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‘Arsenio Lupin’. Il furto di tempo per un film con molti orpelli e poca sostanza

Romain Duris interpreta il ladro gentiluomo senza donargli il giusto fascino. Disponibile su RaiPlay

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Arsenio Lupin - Immagine di locandina

Arsenio Lupin è la volontà di portare sul grande schermo le avventure del ladro gentiluomo francese, nella speranza di emulare il successo della omonima serie televisiva anni Settanta che boomer e xoomer ricorderanno sicuramente. La produzione vede coinvolti molti paesi europei, anche se il peso dell’opera cade principalmente sulle francesi Hugo Films, TF1 Films Production e M6 Films. Fra le società coproduttrici vi è anche Rai Cinema.

Il personaggio di Lupin nasce dalla penna dello scrittore francese Maurice Leblanc, inseguendo il successo che aveva visto Arthur Conan Doyle primeggiare nel Regno Unito – e non solo – con l’investigatore Sherlock Holmes. La sceneggiatura è basata sul racconto La contessa di Cagliostro. Il film termina con un cliffhanger narrativo, preludio a un seguito che, invece, non ha mai visto la luce a causa dei risultati non brillanti della pellicola. Il film è disponibile su RaiPlay.

Lupin e Lady Cagliostro fra monarchia e repubblica

L’avventura parte con un giovanissimo Lupin che ruba, per conto del padre, un gioiello che apparteneva a Maria Antonietta. La morte del genitore e le vicissitudini della vita portano il giovane a seguire le orme paterne. Il protagonista si troverà, suo malgrado, coinvolto nel piano dei monarchici di recuperare il tesoro dei reali e ripristinare la sovranità.

In questo meccanismo si trova coinvolta anche la contessa di Cagliostro, donna dalla non precisata età, etichettata come strega e scaltra ladra. Lupin, in combutta con la donna, cercherà di prendere possesso del patrimonio regale. Nel frattempo, l’uomo si troverà ad affrontare una situazione sentimentale poco chiara – che coinvolge la cugina Clarisse – e il mistero della morte del padre – apparentemente ucciso da un complice di scorribande.

«Guardavi altrove e io ne ho approfittato»

Jean-Paul Salomé, regista e sceneggiatore francese di cui ricordiamo il più recente La padrina – Parigi ha una nuova regina (2020), decide di dare un taglio ben netto alla sua pellicola, che va a privilegiare il piano estetico rispetto a quello narrativo.

Arsenio Lupin - I protagonisti Romain Duris e Kristin Scott Thomas

Arsenio Lupin – I protagonisti Romain Duris e Kristin Scott Thomas

Fotografia, scenografia e costumi sono decisamente degni di una grande produzione. Pascal Ridao, Françoise Dupertuis e Pierre-Jean Larroque – i maestri coinvolti – riescono a mantenere la linea delineata dal regista senza sminuire la propria professionalità. Larroque ha realizzato più di cinquecento costumi, nell’insieme. Anche Debbie Wiseman, curatrice delle musiche, ha dato il meglio di sé, usando anche pezzi di compositori come Bach e Offenbach.

Colui che ha risentito di più della scelta stilistica del regista è Marie-Pierre Renaud, responsabile del montaggio. Nulla da invidiare a un taglio da show televisivo italiano, con continui cambi, in una frenesia che va a inficiare sulle scene d’azione, di cui si perde la spettacolarizzazione atletica. Eppure, parliamo di un professionista che ha lavorato in The Truman Show (1998) e La giusta causa (1995), per cui ben consapevole del proprio lavoro.

Guardavi altrove e io ne ho approfittato. È questa la chiave, distogliere l’attenzione! (citazione dalla pellicola)

Una sceneggiatura con troppe cose da dire

Jean-Paul Salomé, insieme a Laurent Vachaud, cerca di condensare il lavoro di Maurice Leblanc senza fare delle scelte nette. Ci si ritrova, così, in una storia che cerca di rimanere fedele al racconto originario ma che ne perde la forza. Continui brevi ellissi temporali che ci mostrano un Lupin prima in un salone, subito dopo attaccato al retro di una carrozza e immediatamente più tardi in mare, sotto una barca, pronto a immergersi per salvare la sua futura compagna d’avventura.

Con questa scelta stilistica, diventa ben chiaro allo spettatore, già dai primi minuti, che non deve lasciarsi trascinare dalla storia quanto godersi i momenti d’azione e le belle riprese. La sua attenzione è volutamente distolta dal racconto, anche con continui momenti pseudo-sensuali, gratuiti e per nulla efficaci. Non viene sviluppato niente del personaggio di Lupin, neanche la sua abilità nel trasformismo che, invece, ci viene imposta come acclarata.

Un cast squilibrato che non aiuta

In questa sua opera di distrazione, l’autore non è aiutato dal protagonista. Il giovane Romain Duris, abbastanza in voga all’epoca, non è abbastanza bello da distogliere l’attenzione e manca di un fascino universale. Oltre a ciò, la sua espressione da piacione non riesce a colmare la sua mancanza di pathos nei momenti di drammaticità.

Arsenio Lupin - Il protagonista in una scena

Arsenio Lupin – Il protagonista in una scena

Ad aggravare ciò, la scelta della coprotagonista: Kristin Scott Thomas, candidata all’Oscar per Il paziente inglese (1996), protagonista in pellicole come Gosford Park (2001) e Suite francese (2014). Un’attrice eclettica, con la capacità di trasformare il suo sguardo in emozione pura. Inevitabilmente, chiunque non abbia il giusto potenziale rischia di sparire al suo fianco. Ed è quel che succede a Duris: sorrisi vanesi, esageratamente ammiccante, petto villoso in bella mostra ma, dietro a tanta apparenza, rimane il senso di vuoto.

Pascal Greggory ed Eva Green sono l’antieroe e l’amante del protagonista. Il primo cerca di portare a un livello più alto il suo personaggio, che viene sminuito da una scrittura che lo rende quasi parodico. La seconda, indimenticabile protagonista di The Dreamers (2003), mantiene il suo personaggio senza eccedere nel romanticismo e riuscendo a staccarsi dal ruolo lacrimevole impostole dalla sceneggiatura.

Una compagnia poco impegnativa per i meno esigenti

Arsenio Lupin risulta un lavoro che deve essere visto con il giusto distacco. Salomé non permette di godere della storia bensì fa di tutto perché si rimanga affascinati dall’estetismo, espresso più per merito dei suoi collaboratori che per le proprie scelte – il suo uso della macchina da presa risulta, a volte, incomprensibile. Lupin non è quello che ci si aspetterebbe, il ladro gentiluomo lascia il passo a una storia convulsa e piena di vuoti narrativi. Ma la ricostruzione d’epoca è meritevole d’essere vista.

Arsenio Lupin

  • Anno: 2004
  • Durata: 125'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Azione, Avventura, Poliziesco, Giallo, Sentimentale, Thriller
  • Nazionalita: Francia, Italia, Spagna, Regno Unito
  • Regia: Jean-Paul Salomé
  • Data di uscita: 02-September-2005

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