‘Le Ali Della Mia Solitudine’, il debutto di Mario Casas alla regia
Mario Casas è al suo debutto in regia con Le Ali Della Mia Solitudine (Mi Soledad Tiene Alas). Disponibile su Netflix, dal 19 Gennaio 2024, il film è prodotto da Nostromo Pictures ed è uscito nelle sale cinematografiche spagnole il 25 Agosto 2023
Mario Casas, lo ricordiamo tra i personaggi di alcuni remake spagnoleggianti come Bird Box Barcellona(2023) o Tres metros sobre el cielo (2010), per la prima volta si pone alle spalle della macchina da presa per dirigere un film scritto a quattro mani con Déborah François: Le Ali Della Mia Solitudine (Mi Soledad Tiene Alas), disponibile su Netflixdal 19 Gennaio 2024.
Un timido approccio quello del regista, sia nella sceneggiatura che nella direzione, che non ha mostrato caratteri emergenti dei temi trattati, componendo una trama elementare, stipulata con lo scopo di una commozione meccanica racchiusa in vizi e difetti di produzioni ridondanti degli ultimi vent’anni.
Le Ali Della Mia Solitudine: la trama
Le Ali Della Mia Solitudine ci trasporta in un modesto quartiere alle periferie di Barcellona. Qui, Dan (Oscar Casas) e i suoi due amici, Vio (Candela Gonzalez) e Reno (Farid Beracha), vivono senza preoccuparsi troppo del domani, immergendosi tra feste e piccoli furti.
Dietro la maschera di piccolo delinquente, Dan nasconde un talento artistico e una sensibilità unica nei confronti del mondo circostante. Il ritorno del padre, appena uscito di prigione, risveglia i vecchi demoni di Dan, trascinandolo in una spirale di violenza che lo costringe a fuggire, mettendo alla prova l’amicizia tra i tre. Inizia così un viaggio di scoperta senza ritorno per Dan e Vio, che devono abbandonare l’infanzia, trasformando le loro vite per sempre, trasferendosi a Madrid dopo una rapina andata male in cui hanno gravemente ferito un poliziotto.
Una trama sfuggente
Le Ali Della Mia Solitudine inizia con l’aspetto tipico che ci si aspetterebbe da un film neorealistico di carattere moderno. L’inasprimento dei più giovani, i traguardi mancati dai più vecchi e il sistematico reticolo urbano popolare: preannunciano una trama, seppur retorica, incentrata sull’annichilimento della generazione post adolescenziale, protagonista della pellicola.
Tuttavia, ne Le Ali Della Mia Solitudine ciò non si verifica. Il passo ordinato degli eventi illude il dramma familiare, traviato dalla disperazione adolescenziale che è frutto di errori e assenza di riferimenti, giudice imparziale di un sistema che si insinua come una goccia nell’oceano dei sogni irrealizzabili.
Una fuga dal terrore e dallo svilimento si trasforma in un’incosciente avventura amorosa che, con andatura zoppicante, matura a fatica e fugacemente si dissolve. Dan e Vio, il primo un artista dalle doti eccelse e lei con una singolare sensibilità, sono i volti di una periferia che divaga dal degrado, in virtù di una storia che convinca, avvalendosi della via dei sentimentalismi nel tentativo di salvare una trama che non convince.
Candela Gonzalez e Oscar Casas in Le Ali Della Mia Solitudine
Le Ali Della Mia Solitudine, l’ennesimo tentativo di remake?
Dan, lo urban artist, generoso, sensibile e con proiezione al futuro, è l’ennesima figura che tra simili emerge da drammi di tale impostazione. Una luce nel tunnel, che vieta alla sconfitta di primeggiare nella giungla della periferia. Il solito urlo di speranza che nell’assordante degrado resta muto nell’anima di un protagonista elusivo dall’ambientazione. Un tratto che nel dramma funziona e si obbliga ad essere distintivo nella gabbia anti-stato.
Ciò nonostante, Dan è anche l’elemento che arricchisce la componente teen drama, come avviene con il protagonista del film Scrivilo sui muri (2007) scritto e diretto da Giancarlo Scarchilli. Anche in questo caso si assiste ad un giovane (Primo Reggiani) che dà sfogo alla propria creatività camminando sul filo della legalità e dell’arte senza confini, tuffando il racconto nella cultura urbana per poi avvalersi di un salvacondotto trainante verso la commedia.
Le Ali Della Mia Solitudine curiosamente sfrutta l’arte dei graffiti come elemento che caratterizza Dan, così come per Alex nel film di Scarchilli. La differenza sostanziale risiede nel fatto che, nel caso del film di Casas, non sembra esserci l’intenzione di produrre una pellicola volta al riscatto del protagonista attraverso lo sfondo di una gioventù errante. Piuttosto, l’intenzione risulta vaga e si riconcilia con una retorica confusa e reticente, come già accaduto in altre pellicole in cui il regista stesso ha partecipato.
Le Ali Della Mia Solitudine, poteva aspirare ad altre aperture
Il film inizia concentrandosi sul profondo astio tra padre e figlio. Il padre, ex galeotto e criminale incallito, manifesta un odio innato nei confronti di un ragazzo profondamente emotivo. Questa parentesi, nel contesto della narrazione, sembra essere utilizzata come un semplice pretesto per lo sviluppo degli eventi, ma avrebbe potuto rappresentare un notevole spunto per rivalutare l’intero plot della trama.
Sarebbe stato interessante approfondire il rapporto tra le due figure, costantemente in antitesi verso i loro ruoli di padre e figlio. Esplorare la violenza domestica come denuncia, sottolineare la difficoltà del cambiamento per poi immergersi in una visione nichilista totale. Questo avrebbe certamente rallentato il ritmo del film e concentrato l’attenzione sulla recitazione, ma allo stesso tempo avrebbe arricchito Le Ali Della Mia Solitudine della più profonda indignazione.
Le Ali Della Mia Solitudine è invece carico della manifestazione puramente cinematografica di quella che col tempo è divenuta un’effimera commozione. Non viola le credenze comuni; al contrario, le normalizza e le congela nell’habitat adeguato a una storia di violenza, odio e amore.
Una regia che non convince
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Le Ali Della Mia Solitudine presenta una fotografia spesso traballante, mossa e poco chiara. I rari momenti d’azione, come qualche pugno e rapina, mostrano alcune ingenuità. È evidente, ad esempio, come chi colpisce sia sempre in primo piano o come chi viene colpito venga totalmente nascosto, sottolineando alcune lacune attoriali.
Inoltre, si nota l’utilizzo di un piano sequenza iniziale che si manifesta durante un inseguimento, mentre forse sarebbe stato più adeguato un decoupage, considerando il lento svilupparsi degli eventi. Al contrario, sarebbe stato interessante impiegare il piano sequenza nelle scene ambientate in appartamento, per offrire profondità alla tortuosa quotidianità di periferia e permettere allo spettatore di percepire la claustrofobica e monotona frustrazione del protagonista.
Quanto alla fotografia, non emerge significativamente, trascurando l’atmosfera vibrante prima nella periferia di Barcellona e poi in quella di Madrid. Si concentra su tagli schematici dei protagonisti, trascurando elementi come la profondità di campo, che in alcuni casi avrebbe potuto sostenere in modo significativo alcune scene, soprattutto nella seconda parte del film.
Trailer di Le Ali Della Mia Solitudine
Anno: 2023
Durata: 1h 42min
Distribuzione: Netflix
Genere: Drama
Nazionalita: Spagna
Regia: Mario Casas
Data di uscita: 19-January-2024
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