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Interviews

‘Smoke Sauna’ intervista con la regista Anna Hints

Il documentario ha vinto agli Efa 2023 e sarà in sala con Wanted per tre giorni come evento speciale

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Arriva nelle sale italiane come evento speciale, dal al 7 febbraio 2024, il documentario diretto da Anna HintsSmoke Sauna – I segreti della sorellanza sarà in sala grazie a Wanted.

Alla regista Anna Hints abbiamo fatto alcune domande riguardo il suo documentario, uno sguardo tutto al femminile, intimo e al contempo
intenso, che porta sul grande schermo un rito ancestrale, quello della sauna della tradizione estone detta “sauna a fumo” della contea di Võru – una pratica mistica e antichissima che dal 2020 è iscritta al Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

La genesi di Smoke Sauna di Anna Hints

Come è nata l’idea di questo documentario?

Le mie radici sono nell’Estonia sud-orientale, nella cultura specifica di Võromaa e Setomaa dove la tradizione della smoke sauna è ancora molto viva e fa parte dell’UNESCO. È un luogo dove le donne partorivano, lavavano i morti e guarivano. La mia nonna di Võro è stata come una madre per me, mi ha trasmesso l’eredità, i canti e le conoscenze e il potere di trasformazione della cultura della smoke sauna. Fin dall’infanzia sapevo che su questa Terra esiste un luogo in cui tutte le nostre emozioni ed esperienze possono essere condivise senza giudizio o vergogna. Nessuna esperienza è troppo dolorosa o vergognosa.

L’idea concreta del film mi è venuta nel 2015, quando mi trovavo in un monastero buddista in Thailandia, partecipando a un ritiro silenzioso con mia madre, con la quale ho avuto una relazione turbolenta in passato. Dovevo stare in silenzio per 26 giorni: non parlare, non leggere,
non scrivere. Ho notato che nel silenzio ci sono ancora molte voci dentro di noi e ho iniziato a chiedermi a chi appartengono quelle voci: dov’è la mia voce, come riconosco la mia voce?

anna hints

Così ho unito la mia esperienza nel monastero insieme alla mia profonda esperienza nella smoke sauna come spazio sicuro e curativo per potenziare la nostra voce. È interessante notare che mentre realizzavo il film (in tutto ci sono voluti 7 anni), all’inizio ho pensato quanto fosse importante il coraggio di condividere cose scomode. Ma più andavo avanti con il film più mi rendevo conto di quanto fosse importante il coraggio di ascoltare queste cose scomode.

Le protagoniste di Smoke Sauna di Anna Hints

Come hai scelto le protagoniste del film? Perché le rivelazioni che vengono fatte sono, oltre che molto personali, anche molto importanti e attuali per affrontare vari temi, dall’emancipazione femminile alle minoranze, passando per la violenza, tanto per citarne solo alcune.

Prima di tutto penso che sia importante dire che io sono come una voce nella comunità, vengo dalla cultura mostrata in Smoke Sauna. La base, quindi, è partire dalla fiducia nella sorellanza. Per terminare il film ho impiegato 7 anni. Ho cominciato con persone della sorellanza che conoscevo, che erano mie amiche. E avevo delle regole precise, per esempio non volevo convincere o obbligare nessuno a essere nel film. Per questo ho incontrato le donne separatamente e ho condiviso con loro il livello di intimità che volevo raggiungere e che loro erano disposte a concedere. Loro hanno capito e sono state concordi nell’andare a fondo.

La seconda cosa che voglio sottolineare era il fatto che per me era importante creare intimità. Di solito quando un attore o un’attrice accetta un determinato ruolo arriva il produttore per far firmare il contratto, prima di filmare. A me, invece, questo procedimento sembrava sbagliato. Era sbagliato chiedere loro di fare questo viaggio, di essere nude, di aprire la loro anima e filmare qualcosa prima di sapere che direzione avrebbe preso la storia. Mi devo, quindi, congratulare con la mia produttrice che ha condiviso la mia visione e mi ha supportato in questa scelta.

Ci siamo prese un grande rischio; è stato molto diverso dai film “regolari”, abbiamo rischiato e fatto firmare solo dopo, nella post produzione. Ho mostrato alle protagoniste il prodotto finito dando loro la possibilità di scegliere e dire se erano d’accordo o meno. Volevo dare grande considerazione alla loro voce e ognuna poteva scegliere se firmare o no il proprio contratto.

