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Berlinale

‘My Favourite Cake’: i registi iraniani del film si esprimono sul divieto di presentare il loro film alla Berlinale

Nonostante l’appello della Berlinale, a Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha è stato impedito dalle autorità iraniane di recarsi al festival tedesco per la première mondiale del loro film.

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My favourite cake

I registi iraniani di Keyke Mahboobe Man (My Favourite Cake) si sono impegnati a respingere la censura in patria dopo che le autorità di Teheran hanno impedito loro di recarsi alla Berlinale per la première mondiale del film.

“Abbiamo deciso di accettare le conseguenze della nostra scelta di dipingere un quadro realistico delle donne iraniane. Ci sentiamo come genitori a cui è proibito guardare il loro bambino appena nato. Oggi non ci è stato permesso di goderci la visione del film insieme a voi. Siamo tristi e stanchi, ma non siamo soli”,

hanno detto i registi in una dichiarazione letta dalla co-protagonista del film Lily Farhadpour, che ha potuto recarsi a Berlino insieme alla collega Esmail Mehrabi.

Moghaddam e Sanaeeha hanno affermato che realizzare film sotto la censura iraniana è diventato sempre più insostenibile. Prima della presentazione del film a Berlino, le autorità iraniane hanno sequestrato i passaporti dei registi e hanno minacciato un caso in tribunale.

Ciò ha portato gli organizzatori della Berlinale a protestare a favore della partecipazione dei registi al festival tedesco.

I due registi, nella loro dichiarazione, hanno parlato della censura cinematografica in Iran.

“Per anni, i cineasti iraniani hanno realizzato film obbedendo a regole restrittive che, se violate, possono portare ad anni di sospensione, proibizione e complicati casi giudiziari. È un’esperienza dolorosa, che abbiamo vissuto molte volte”.

Il loro film del 2020, Ballad of a White Cow, presentato in anteprima a Berlino, è ancora vietato in Iran e oggetto di una causa giudiziaria non ancora conclusa. Moghaddam e Sanaeeha, inoltre, nella loro dichiarazione, hanno insistito sulla necessità di continuare a girare film sulla realtà della vita in Iran, e di non permettere che la censura manipoli le loro storie. My favourite Cake ne è un esempio tangibile.

I registi hanno aggiunto:

“dedichiamo con orgoglio la nostra prima proiezione alle donne onorevoli e coraggiose del nostro Paese che si sono mosse in prima linea nella lotta per il cambiamento sociale, che stanno tentando di abbattere i muri di culture obsolete e che sacrificano la propria vita per raggiungere la libertà”.

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