Approda al Biografilm 2024 il nuovissimo lungometraggio scritto e diretto da Olivier Assayas: Hors du Temps.
Alcuni degli interpreti principali sono Vincent Macaigne, Micha Lescot, Nine D’Urso, e Nora Hamzaw.
Il film è prodotto da Curiosa Films.
Hors du Temps: La trama
La storia è ambientata nell’aprile del 2020, periodo di espansione mondiale delle infezioni da Coronavirus. Il regista Etienne (Micha Lescot) e suo fratello Paul (Vincent Macaigne) decidono di passare assieme il periodo di reclusione forzata nella loro casa d’infanzia. A condividere lo spazio casalingo ci saranno anche le rispettive compagne Morgane (Nine D’urso) e Carol (Nora Hamzaw).
Ogni oggetto all’interno della casa riporta a ricordi ormai passati e a persone assenti ormai da tempo: i genitori, i vicini… Attraverso un contatto quotidiano ravvicinato i due fratelli saranno costretti a rivalutare il proprio rapporto e quello con il loro passato. Il tutto avverrà in un luogo e in un tempo che sembreranno lentamente irreali ed un vago senso di straniamento invaderà la vita dei coinquilini.
Oivier Assayas: Il regista (e non solo)

Olivier Assayas è un regista, sceneggiatore, critico cinematografico e produttore francese nato ad Istanbul il 25 gennaio 1955. Esordisce con il lungometraggio Désordre nel 1986, che analizza il disordine come malessere interiore raccontando la storia di tre musicisti che compiono un furto di strumenti per la band di cui fanno parte.
Tra i suoi lavori di più successo è necessario citare Personal Shopper, film del 2016 con Kristen Stewart e Lars Eidinger. Un lungometraggio che si indaga sul binomio vita/morte, critica la società contemporanea inumanamente digitalizzata, ponendo riflessioni profonde in un stile thriller. L’opera è stata ampiamente apprezzata dalla critica, portandolo a vincere il premio per la Miglior Regia alla 69a edizione del Festival di Cannes.
Assayas è inoltre autore di una raccolta di interviste che lui e Stig Björkman hanno gestito assieme al maestro Ingmar Bergman. Conversazioni con Bergman (2018) propone delle riflessioni sul cinema francese contemporaneo e non all’interno di un arco temporale di tre giorni.