Nasce tra i banchi di scuola del CineTeatro di Roma la webserie “Assolti e rimborsati”, da un’idea di uno degli allievi di scrittura e regia del corso sviluppata poi collettivamente sotto la supervisione creativa di Federico Greco. “Casa, Crisi, Chiesa” sono le tre C intorno a cui ruota l’indagine socio-antropologica leggera ma pungente della serie sull’Italia che crede senza farsi domande. Non a caso, la mission ironica di “Assolti e rimborsati” è proprio quella di “dare risposte a chi non (si) fa domande”. La provocazione canzonatoria e mai caustica è il tono con cui i difetti dell’italiano medio sono presi di mira per essere smascherati, derisi e denunciati.
Roma. Protagonista della storia è la famiglia Tanzi, soffocata dalla crisi economica che investe il Bel Paese. Rocco, il capofamiglia, ha perso il lavoro e per sbarcare il lunario si “arrabatta in tutti i modi per far quattrini”- come direbbe Verga – mentre sua moglie Pina continua a fare quello che ha sempre fatto, la casalinga. Benedetta e Giovanni, i figli adolescenti, studiano ancora. La soluzione adottata dalla famiglia per non annegare nella crisi imperante è quella di dividere l’appartamento in cui vivono e di ricavarne un B&B, con il risultato di tamponare lo stato di indigenza in cui versano accettando la compromissoria situazione di condivisione dell’intimità con degli sconosciuti. Il primo inquilino è un trentenne seminarista che impone loro un severo rispetto delle regole religiose, osservanza che trova terreno fertile nelle abitudini dei Tanzi già di per sé molto credenti. Quando il giovane seminarista completa i suoi studi e lascia la casa, la famiglia – cattolica e praticante – dovrà prepararsi a confrontarsi e ad accettare le mille sfaccettature del mondo esterno per continuare a poter contare sull’unica sua fonte di sostentamento. In questo trambusto di difficili tolleranze, la sedicenne Benedetta annuncia di essere incinta, mobilitando i genitori verso la preparazione di un matrimonio riparatorio con un futuro marito ancora da rintracciare.
Non si può certo dire che “Assolti e rimborsati” sia una comedy con intenti blasfemi, è piuttosto un tentativo di parodiare la sottomissione dogmatica a una dottrina – in questo caso religiosa – che imponendo una fede assoluta e senza titubanze, porta a scontrarsi con situazioni estreme vissute tra il ridicolo e il grottesco. Bonariamente, i 5 episodi di circa 10 minuti ironizzano sulla bigotteria che trascina verso l’accettazione incondizionata del paradosso. Non è la religione o la spiritualità a essere bersagliata bensì quell’atteggiamento disinformato con cui gli italiani elaborano il concetto religioso che li rende creduloni più che credenti, esseri contraddittori illusi di agire in buona fede. Rimanendo fedele ad un approccio divertito e divertente, “Assolti e rimborsati” riesce con semplicità a strapparci un sorriso facendoci riflettere sugli eccessi a cui la cieca osservanza delle regole conduce.
“Assolti e rimborsati”, frutto di un lavoro di fine anno presso il Cineteatro – uno spazio di ricerca, incontro e formazione che si identifica nei salotti del primo ‘900 – lascia trapelare tutta la genuinità di un progetto votato alla valorizzazione del processo creativo collettivo, all’arte come ricerca di contenuti da veicolare con il supporto di mezzi tecnologici accessibili (la serie è girata con una Canon EOS 5D Mark II). In un’intervista rilasciata al Paesesera, Federico Greco precisa l’intento di voler creare “un prodotto che potesse avere un riscontro con il mercato, cercando di fare girare la serie nei canali ufficiali”, ma non è difficile immaginare la resistenza di un Paese poco incline a farsi burla delle proprie debolezze e manchevolezze. Fortunatamente esistono canali alternativi a cui affidare la divulgazione di un pensiero ‘anticonformista’, per cui la serie andrà in onda ogni due lunedì a partire dal 22 ottobre su Own Air.
Francesca Vantaggiato