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Prime Video SerieTv

‘Escort boys’. Prodotto marketing ben studiato e figlio di un washing generalizzato

Post-femminismo e queer baiting usati in maniera furba e spacciati per anticonformismo. Disponibile su Prime Video

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Escort boys - Un frame della serie francese

Escort Boys è una nuova serie francese per la regia di Ruben Alves, conosciuto per essere regista e sceneggiatore di Miss (2020). Il progetto nasce da una serie israeliana, Johnny and the Knights of Galilee (2015) in tredici episodi, da cui era stata tratta anche la serie tedesca Milk & Honey (2018) comprendente dieci episodi.

La serie è stata concepita per due stagioni e abbiamo concluso la prima con un cliffhanger per ogni personaggio. Quindi speriamo proprio di tornare (Myriam Gharbi-de Vasselot, produttrice della serie, nell’intervista rilasciata a Variety)

La proposta d’oltralpe è costituita da sei episodi, con un finale aperto che lascia l’eventualità di una seconda stagione. L’offerta è nata dalla volontà di Oberkampf Productions e Story Nation Productions ed è disponibile su Prime Video.

Escort Boys - I quattro novelli escort

Escort Boys – I quattro novelli escort

Dalla produzione alla prostituzione nella bella Camargue

Ben rientra nella casa natia, a seguito della morte del padre. Decide di occuparsi della sorella più piccola, ancora minorenne, e dell’azienda paterna di produzione di miele. A causa delle forti difficoltà economiche, il ragazzo si trova costretto ad accettare un’offerta come animatore-spogliarellista e decide di coinvolgere i suoi tre amici, collaboratori del mielificio. A gestire il quartetto improvvisato, Charly – sorella di Ben –che li addestra e gestisce la nuova attività.

Ben e i complici Zack, Mathias e Ludo incominciano a confrontarsi con donne diverse, alcune emancipate, altre portatrici di un nuovo post-femminismo e altre ancora con alcune debolezze. Oltre a questo aspetto, tutti si ritrovano a dover gestire la loro vita, fra rapporti familiari complicati e amori ritrovati. La conclusione è un insieme di palesi cliffhanger, ognuno specifico per ogni personaggio, nella speranza che ciò possa incuriosire il pubblico e rendere auspicabile la realizzazione di una seconda stagione.

Finzione mescolata a una verità alterata

Escort Boys è un prodotto che è impossibile valutare solo per l’aspetto puramente artistico e di svago, proprio perché regista e produzione hanno rimarcato più volte il forte legame fra la serie e la società contemporanea.

In sé, questa realizzazione ha anche una buona idea di partenza: ribaltare il classico stereotipo che vede solitamente delle giovani donne accondiscendere a situazioni per mera sopravvivenza. Ma pecca di tante ingenuità e non fa onore alla produzione francese, d solito più attenta e interessante.

Escort Boys - Il cast principale

Escort Boys – Il cast principale

Le produttrici, Myriam Gharbi-de Vasselot e Charlotte Toledano-Detaille, hanno deciso di dare in mano a Ruben Alves, autore e regista transalpino, nell’adattamento di un prodotto israeliano. Ed è ben evidente quanto Alves abbia puntato tutto sulla narrazione più che sul costrutto generale, oltre che sulla parte significante.

Va oltre il sesso e il commercio di corpi. Ma quando si tratta di scrivere, bisogna stare attenti. Bisogna dare quelle sfumature che oggi mancano (Ruben Alves a La Nouvelle Republique)

Le sfumature che l’autore voleva dare sono delle forti connotazioni commerciali che prendono spunto da post-femminismo e queer theories per arrivare a un washing che risulta più evidente del messaggio sociale. Partiamo con la scelta dei protagonisti: quattro uomini di cui uno non caucasico e uno in sovrappeso, più per assecondare la moda del momento che ritiene indispensabile la rappresentatività globale.

A ciò, possiamo aggiungere i classici stereotipi: l’uomo muscoloso pieno di sé, quello panciuto che deve sedurre con la dolcezza e simpatia e quello di colore ben dotato. A questi si vanno ad aggiungere i messaggi poco edificanti mascherati da una corrente post-femminista. Fra le protagoniste, troviamo dei cameo molto interessanti e particolari che vengono sprecati dall’irrilevanza del messaggio espresso.

Grandi guest per piccole parti

Abbiamo la Bond girl Carole Bouquet, sempre affascinante, che deve rappresentare la figura della donna emancipata che usa il maschio per donare piacere alle amiche della figlia. Amanda Lear, sempre splendida e irriverente, sarà colei che inizierà il giovane meno scaltro all’uso del piacere, in una scena dove, maliziosamente, il bel Corentin Fila si mostra nelle sue intere grazie.

Escort Boys - Caterina Murino e Guillaume Labbé

Escort Boys – Caterina Murino e Guillaume Labbé

Analogo al personaggio della Lear è quello interpretato da una delle muse di Pedro Almodóvar, ovvero Rossy De Palma: una infoiata gestrice di un locale notturno che si avvale delle prestazioni del giovin virgulto in cambio di buoni consumazione. Una “belluccizzata” Caterina Murino, altra Bond girl più recente, fa scoprire il piacere del sesso prostatico a Ben, insinuando in lui il pensiero di essere bisessuale – anzi no, fluido, come si usa oggi.

