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Echo : l’anti villain delle serie Marvel/Disney

Lo spinoff di “Hawkeye” pone al centro l’ex cattiva inclusiva ma anche il problema della serialità Marvel/Disney degli ultimi anni

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La prima serie targata Marvel Spotlight, ossia un collegamento non diretto con il Marvel Cinematic Universe, è Echo  centrata ( forse) su Maya Lopez ex braccio destro del villain Kingpin.

Prodotto dal solito Kevin Feige e dalla Marvel/Disney , il serial è creato da Marion Dayre. Nel, cast oltre alla protagonista interpretata da Alaqua Cox, troviamo il ritorno di Charlie Cox,  Vincent D’Onofrio nei panni di Daredevil e Wilson Fisk. La serie è disponibile dal 9 gennaio su Disney+.

 IL TRAILER – Echo

Antieroina o villain?

L’eco di Echo è un po’ strano, un po’ di ‘ già visto’  misto a un atteggiamento cupo e con una scrittura  da dramedy inclusive. Sarebbe brutto riassumere così i primi due episodi Chafa e Lowak, ma è ciò che accade.

Anzi. forse dovremmo dire ciò che Non accade: la costruzione di un personaggio. Già nella serie precedente, Hawkeye, Maya sembrava come abbozzata da qualcuno che avesse letto male i fumetti ma che dovesse allargare il brodo per il pubblico contemporaneo. E qua le cose vanno di male in peggio. Di certo all’inizio di ogni episodio siamo rapiti dalle visioni della Maya bambina. Ma, a cosa stiamo assistendo? Ad un Avatar nativo americano diretto da Michael Bay? No perchè è tutto nella testa dell’innocenza della piccola futura socia di Fisk. Un tentativo approssimativo per delinearci l’infanzia rubata della protagonista. In pochi minuti, come se fossimo in un riassuntino superficiale di una qualche soap-opera, gli esordi di Maya vengono frettolosamente abbreviati.

Il quasi villain inclusivo

La perdita della madre, l’allontanamento dalla sua migliore amica Bonnie, il padre mezzo criminale che lavora per Fisk e una famiglia che per molto tempo ha solo il volto del personaggio di D’Onofrio. Dopo che viene ripreso lo spezzone di Hawkeye e la finta morte di Kingpin, eccola la vera serie con Maya che torna nella sua città natale Tamaha, dove quasi tutti la odiano (compresa sua zia Chula). Nei primi due episodi Echo pone al centro già quasi tutto e un’indecisione strutturale. Chi è Maya Lopez? In che ottica dobbiamo inquadrarla? L’uccisione non riuscita del padrino Fisk sembrava far protendere verso una dimensione antieroica di Echo, ma in realtà non è così.

Nei primi due episodi la vecchia vita della criminalità newyorkese raggiunge Maya in Oklahoma. L’intento della Lopez non è infatti quello di liberarsi della figura di Fisk ma di sostituirsi ad esso. Questa Echo sembra lo Stallone di Tulsa King che con l’aiuto dei pochi famigliari che ancora patteggiano per lei, il grottesco cugino Biscuits e il saggio zio Henry, cerca di costruirsi un nuovo mondo nella periferia. Diventando boss di un regno ancora in via di definizione. C’è da chiedersi chi in questo nuovo inizio avrà la meglio. Il bisogno di affetti dell’antieroina o la villain bramosa di prendere il posto di Fisk?

La miniserie troppo spinoff

Parlandoci chiaro, Echo cerca in tutti i modi di porre un freno all’emorragia in corso continuo quando si parla di Marvel nelle serie (non riuscendo a dare una continuazione al dopo Avengers al cinema) e peggio sta andando alla Disney sul campo seriale. Lontani dal buon WandaVision, il topolino più famoso del mondo sta tirando fuori mediocrità  in maniera sorprendentemente continuativa. Il disastro di She Hulk, quello ancora peggiore di Secret Invasion, urgevano un freno immediato. Ed Echo potrebbe , e forse può, esserlo, (almeno in termini di numeri e tendenza social). Non è un mistero che i piani della Disney per la serie su Maya Lopez erano altri. A dirla tutta la situazione di Echo era già problematica in partenza. Nata come flebile spinoff di Hawkeye, l’idea dei dirigenti Marvel era quella di mostrarla come antipasto dell’attesissima Daredevil Born Again, ancora in fase di scrittura. In teoria Echo doveva essere come il Batman di Pattinson, una storia autoconclusiva distaccata dalla serie madre.

Eroina contemporanea

Ma, si sa,  in casa Marvel ultimamente prima fanno e poi progettano. Ci troviamo quindi una serie sotto il cartello Marvel Spotlight, una sorta di Hulu per scritture più libere e indie. Una cosa è chiara fin da subito:  Echo cerca in tutti i modi di essere un Daredevil al femminile. La mancanza della vista viene sostituita con la mancanza di udito e di parola e con una  ‘scelta etinica’  che adesso a Hollywood va per la maggiore: i nativi americani.

Se il discorso ”gangster’ di Maya è abbastanza confuso, sembra essere più chiaro quello famigliare, con i due opposti, zia e nipote, che probabilmente tenderanno a distanziarsi per poi avvicinarsi. Questo in virtù, probabilmente, della tradizione nativa americana, visto anche il profetico prologo di ogni episodio.

Di certo Echo si basa molto su una chiave inclusiva a tutto tondo. La gestualità della diversità è senza dubbio una chiave innovativa per il genere, anche se in molti punti dei due episodi c’è molto poco di quel flusso attrattivo che una serie action richiederebbe. E per il momento la delicatezza dei dialoghi nell’assenza di voce è la cosa migliore della serie.

  • Anno: 2023
  • Durata: 50'
  • Distribuzione: Disney+
  • Genere: dramedy
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Marion Dayre
  • Data di uscita: 09-January-2024