Negli ultimi anni stiamo assistendo a una diffusione sempre più ampia del cinema in bianco e nero. Basta guardare alla maggior parte dei film di successo dell’ultimo periodo, da Oppenheimer a Poor things, passando per Maestro e Del Conde, per capire come la fotografia monocromatica stia vivendo una sorta di seconda giovinezza.
Al di là del suo valore estetico, questa tendenza sta contribuendo a riabituare il pubblico alla visione dei film in bianco e nero, portandolo spesso a riscoprire anche grandi capolavori del passato.
Abbiamo quindi deciso di proporvi una selezione di sette grandi film in bianco e nero per riscoprire il cinema anni ’40, un decennio che ha regalato alcune delle opere più immortali della settima arte, ma che troppo spesso viene un po’ dimenticato.
Il grande dittatore
A seguito di un incidente durante la grande guerra, un maldestro barbiere ebreo perde la memoria e rimane per anni relegato in un ospedale. Al suo ritorno a casa, l’uomo scopre di essersi perso parecchie cose, tra cui l’ascesa al potere del dittatore Adenoid Hynkel e l’inizio delle persecuzioni contro gli ebrei.
Spinto un po’ dal senso di giustizia e un po’ dall’amore verso una giovane ragazza del posto, il barbiere inizia a contrastare gli uomini del dittatore, dando vita così a una serie infinita di gag.
Senza ombra di dubbio uno dei capolavori chapliniani, ricco di scene indimenticabili e padre di uno dei monologhi più iconici e potenti della storia del cinema.
Il Grande dittatore è un film imprescindibile per qualsiasi cinefilo, sia per il suo valore artistico che per quello sociale.
La vita è meravigliosa
George Bailey, uomo onesto ma sfortunato, è in procinto di suicidarsi proprio la notte di Natale. A salvarlo viene inviato un maldestro e atipico angelo custode che, dopo aver ripercorso la vita e le motivazioni di George, dovrà trovare un modo per convincerlo che in fondo la vita merita di essere vissuta comunque.
L’opera di Frank Capra è probabilmente il prototipo per eccellenza del film natalizio fatto di buoni sentimenti. Semplice nella sua narrazione, quanto profondo nelle sue tematiche. Un cult immortale capace di scaldare il cuore a ogni visione.
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Ladri di biciclette
Nell’Italia del dopoguerra, Antonio viene derubato della sua bicicletta, unico strumento di sostentamento per lui e la sua famiglia. Preso dalla disperazione, il pover’uomo si avventura con il figlio nei meandri di una Roma martoriata e affamata alla ricerca del ladro.
Il film più famoso di Vittorio De Sica è una pietra miliare del neorealismo italiano. Attraverso la storia di Antonio Ricci lo spettatore riscopre la realtà dell’Italia del dopoguerra con una grandissima forza, di quelle riscontrabili solo in opere partorite da chi quel periodo l’ha vissuto e compreso davvero.
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Breve incontro
Laura e Alec, entrambi sposati con altri partner, s’incontrano per caso alla stazione di una piccola cittadina in cui si recano ogni giovedì. Quel che inizia come un evento casuale si trasforma presto in una passione travolgente che porterà i due a mettere in discussione tutto il loro mondo.
David Lean dirige un classico del romanticismo, essenziale nella sua messa in scena quanto profondissimo nell’esplorazione dei suoi personaggi. La musica di Rachmaninov accompagna meravigliosamente una sceneggiatura che sceglie il realismo più puro, evitando anzitempo tutti quelli che sarebbero stati gli stereotipi del genere sentimentale.
Ancora oggi, a distanza di quasi ottant’anni, Breve incontro può tranquillamente essere definito uno dei migliori film del suo genere.
Roma città aperta
Nella Roma assediata dall’esercito tedesco, le vite di un gruppo di partigiani in fuga si mescolano con quelle di un prete e di una popolana incinta. I loro tentativi di ribellarsi all’oppressione straniera porterà i vari protagonisti a scoprire quanto atroce possa diventare la vita in un teatro di guerra.
Da molti definito il film che ha iniziato il neorealismo italiano, l’opera di Rossellini è indubbiamente uno dei punti più alti del cinema nostrano.
Grazie anche alla sua stretta vicinanza temporale con la guerra stessa che racconta, Roma città aperta definì per molto tempo l’immagine dell’occupazione tedesca a Roma, così come quella della resistenza dei suoi cittadini.
Oltre a questo ha anche il merito di aver fatto acquisire notorietà all’attrice Anna Magnani, che da lì in poi avrebbe vissuto la carriera che tutti conosciamo.
Se non l’avete mai visto fatevi un favore e andate immediatamente a recuperarlo su MUBI, non ve ne pentirete.
Quarto potere
Charles Foster Kane, magnate dell’editoria e uno degli uomini più potenti del mondo, è sul letto di morte quando pronuncia un’unica e ultima parola prima di spirare: Rosabella (Rosebud, in originale).
Il mistero dietro questa parola che nessuno riesce a identificare manda in subbuglio l’America. Tutti vogliono sapere chi o cosa sia Rosabella, e ancor di più perché sia stato proprio l’ultimo pensiero di un uomo talmente potente e controverso. È così che il giornalista Jerry Thompson viene mandato a studiare e ripercorrere l’assurda vita di Kane con l’intento di decifrare il mistero partorito dalla sua morte.
Quel che ne seguirà sarà il racconto di un uomo estremamente complesso e sfaccettato, un personaggio talmente ben scritto e interpretato (dallo stesso Orson Wells) da essersi impresso a forza nella storia del cinema.
Da molti ritenuto uno dei più grandi film di sempre, il capolavoro di Wells non è invecchiato di un giorno dalla sua uscita. La sua capacità di riscrivere la grammatica filmica del cinema delle origini, giocando e sperimentando sia con la regia che con la scrittura, rende Quarto potere un film immortale che va visto assolutamente.
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Casablanca
Casablanca, 1941. In una città ricolma di profughi e disperati in fuga dall’Europa, Rick Blaine entra in possesso di due lettere di transito che permetterebbero a chiunque di fuggire.
I preziosi documenti hanno un valore inestimabile e per questo sono ricercati sia dai soldati tedeschi che occupano la città, sia da fuggiaschi e criminali di ogni tipo. A mettere in difficoltà Rick però sarà l’arrivo di Ilsa, la donna che anni prima gli ha spezzato il cuore, e che ora torna da lui per chiedergli di aiutare il marito in fuga dai tedeschi.
Probabilmente il film più popolare della Golden age hollywoodiana, nonché una di quelle opere che hanno definito il concetto stesso di cult.
Le scene e le citazioni di Casablanca, diventate iconiche nell’immaginario collettivo, sono talmente tante da essere uno di quei film capaci di superare i confini del cinema per diventare cultura popolare.
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