In epoca Me Too, sono cambiate molte cose … Nella serie, non banalizziamo la prostituzione e non la elogiamo: vogliamo semplicemente capire cosa accade nell’intimità delle persone e mostrare che non necessariamente è qualcosa di sporco … La prostituzione maschile è spesso un tabù. Non se ne parla troppo e non si conosce abbastanza …ho trovato interessante poter parlare di desiderio femminile e affermare che non è un problema se le donne decidono di pagarsi un uomo per essere soddisfatte sessualmente. (Ruben Alves)

Il regista è talmente preso a voler dare così tanti messaggi che, alla fine, lo fa in maniera disordinata e non convincente. Non ritiene un problema rappresentare una donna che paga per essere soddisfatta sessualmente ma poi si contraddice nella maggior parte delle rappresentazioni, assegnando spesso alla componente femminile il ruolo di colei che cerca qualcosa oltre l’orgasmo. Stessa cosa dicasi per l’aspetto della prostituzione maschile, il quale non viene assolutamente approfondito, ma dato come inevitabile.

Escort Boys - Rossy de Palma e Corentin Fila

Escort Boys – Rossy de Palma e Corentin Fila

Il rapporto fra Ludo e la moglie, che potrebbe aprire lo spiraglio a una tematica interessante, rimane incompiuto. Inoltre, risulta incompleto è anche l’aspetto inerente al personaggio di Zack, giovane che ambisce a un successo facile via social.

Un cast utilizzato a mezzo potenziale – spesso quello posteriore

Guillaume Labbé è il giovane Ben, spaesato, confuso in questo personaggio che non gli consente di esprimersi al meglio se non nella sua fisicità.  Stesso discorso vale per Simon Ehrlacher, nella parte di Mathias, colui che aveva già aperto l’attività da escort. Mathias è il personaggio che aveva sostituito Ben nel contesto familiare, ma questo è un aspetto che non viene minimamente indagato. E anche a Ehrlacher viene richiesto principalmente di mettere in mostra addominali e glutei.

Thibaut Evrard è il corpulento – ma non troppo – Ludo, colui che avrebbe una storia interessante da sviluppare. Sposato da anni, ha un rapporto con la moglie fatto oramai di consuetudine e noia. Il presunto risveglio ormonale di lei, su sollecitazione del nuovo mestiere di lui, rimane solo una gag neanche troppo divertente.

Escort-Boys - Corentin Fila e Amanda Lear

Escort-Boys – Corentin Fila e Amanda Lear

Il giovane Zack è portato sullo schermo da Corentin Fila, che abbiamo già visto – anche adamiticamente – in Quando hai 17 anni (2016). Anche in questo caso, alla narrazione del personaggio che ricerca il successo facile con i social viene preferito lo stereotipo del giovane oppresso da eiaculatio precox da abuso di pornografia e istruito da milf/gilf a un sesso più soddisfacente.

… a un certo punto, si pone sempre il problema di filmare il sesso dell’uomo. La schiena e i glutei vanno bene. Ma la parte frontale pone altri interrogativi. Guillaume Labbé … non ha problemi a rivelarsi completamente. E Corentin Fila … si è tolto subito la biancheria intima senza preoccuparsi di nulla. (Ruben Alves)

Marysole Fertard interpreta la giovane Charly, altro personaggio poco sviluppato. Lei viene usata come massima elevazione di emancipazione femminile: una giovane donna minorenne che non solo gestisce il giro di prostituzione ma si premura a insegnare ai ragazzi come atteggiarsi per ottenere successo. La parte del lutto genitoriale piuttosto che dell’amore per il ragazzo sinti viene gettata nel calderone senza però avere un senso logico.

Perbenismo VS cancel culture

È facile credere che alcune considerazioni siano figlie di un perbenismo dilagante, mentre in realtà è esattamente il contrario. Le interviste rilasciate dall’autore e dalle produttrici spingono spesso sul concetto post-femminista di nuova libertà delle donne. In realtà, la serie non è altro che figlia di una cancel culture figlia del mainstream. Risulta difficile accettare che l’emancipazione della donna moderna possa avvenire assegnandole gli aspetti più beceri che, solitamente, caratterizzano lo stereotipo maschile machista.

Escort Boys - Una scena della serie francese

Escort Boys – Una scena della serie francese

La sovraesposizione di nudità maschile, la sottolineatura della pochezza dei protagonisti e lo sminuire la loro vita a un conteggio coitale piuttosto che a una immaturità emotiva. Tutto ciò non fa risaltare il ruolo della donna che , in questa situazione, diventa una predatrice senz’anima. Una femminilità che viene fagocitata da rappresentazioni legate a un low queer baiting evidenziato da alcune scene, piuttosto che dal cliffhanger che caratterizza il personaggio di Zack.

All’inizio pensavamo che fosse una serie principalmente per un pubblico femminile, ma una cosa che abbiamo notato è che i ragazzi che la guardano generalmente vogliono entrare a far parte del gruppo di accompagnatori …  sono curioso di vedere come reagirà il pubblico americano. Ma penso che saranno felicissimi di vedere quattro francesi sexy … In “Escort Boys” abbiamo quattro bei ragazzi e ce n’è uno per tutti i gusti. (Toledano-Detaille, produttrice, in una intervista a Variety)

Per una volta, una serie italiana similare risulta intellettualmente più onesta nella rappresentazione della prostituzione maschile. Gigolò per caso (2023) è un lavoro espressamente brillante, che non vuole scomodare messaggi sociali nell’impresa di baitare pubblico. E, proprio per questo, meglio spendere il proprio tempo nella visione del prodotto autoctono. A meno di togliersi una mera curiosità, anche per il solo piacere di confutare questa recensione.

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Escort Boys

  • Anno: 2023
  • Durata: 6 episodi di 40’ circa l’uno
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: Commedia, Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Ruben Alves
  • Data di uscita: 22-December-2023