Questo è stato da una parte un grande rischio, ma dall’altra anche una prova di grande fiducia.

Come sei entrata in contatto con queste donne?

Come ho detto ho impiegato 7 anni per realizzare il film.

Poi un’altra cosa importante da dire a tal proposito è che l’Estonia è un paese piccolo e nel giro di poco è circolata a livello nazionale la voce che stavo facendo questo film. Le donne, quindi, hanno cominciato a contattarmi, anche alcune che non conoscevo ma che volevano far parte del film.

Quindi si sono aggiunti anche nuovi membri della sorellanza. E ci tengo a sottolineare che non sapevamo che storie sarebbero venute fuori. Entravamo nella sauna, cominciavamo a filmare e riprendevamo qualunque cosa senza sapere dove potessimo andare a parare. C’erano, quindi, intimità e fiducia.

Importante anche il fatto che ad essere coinvolti erano/sono corpi nudi di donne. Corpi che nella sauna non sono sessualizzati, ma, allo stesso tempo, nella società vengono anche oggettivizzati. Una delle mie priorità era non renderli così.  Per questo abbiamo fatto prima dei test su di me per trovare il linguaggio giusto. Poi ho mostrato questo materiale alle donne. Loro, a quel punto, sapevano qual era la visione che volevo dare, come volevo mostrare il loro corpo e si sentivano sicure.

Praticamente è stato come un dialogo. Hanno cominciato a entrare nella mia vita un po’ casualmente.

Per le riprese, in generale c’è da premettere che quando si va alla sauna ci si sta del tempo, anche mezza giornata perché si cerca un’esperienza che è quello che cercavamo anche noi con le riprese.

Mi viene in mente, per esempio, una donna che aveva avuto un tumore al seno e che voleva partecipare al film alla quale ho detto che poteva condividere la sua storia solo se lo desiderava. Ma le storie vengono fuori come da sole.

Questa sauna è potente e funziona come uno spazio dove ti lavi il corpo, ma anche l’anima: è uno spazio sicuro dove condividi tutto, puoi sentirti a casa.

Dentro delle opere d’arte

A proposito dello studio dei corpi volevo fare una riflessione. Spesso il corpo all’interno di questo documentario viene associato a un’opera d’arte. Il corpo è visto, nonostante quello che viene detto, come un mezzo estetico da ammirare e rendere migliore, anche attraverso la sauna, per piacere, per purificarsi, per liberarsi. E poi il gioco continuo di luci e ombre che si vede nelle inquadrature sembra trasformare i corpi in opere d’arte. Ti ritrovi in questo? Se sì, Anna Hints si è ispirata a degli autori?

Sono nata in questo luogo, nella cultura della smoke sauna fin da quando ero nel ventre materno.

Nella smoke sauna ci sono particolari luci e non c’è elettricità: è molto antica e risale a una cultura precristiana. Ci sono solo piccole e poche finestre; la luce entra e crea spunti interessanti.

Quando sono stata io nella sauna, per esempio, sentivo di essere in un quadro di Caravaggio. Questo è un aspetto di cui abbiamo parlato con la direttrice della fotografia per capire come catturare questa luce e portarla nel film perché è molto speciale, è come essere dentro un quadro. Quando parliamo di linguaggio visivo parliamo di questo: di dipinti e di autori come Caravaggio, per esempio.

Quando ho fatto i test fotografici cercavo di non sessualizzare il corpo. Attraverso questa analisi ho iniziato a vedere come dei paesaggi nei corpi ed è molto interessante: ogni corpo diventa bello ed è qualcosa di cui fai esperienza nella sauna.

Quando si entra nella sauna, la cosa interessante è che ci si tolgono i vestiti ed è all’opposto di quello che avviene sui social media perché lì li metti addosso, con dei filtri. Invece in questo modo entri in un luogo diverso: vedi gli altri corpi e li senti; è molto speciale.

Per me Smoke Sauna è sempre stata supercinematografica, addirittura richiama l’arte greca, e porta in vita la filosofia.

Oltra a questo c’è proprio un gioco di luci e ombre.

