Fino al 20 ottobre 2012, presso Istrana, verranno proiettati i lavori partecipanti al Festival Internazionale di Cortometraggi Fiaticorti. Per l’occasione, abbiamo intervistato Bartolo Ayroldi Sagarriga, direttore artistico dell’evento. Il 26 ottobre si terrà la premiazione dei cortometraggi vincitori presso il cinema dell’aeroporto militare di Istrana.
Fiaticorti è alla sua tredicesima edizione. Come è nata l’idea e come è cresciuta nel corso degli anni a livello artistico e tecnico?
Il Festival è cresciuto di pari passo alle nuove tecniche digitali. Mentre produrre un film diventava sempre più facile tecnicamente, cresceva sempre di più il numero di persone che provava a farlo. È così che oggi i giovani registi provano a sfondare nel cinema, per questo un festival di cortometraggi è sempre interessante.
Quest’anno è giunto un numero di cortometraggi più che raddoppiato rispetto alle scorse edizioni. Quante opere sono di provenienza italiana e quante estere?
Abbiamo ricevuto ben ventisette cortometraggi provenienti dall’estero. È un record assoluto per il Festival, che si sta sempre più spingendo oltre i confini nazionali. Quest’anno, oltre a cortometraggi provenienti da tutta l’Europa (la Spagna in testa), abbiamo ricevuto cortometraggi anche dall’Argentina, dagli Stati Uniti, dall’Iran e dall’Australia. Un gran bel passo per Fiaticorti.
In tredici anni sarete venuti a contatto con molte realtà giovani e indipendenti: a vostro parere, come è la situazione in Italia?
Quest’anno si è percepita un po’ di crisi. Non parlo di crisi economica, ma culturale. È palese che ci sia un appiattimento di stili ed un impoverimento di questioni trattate. La selezione che abbiamo fatto dei cortometraggi ha voluto evidenziare quei lavori che si sono distinti maggiormente. Per fortuna la realtà giovanile resta sempre innovativa ed aperta al futuro.
E, invece, come è la situazione estera della realtà cinematografica più giovane e indipendente?
La situazione è paragonabile a quella italiana per quanto riguarda l’Europa.
Molto interessante ciò che arriva dal Sud America e dall’Est. Si percepisce una creatività genuina che ha una grande attenzione allo stile e alla pulizia della narrazione.
In questo forte rapporto col cinema italiano e internazionale, riuscite a mantenere contatti anche con la realtà cinematografica veneta che, per esperienza personale, so essere molto viva a livello indipendente?
Abbiamo da sempre una grande attenzione verso il contesto locale. Dal 2006 è stato istituito un premio dedicato agli autori veneti e viene organizzata una serata di proiezione dei cortometraggi veneti selezionati in cui gli autori possono incontrare il pubblico. È sempre interessante condividere con loro le esperienze e le considerazioni sulle loro opere. A volte scopriamo di avere delle realtà molto interessanti proprio dietro casa.