‘The Editorial Office’ il collasso morale secondo Bondarchuk
The Editorial Office è il film di Roman Bondarchuk in gara alla 74ª edizione della Berlinale. Il film girato nell'arco temporale precedente e durante l'invasione russa è dedicato a Viktor Onysko, che ha perso la vita nel conflitto durante una missione di combattimento.
The Editorial Office è il film di Roman Bondarchuk in concorso alla Berlinale 2024. Un film che descrive l’impatto mediatico, in forma esaltante, in una società quale quella ucraina, prima e durante l’invasione russa. Corruzione, fake news ed eccessi, sono la linea direttrice dell’opera presentata il 16 febbraio 2024 a Berlino.
The Editorial Office: trama
Il film narra le vicende di Yura (Dmytro Bahnenko), un giovane ricercatore di storia naturale, impegnato nella ricerca di una marmotta nelle pianure del sud dell’Ucraina, tra la Crimea e l’Ucraina continentale, con l’obiettivo di preservare la zona come riserva europea. Nonostante l’incipit possa suggerire un approccio naturalistico, finalizzato alla conservazione dell’ambiente, il regista ha intessuto una trama assai più complessa, connaturata da nodi intricati, a partire da quando il protagonista, durante la sua ricerca, si imbatte in alcuni individui intenti ad appiccare un incendio.
Yura, coerente con la sua professione, documenta l’accaduto con l’intento di diffondere la notizia e, possibilmente, portare i responsabili di fronte alla giustizia. Ciò trasporta The Editorial Office in un’ottica sottesa di una società vibrante nell’ambito digitale, connessa alle sfere politiche, economiche e culturali del paese. Yura si ritrova a custodire il prezioso carico della verità, un peso che pochi sono disposti ad ascoltare e molti cercano di seppellire, in virtù di un moralismo votato alla visibilità e alla raccolta del consenso, nel cuore di un contesto difficile e meschino.
La satira schiacciante di Bondarchuk
In The Editorial Office, Roman Bondarchuk imprime una rilevante vena satirica, finalizzata a delineare la ferocia predominante, prima di tutto nei media, in un contesto più ampio e profondamente radicato nella cultura politica. Quest’ultima, detentrice di un potere elitario e fuorviante, si palesa come una forza distorta nei confronti di una società intrappolata tra l’impetuosa ondata digitale, caratterizzante l’era contemporanea, e il collasso indotto dalle tensioni con la Russia.
In questo scenario, il regista non si avventura in una critica senza precedenti, non condanna né protegge, bensì sussurra una verità che, con il giusto pretesto, si eleva in modo universale. Un’affermazione che riguarda una cultura di massa concentrata sulla visibilità espressiva, una forma diametralmente opposta all’utilità del contenuto.
Gli strumenti adottati da The Editorial Office risultano paradossali e profondamente esagerati, cavalcano la drammaticità del racconto con un’ironia nera e grottesca. Si vedono personaggi politici intenti a cercare clamore attraverso i social media, editori concentrati nella creazione di notizie clickbait di dubbia provenienza, istituzioni assenti e genitori sconsiderati.
Il tutto contribuisce a una rappresentazione che svela una difficoltà oggettiva nell’accettazione delle condizioni reali, in un paese compromesso in cui l’individuo, ancora una volta arde, analogamente al bosco, sacrificando l’interesse collettivo e camuffando la realtà come deterrente di un’effimera armonia.
Fotogramma di The Editorial Office
The Editorial Office e il valore della verità
The Editorial Office costituisce un corollario di eventi che pone in luce l’essenziale necessità di non affidarsi alla voce univoca della generalizzazione, sottolineando l’importanza di osservare gli avvenimenti con occhio critico e di opporsi alle inerzie di un contesto privo di valori, orientato esclusivamente alla ricerca di consensi. Nel contesto di una denuncia costante di tematiche ambientali, politiche e culturali, il lungometraggio costruisce, progressivamente, la struttura ideale per porre la verità come elemento fondamentale, sebbene quest’ultima manchi, impedendo così una diversa evoluzione degli eventi.
La mancanza stessa, instillata da Bondarchuk nello spettatore, emerge con frustrazione di fronte all’approssimazione e agli stereotipi evidenziati durante la visione, configurando The Editorial Office come un film controverso che, con autenticità, denuncia l’assenza di onestà intellettuale. Nel contempo, la pellicola sembra quasi sforzarsi nel far emergere il proprio contenuto leale, sopraffatto dalla potenza di personaggi che si ergono al di sopra di Yura, rendendo il protagonista impotente ma ostinato nella sua lotta impari.
Questo rende The Editorial Office una severa lezione su ciò che accade quando si adotta un fronte unico verso la sottrazione morale, l’arricchimento materiale e la standardizzazione culturale. Una lezione che il regista trasmette adottando la stessa metodologia dei suoi personaggi, privando il protagonista di mezzi e strumenti adatti a perseguire il suo obiettivo etico.
In conclusione
The Editorial Office si avvale di una regia caratterizzata da una forte dedizione illustrativa. Le ambientazioni e i paesaggi tipici del periodo antecedente all’invasione, si fondono in modo impeccabile con la tematica del film, generando un’attesa perpetua nello spettatore, analogamente al territorio inconscio dell’imminente accadimento. Le riprese, realizzate attraverso long take, riescono a connettere il desiderio pressante del protagonista, con la stasi generale, elemento divorante della maggior parte della trama.
I personaggi, in particolare i protagonisti, interpretati da Dmytro Bahnenko, Zhanna Ozirna, Rymma Ziubina e Andrii Kyrylchuk, pur adottando un approccio metodico e ripetitivo, si integrano con eccellenza nell’intero contesto, contribuendo alla completezza dell’opera. The Editorial Office è un film che non cerca di impressionare, ma piuttosto invita a una riflessione accurata sugli eventi, presentando un racconto, seppur spesso colorito, didascalico e di costante attualità.
Genere: drammatico, documentaristico, commedia dark
Nazionalita: Ucraina, Germania, Slovacchi e Repubblica Ceca
Regia: Roman Bondarchuk
Data di uscita: 16-February-2024
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