Al cinema, da giovedì 8 febbraio 2024, Runner nasce come omaggio ad action movies cult, quali Die Hard – Trappola di cristallo. Non a caso la dedica finale si rivolge al mitico John McClane (interpretato da Bruce Willis) – e Arma letale. In cabina di regia, Nicola Barnaba realizza un’opera di genere coraggiosa e godibile.
Si legge, dietro la progettazione e la realizzazione, una sana dose di divertimento e una passione maturata come spettatore di un certo tipo di cinema. Protagonisti della pellicola, Matilde Gioli e Francesco Montanari si mettono al servizio della storia e dei rispettivi personaggi, rendendo loro giustizia con ironia e naturalezza. Nel cast troviamo poi Federico Tocci, Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi, Flora Contrafatto e Hana Vagnerova.
Prodotto da Camaleo, realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, Runner è distribuito in sala da Plaion Pictures.
Calabria Film Commission
Runner | La trama
Lisa (Gioli) ha un passato come campionessa sportiva, ma il suo sogno è sempre stato quello di lavorare nel cinema. Si sa, per entrare nell’ambiente ci vogliono fortuna, pazienza e determinazione. E, di quella, Lisa è piena. Tanto che ha deciso di entrare a lavorare in qualità di runner in una produzione dove ha incontrato – innamorandosene – la bella Sonja (Vagnerova), protagonista del film.
Le due evitano di far sapere agli altri che tipo di relazione le unisce, ma nell’intimità appaiono molto legate. Se non che, Lisa scopre di non conoscere poi così bene Sonja. La donna, infatti, è nel radar di un poliziotto corrotto, Bosco (Montanari), che sembra avere dei conti in sospeso con lei. Per una serie di sfortunati eventi, Lisa finirà invischiata in un omicidio che la vede come indiziata numero uno e dovrà (letteralmente) correre, al fine di dimostrare la sua innocenza.
Il cinema di genere che omaggia i cult
Se in Italia non si vedono spesso film di genere in senso stretto, va lodato chi, di tanto in tanto, si prende la briga di tentare l’impresa. Anche se poi il prodotto finale non è completamente riuscito. Runner mette in scena suggestioni che compongono un determinato immaginario collettivo, omaggiandolo con grande lucidità e andando a solleticare la curiosità di chi, con quell’immaginario, ci è cresciuto e si è formato un proprio gusto cinematografico.
La trama non è sicuramente delle più originali, ma la sceneggiatura gioca con un’ironia e un’atmosfera che la rendono gradevole e ben fruibile. Ad arricchire il progetto pensano poi le performance delle due protagoniste: la Gioli sfrutta il fisico e il fascino, come se l’action fosse sempre stato il suo genere; Montanari rispolvera ciò che ha appreso (e sfoggiato) con personaggi come il Libanese e Corso Manni (Il grande gioco).
Interamente realizzato da maestranze italiane, il film è ambientato pressappoco in una sola location, claustrofobica e insieme avvincente. La corsa contro il tempo si sviluppa in una sola notte, così da sostenere il ritmo della narrazione e delle vicende, che intrattengono dal primo all’ultimo minuto. Il finale, meta cinematografico e sorprendente, risulta una piccola ciliegina sulla torta.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.