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FESTIVAL DI CINEMA

Roma Fiction Fest 2012: BBC Worldwide Day

La seconda giornata del Roma Fiction Fest 2012, il festival della serialità televisiva italiana e mondiale, ha aperto le porte alla BBC. Un pomeriggio ricco di impegni per l’emittente televisiva britannica, tra masterclass, fandom panel e anteprime internazionali delle nuove stagioni in programma.

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Roma Fiction Fest 2012: BBC Worldwide Day

La seconda giornata del Roma Fiction Fest 2012, il festival della serialità televisiva italiana e mondiale, ha aperto le porte alla BBC. Un pomeriggio ricco di impegni per l’emittente televisiva britannica, tra masterclass, fandom panel e anteprime internazionali delle nuove stagioni in programma.

La giornata è iniziata con una masterclass di David S. Goyer, già sceneggiatore di Batman Begins, Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro – il ritorno, che ha presentato una nuova serie, Da Vinci’s Demons, del quale alcune immagini inedite sono state mostrare in anteprima mondiale.

I fan, però, si sono accalcati tutti fuori della Sala Petrassi, dove, nel tardo pomeriggio, era in programma il fandom panel: How to Engage and Entertain Audiences Beyond the TV Screen. La conferenza ha coinvolto Matt Jarvis, Executive Producer di Misfits Online, Harriet Newby-Hill, Commercial Director for New Brands per la BBC, Sebastian Brook, Editor di Doctor Who Online e Francesco Barbarani, Head of Digital di Fox.com.

La discussione ha toccato temi attualissimi e tutti molto interessanti: il coinvolgimento dei fan al di fuori della serie tv, grazie ai social network; la creazione di app per Android e iOS dedicate alle serie tv di Misfits e Doctor Who; il controllo in tempo reale degli indici di gradimento di un programma televisivo.

Allungare la vita di una serie tv ora sembra più facile di un tempo. Grazie ai social media e all’uso di applicazioni mobili, è possibile mantenere i fan legati alla serie tv anche quando questa non è in programma.  In altre parole, le trame si ampliano, Doctor Who o Misfits (solo per rimanere in quest’ambito) continuano a vivere nelle ipotesi dei fan che, lasciando commenti sulle bacheche Facebook delle pagine ufficiali o montando a proprio piacimento i video delle puntate su Youtube, cercano di intervenire nel processo creativo della serie.

La tendenza da parte delle produzioni televisive sembra proprio quella di coinvolgere maggiormente il pubblico, ascoltandone i pensieri, negativi o positivi, lanciando contest e permettendo al programma televisivo di vivere ben oltre il mero schermo casalingo. È questa la nuova frontiera del 2.0, del digitale e degli smartphone: mirare ad una esperienza a tutto tondo. La crossmedialità o la transmedialità sono fattori determinanti per permettere ad una fiction di sopravvivere.

In realtà, una serie come Doctor Who sopravvive da decenni anche senza l’ausilio delle nuove tecnologie. Nata nel 1963, ha visto il cambio di molti Dottori e, nonostante questo, si è mantenuta a grandissimi livelli, in grado di reggere il confronto con altre serialità e di diventare un fenomeno transgenerazionale. Questo la dice lunga sulla bravura di chi scrive, progetta e sceneggia. In fondo, una serie non potrebbe mai sopravvivere al di fuori del mezzo televisivo se non fosse un prodotto di qualità. L’elevata caratura della sceneggiatura di Doctor Who è sotto gli occhi di tutti: nonostante il continuo cambio del volto del protagonista, la fidelizzazione del pubblico è rimasta e si sono creati nuovi bacini d’utenza, permettendo al Dottore di resistere per cinquant’anni in ottima salute.

Misfits, serie giovanissima, ha catturato migliaia di fan grazie alla sua irriverenza, alle novità proposte, al mix di generi diversi; tuttavia, come è sorto in sala durante il dibattito, il cambio totale del cast per la quarta stagione fa storcere il naso ai fan, tanto che molti potrebbero smettere di seguire la serie: come mantenere il legame con il pubblico, in questo caso? Social network e applicazioni bastano o sono insufficienti? Come ha ribadito Sebastian Brook, di fronte ad una delusione simile, i social network servono ai fan per esprimere il loro disappunto.

Nel corso della discussione e prima della proiezione in anteprima mondiale della puntata numero uno della settima stagione di Doctor Who, non tutto è stato risolto: i social network sembrano indispensabili oggi, ma senza una produzione solida è difficile mantenere il legame fuori della semplice messa in onda. Anche nel mondo del cinema, ormai, è impossibile progettare un film, specie se blockbuster, senza il supporto di applicazioni, Twitter e pagine Facebook dedicate all’argomento (basti pensare solo a Lo Hobbit – Un  viaggio inaspettato e a tutto ciò che sta gravitando attorno ad esso in previsione dell’uscita il prossimo 14 dicembre). Ma, indubbiamente, è bene ribadirlo, la qualità prima di tutto: o non esisterebbe alcuna fandom.

Veronica Mondelli

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