La relazione tra buio e luce è importante perché anche quando vai nella spa c’è sempre una specie di luce. Quando entri in questi luoghi scuri come quello della sauna vedi quasi meglio, non solo fisicamente, ma anche metaforicamente. Quello che è dentro di te viene in superficie e trascendentemente guardi in te e negli altri, nello spazio, e si ha una possibilità in più togliendosi tutto e diventando vulnerabile.

Poi un altro elemento importante, oltre alla luce, è l’acqua che diventa simbolica.

Mia nonna, per esempio, mi diceva sempre che quando c’è un trauma è come se avessi acqua ghiacciata dentro. Ma la cosa importante è che non devi mai dimenticare che questo ghiaccio ha il potere di andare via comunque. L’acqua ha il potere di trascendere, di trasformarsi in un’altra forma e crea luci speciali (non abbiamo messo nessuna luce dentro la sauna).

L’universalità di Smoke Sauna di Anna Hints

Volevo tornare sul tema della nudità. La tua regia, le tue riprese colpiscono particolarmente perché non si vedono quasi mai i corpi interamente, ma solo delle parti, spesso collegate a ciò che viene detto in quel momento, anche se non appartengono alla persona che parla. Anzi, una cosa particolare è il fatto che spesso non si comprende chi parla perché viene inquadrato il corpo senza il volto. Una maggiore consapevolezza si ha, invece, quando escono dalla sauna. La sensazione è quella di voler cercare di rendere queste donne universali.

Esatto. Diventa come un’esperienza condivisa. Un’esperienza collettiva di questi corpi in tutte le forme.

All’inizio del film pensavo che la cosa più importante fosse il coraggio di condividere ciò che non era confortevole. Ma poi ho capito, facendo il film, che la parte più importante era il coraggio di ascoltare ciò che non era confortevole ed essere lì. La domanda è siamo pronte a essere scomode?

C’è anche l’importante elemento della condivisione: le persone condividono e ascoltano. Ogni corpo e ogni storia deve esistere, deve essere condivisa, ascoltata e vista. Anche perché la smoke sauna non giudica.

La mia ispirazione, in questo senso, è stata mia nonna, scomparsa da circa 20 anni, che è stata la prima ad avermi introdotto alla cultura della smoke sauna. Ricordo che prima della sua morte le ho fatto delle foto mentre si preparava per andare in sauna.

Lì hai accesso a tutti questi corpi diversi, con età diverse e situazioni diverse (chi parla di una cosa, chi di un’altra) e tutto diventa importante allo stesso modo.

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Per esempio, una donna di circa 65 anni mi ha detto che ha capito di essere stata in guerra con il proprio corpo per tutta la vita e dopo aver visto il film ha prenotato un fotografo per farsi delle foto come nella sauna, per abbracciare il proprio corpo e accettarlo.

Il suono

Infine un altro elemento importante è il suono. Sembra quasi che il film sia percorso da una litania, come fosse una preghiera, a sottolineare il fatto che si tratta di una tradizione, un rito. Ma l’intento è di purificare in qualche modo anche lo spettatore attraverso la visione e la presa di coscienza di queste immagini?

In realtà il mio intento era anche quello di trasformare lo spazio smoke sauna in un cinema. Volevo che si creasse la stessa sensazione di quando si entra in una sala cinematografica e le prime cose sono il buio e il suono: è come un’iniziazione, da qualsiasi luogo arrivi.

Si entra nello spazio della sauna e il mio obiettivo era far sentire lo spettatore come parte della sorellanza, come se avesse sperimentato la sauna. Per me il suono era come una sinfonia, la sinfonia dei diversi elementi, dei corpi, dell’acqua che si muove. Il film dà voce ai corpi. E la voce è un elemento importante perché la lasci fuori.

Volevo dare questa sensazione di purificazione: ti trasforma e ti fa pensare che abbiamo il potere di cambiare e di trasformare qualsiasi cosa negativa. E mi piaceva il fatto che tutte queste cose sono interconnesse, anche perché ho preso delle scelte come regista. Per esempio, ho deciso di non seguire le donne nel lavoro o nella loro vita. Non c’era bisogno: questo è il potere della smoke sauna. Come al cinema, dove hai l’esperienza del film mentre sei nella sala anche nella sauna fai esperienza e tesoro di ciò che viene detto all’interno. E poi quando esci ti senti diversa rispetto a quando sei entrata.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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