Mari Okada è l'ideatrice e regista della pellicola Maboroshi, prodotta con l'animazione di Mappa. Il film è uscito in Giappone nel 2023 ed è disponibile su Netflix dal 15 Gennaio 2024.
Mari Okada, artista di incommensurabile talento, regista e sceneggiatrice, è al timone dell’opera Maboroshi, disponibile su Netflix. Un film dalla scorrevole poeticità, si immerge nell’anima adolescenziale di protagonisti complessi ed ermetici, ma con uno sguardo ambizioso, seppur volatile, verso il futuro. L’opera di Okada naviga nelle acque del drama introspettivo, presentando una configurazione grafica fiabesca con elementi surreali che possiedono una forza metaforica immensa. Come il maestro HayaoMiyazaki ha incantato il suo pubblico con le atmosfere serene di capolavori come La Città Incantata (2001), Il mio vicino Totoro (1988), Laputa – Castello nel cielo (1986) e, non da ultimo, Il Ragazzo e l’Airone, proposto come miglior film d’animazione agli Oscar 2024; così anche Okada in Maboroshi propone un ambiente dai delicati tratti pastello, relegando l’opera in un’avvolgente intensità.
Maboroshi la trama
Maboroshi, ci conduce attraverso i viali di una piccola cittadina industriale giapponese, Mifuse, dove un’antica acciaieria batte il cuore economico del luogo. Masamune, all’età di quattordici anni, si muove tra i banchi di scuola, trascorre il suo tempo con compagni di vita e affronta le prime scintille adolescenziali. La sua esistenza, apparentemente placida e monotona, è però pervasa da un’ombra di disagio, un’eco di quanto accaduto anni prima all’acciaieria stessa. Un incidente, forse scaturito dalla provvidenza divina, attribuita da alcuni abitanti alla montagna da cui proviene il prezioso acciaio, o forse di natura tecnica, ha separato Mifuse dal resto del mondo. Questo evento ha gettato gli abitanti in un limbo illusorio, immerso in un inverno perenne e distante dalla realtà.
In questa trappola vaga e irrisolta, gli abitanti sono costretti a custodire i propri sentimenti, pulsioni, sensazioni, aspirazioni e cambiamenti. Tutto è sottoposto a un controllo perpetuo, poiché le crepe nel cielo, causate dall’incidente, separano la realtà dall’effimera Mifuse. Qui, le ferite dell’anima si manifestano attraverso lesioni vitree, mentre un fumo simile a un’artificiale penombra grigiastra, simbolica della freddezza industriale, risucchia coloro che si lasciano travolgere dall’imponenza dei sentimenti.
Masamune, simile agli altri abitanti, è il risultato della catarsi generale, in cui sacrifica sé stesso, le sue aspirazioni e le giornate stesse, immaginando solo la fuga da un luogo che egli stesso definisce dominato dal fumo. L’amore per la coetanea Mutsumi, un incontro inaspettato e l’accettazione di sé stesso, dei suoi sentimenti e della sua natura, diventano la bussola di Maboroshi, che guida attraverso gli sforzi eversivi dei personaggi nella loro lunga e difficile trasformazione.
L’apatia delle sensazioni
In questa pellicola emerge un quadro che si svolge in un contesto limitato dalle proprie possibilità. Noiosa e ripetitiva, la facciata dell’opera cela una componente intimistica di profonda rilevanza, concettualmente ancorata alla realtà che si intravede spesso tra le crepe. In questo asset metafisico, le esistenze dei protagonisti sono assorbite, immerse in un’atmosfera di oblio e assenza sensoriale. Questa condizione richiama l’interrogativo amletico: cosa si nasconde al di là delle crepe, e come sarebbe fuggire da questa tiepida cittadina?
Maboroshi, a partire da questa stucchevole prefazione, attraversa un’evoluzione interessante. Dall’emersione puramente visiva, si rinchiude in uno spettro introspettivo languido ma altrettanto affascinante. Il protagonista, in un momento di massima presa di coscienza, si risveglia dalla catarsi, esplorando l’assenza delle percezioni più elementari, come gli odori, sino a toccare sentimenti più intensi, come la sofferenza.
Una riflessione profonda permea l’illusione presente in Maboroshi, così come l’assenza di una spiritualità intrinseca in ogni individuo. Emergono la concretezza materiale, priva della concezione umana, e l’essere in sé, influenzato dall’assalimento dei sentimenti, ritenuti reali grazie alle prove di dolori e afflizioni, o di gioia e serenità. Maboroshi così, con la sua impronta fantasy, offre uno sguardo sulla dipendenza delle masse nel contesto dell’evoluzione razionalista della società, che intacca i tratti più naturali dell’inconscio. Un inconscio che percorre le varie fasi in ciascun individuo, mentre al contempo soffia l’alito vitale nei corpi di carne e ossa, fragili di fronte al freddo acciaio delle macchine.
Maboroshi – Fotogramma
Maboroshi: una vita vissuta a metà
Maroboshi pone il suo sguardo su un aspetto ineluttabile della vita: l’inesorabile scorrere del tempo, implacabile e sfacciato, che blocca attimi, vieta ambizioni e sconvolge esistenze. La visione di Okada è profonda, lineare e priva di indulgenza. La regista non adotta una prospettiva mitigante, ma piuttosto affronta i personaggi con una costante afflizione, radicata nell’incertezza del futuro. Un futuro che impedisce di gustare appieno il presente, costringendo Masamune e Mitsumi a vivere in un limbo simbiotico, finalmente infranto nella leggerezza della passione amorosa nell’epilogo.
Vivere per il presente e prepararsi a fronteggiare il domani, nel caso in cui ci sia, rappresenta il nucleo di questa visione. In Mifuse, l’illusione è tanto concreta quanto il corpo che può frangersi sotto il peso del fumo delle volontà, ma che rimane impotente di fronte all’inevitabilità di ciò che è nell’istante presente. L’affronto della monotonia programmata di un futuro incerto, confrontato con la tangibile realtà del presente, costituisce il messaggio ambizioso che la cineasta nipponica ha saputo trasmettere, attraverso due figure in costante crescendo introspettivo.
L’importanza delle immagini
Autori in divenire, come Okada, che fondono la struttura anime con profondità tematiche, si distinguono per la tendenza delicata e sublime delle immagini. Con colori soavi, tenui ed accoglienti, l’animazione di Maboroshi si adagia su tratti dei personaggi leggeri e poco invadenti, accogliendo le sensazioni che essi provano e riversandole nei disegni con un’eccessiva, ma piacevole colorazione, armoniosamente integrata nell’insieme. L’ambiente, spoglio, a tratti tetro e costipante, rilascia comunque una sensazione di quiete, offrendo una prospettiva accomodante e tal volta piacevole.
Questi elementi non migrano il significato dell’opera, bensì lo esaltano. L’attenzione a un’animazione leggera è consapevole nel conferire spessore ai dialoghi, ai movimenti e ai sentimenti dei personaggi. I monologhi uditi mentre si contemplano fogli di carta, dove Masamune disegna, rappresentano un esempio di come l’opera aggredisce il pubblico, che avidamente accoglie la delicatezza del linguaggio visivo e, allo stesso tempo, l’impatto essenziale dell’opera.
Trailer di Maboroshi
Maboroshi
Anno: 2024
Durata: 1h 51min
Distribuzione: Netflix
Genere: Anime, drammatico, fantasy
Nazionalita: Giappone
Regia: Mari Okada
Data di uscita: 15-January-2024
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