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‘ Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia ‘ Amore, amicizia e politica
La serie giustamente premiata dal pubblico televisivo
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10 mesi agoon
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Luca BoveCavalcando il successo dell’ultima edizione del Festival di San Remo, la RAI colleziona un altro successo con Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia, disponibile su RAI Play.
Amore, amicizia e politica.
Dopo la messa in onda di La lunga notte – La caduta del Duce, La Storia e La Rosa dell’Istria, continua il momento storico vissuto da Viale Mazzini, con Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia, la fiction dedicata all’eroe e poeta del Risorgimento, autore del Canto degli Italiani, prodotta da RAI Fiction e Pepito Produzioni.
“Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia”. La trama
Tra amori e ideali, il racconto degli ultimi anni di vita di Golfredo Mameli, il giovane studente genovese autore del canto che sarebbe diventato l’inno nazionale della Repubblica Italiana.
Riccardo De Rinaldis in “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia”
Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia, andata in onda il 12 e 13 febbraio su RAI 1, ha conquistato il pubblico della prima serata, con circa quattro milioni di telespettatori. Un successo che ha sbaragliato una concorrenza a dir poco agguerrita.
Diretta da Luca Lucini (Le ragazze di carte) e Ago Panini (Aspettando il sole), la nuova fiction RAI è stata giustamente premiata dal pubblico televisivo. Mameli. Il giovane che sognò l’Italia può essere definita una mini serie, ma ha tutte le carte in regola per essere considerata un film per la televisione, capace di intrattenere e ridare nuova linfa a un argomento storico, probabilmente impolverato dal trascorrere del tempo.
Gli eroi del Risorgimento come Mazzini, Garibaldi e lo stesso Mameli sono nomi conosciuti da tutti, ma dopo circa centosessant’anni dall’Unità d’Italia, difficilmente riusciamo a considerarli uomini in carne e ossa. Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia riesce in questo: a rendere vivi personaggi imprigionati nelle pagine dei manuali scolastici. Un’operazione non certo facile, resa possibile da un cast ben assortito tra giovani ed esperti interpreti del cinema e della televisione.
“Confesso che io di Goffredo Mameli non sapevo proprio nulla, poi ho studiato”.
È quanto ha ammesso Riccardo De Rinaldis, attore ventiquattrenne che indossa i panni del poeta, autore dell’inno nazionale, adottato ufficialmente solo nel 2017. E bisogna dar merito al protagonista di Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia di aver studiato molto bene. Riccardo De Rinaldis è giovane ma ha alle spalle già una carriera invidiabile. Per la RAI ha partecipato a Doc – Nelle tue mani e può contare diverse apparizioni in Don Matteo, Luce dei tuoi occhi e Vivere non è un gioco da ragazzi.
Un cast ben assortito
Riccardo De Rinaldis supera una prova, non certo facile. L’attore non si limita ad indossare le vesti del poeta risorgimentale, ma riesce a farlo vivere sul piccolo schermo. Personaggio e interprete hanno più o meno la stessa età e De Rinaldis restituisce al suo Mameli l’entusiasmo e la vitalità dei ventenni che hanno unito l’Italia.
Nonostante il suo talento, il giovane protagonista, fortunatamente, non mette in ombra i suoi colleghi. Grazie alla regia di Lucini e Panini, si riesce ad apprezzare il valore degli altri giovani attori.
Innanzitutto, Amedeo Gullà, che interpreta Nino Bixio, può essere considerato a tutti gli effetti un co– protagonista. La coppia De Rinaldis – Gullà è ben affiatata e i due attori si completano a vicenda, riuscendo ad esaltare le rispettive qualità. La loro è una interpretazione viva, a tratti elettrizzante, che non tralascia alcuni riferimenti realistici della vicenda, come la parlata genovese di Bixio.
Altrettanto brave le attrici. Barbara Venturato dà vita alla Marchesina Geronima Ferretti, il primo amore di Goffredo Mameli; Chiara Celotti, che interpreta il difficile personaggio di Adele Baroffi, e Isabella Briganti che, invece, interpreta Adelaide Zoagli Mameli. Completano il cast Neri Marcorè, Ricky Memphis, Sebastiano Somma, Maurizio Donadoni, Giovanni Crozza Signoris e Lucia Mascino. Senza dimenticare, ovviamente, il potente cammeo di Luca Ward, il quale indossa l’abito talare per interpretare il ruolo di Padre Sinaldi.
L’anticlericalismo di Mameli
È proprio quest’ultimo personaggio che ci permette di apprezzare la fiction per un’altra ragione. Dopo un inizio dedicato all’amore, utile per evocare la dimensione melodrammatica e romantica, in auge ai tempi dei fatti raccontati, Mameli. Il giovane che sogno l’Italia, espone, senza strafare, le idee liberali del protagonista, dominato da un forte senso anticlericale.
Il giovane Goffredo è innamorato della Marchesina Ferretti ed è pronto a chiedere la sua mano. Il tutore della giovane, però, appunto il Padre Sinaldi, detesta le idee rivoluzionarie di Goffredo. Ed ecco il primo scontro con un esponente dell’acien régime che nell’Italia preunitaria poteva contare sul grande potere temporale dello Stato Pontificio.
L’anticlericalismo di Goffredo Mameli non si esaurisce in questo singolo episodio, ma raggiunge l’apice quando i protagonisti della vicenda lasciano Genova, per raggiungere Roma, dove nasce una Repubblica democratica, dopo la fuga di Pio IX.
“Il Papa è andato via, buon viaggio e così sia. Non morirem’ d’affanno perché fuggì un tiranno”.
Una rock star del Risorgimento
Sono questi i versi declamati dal poeta alla folla che lo acclama, quando in compagnia del suo fidato amico Nino Bixio, giunge a Roma, dove trovano Ricky Memphis, in formissima, nei panni del Brunetti, il protagonista della rivolta popolare contro il potere politico della Chiesa. All’attore romano è concesso poco spazio, ma quanto basta per farsi apprezzare.
L’aspetto anticlericale non è evocato in modo gratuito; tutt’altro. I riferimenti a questo aspetto, essenziale della personalità di Mameli, aiutano lo spettatore a trovare le coordinate giuste per collocare la complessità del periodo storico. Il Risorgimento italiano è fatto di tante voci, spesso in conflitto tra loro, ma con un unico obiettivo.
E ciò emerge grazie a una sceneggiatura ben scritta che porta la firma di Antonio Antonelli e Michela Straniero. I due autori riescono a restituire lo spirito del tempo e organizzano lo storytelling, dando conto alla Storia, senza però, diventarne schiavi. In questo modo, Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia riesce a restituire lo spirito dell’Italia all’epoca del famigerato Quarantotto, ma allo stesso tempo attualizza la vita del suo protagonista, che sembra diventare una sorta di rock star.