quattro ruote per la popolazione intorno a lui.

Violence è un’opera prima dalla fotografia e dal sonoro pensati in maniera raffinata, ove anche l’assenza di luce o di parola hanno un ruolo nella costruzione di un’opera che vuole allontanarsi il più possibile da una visione stereotipata del suo titolo e del suo significato intrinseco.

È un film quasi muto e avvolto spesso da un buio che lascia disorientati ma non impauriti.

C’ è qualcosa di affascinante nell’osservazione del regista che fa passare anche le azioni più semplici come un soffio e ci fa ritrovare in un attimo alla fine del film. C’è una luce rarefatta e afosa – penso al fresco bagno del prigioniero nelle acque torbide della giungla che passano da una luce aperta e libera a un’oscurità melanconica – e una bellezza straniera e semplice del vivere che non necessita di parole e che rende anche una passeggiata in bici per le vie di Bogotà un’esperienza infinita e al contempo fugace.

L’insensato è il reame della violenza

Violence è un’opera prima come ci piacerebbe saperne fare in Europa. Un’ osservazione che con gentilezza ossimorica passeggia per una banalità del male esposta nelle sue crepe più evidenti nella costituzione della Colombia odierna.

Una banalità figlia dell’insensato e dell’innecessario, come lo è qualsiasi tipo di brutalità, e che fiorisce inaspettata ma inevitabile. Lampi di violenza in un cielo altresì sereno.

Violence è su Mubi nella categoria “I grandi festival: La Berlinale”.

Trova qui tutte le recensioni su Taxi Drivers del catalogo Mubi.

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  • Anno: 2015
  • Durata: 74'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Colombia, Messico
  • Regia: Jorge Forero