‘Ragazzo divora universo’, un coming of age inaspettato

Gus (Lee Halley) e Eli Bell (Felix Cameron) sono fratelli, vivono a Brisbone una cittadella australiana di periferia, dai quartieri malfamati con case a schiera basse. Per entrambi le parole hanno un ruolo fondamentale. Gus le traccia in aria lasciando messaggi al fratello, Eli le usa per raccontare la vita mentre accade. La nuova serie Netflix Ragazzo divora universo è una variopinta ballata corale dove comico e tragico si ingarbugliano lungo una trama ramificata che si snoda in un lungo arco di tempo. Il silenzioso Gus scrive in aria la frase del titolo, rivolta al fratellino Eli, vorace di vita e storie, che un giorno sogna di diventare giornalista. Alla brutalità di una realtà ai margini dove regnano violenza e sopraffazione fanno da contraltare viaggi interstellari, la magia misteriosa di un telefono rosso e la possibilità di prevedere il futuro.

L’ universo curioso dei personaggi

Il rischio per una storia incentrata su una famiglia disfunzionale di periferia di scadere nel tono retorico viene scongiurato da una caratterizzazione dei numerosi personaggi che sfiora la caricatura: Slim, il babysitter ex-carcerato, Lyle Orlik (Travis Flammel), il patrigno spacciatore che indossa sempre camicie hawaiane e infradito, il bullo della scuola samurai, il padre (Simon Baker) dedito all’alcool e appassionato di libri, l’insolito amico di penna del giovane Eli, la madre luminosa Frances e il cattivo che è una via di mezzo tra lo scienziato pazzo e il boss mafioso in completo elegante bianco.

Sogna ragazzo sogna

I colori sgargianti ricordano le atmosfere di Florida Project (2017), anche qui lo sguardo di un ragazzo trasforma la realtà che lo circonda. Così un microcosmo di poche strade può raggiungere la vastità dello spazio, dove più volte troviamo vagare i due fratelli a bordo di una vecchia macchina. Sfiorano la luna, gravitano per un po’ per poi precipitare sgangherati verso l’età adulta. La loro storia familiare si intreccia con il mondo della malavita, vestono i panni dei giustizieri e si passa velocemente da una dramedy a una crime story che in fin dei conti non vuole essere presa troppo sul serio perché il centro di tutto resta il ragazzo. Eli, soggetto che divora la vita a morsi, lanciandosi coraggioso in avventure diverse. Non vuole darsi limiti e in questo riflette la serie stessa, difficile da incasellare in un genere.

Forse avevo morso più di quanto potessi masticare. Faccio fatica a separare finzione e verità. (Eli Bell)

Una supernova esplosiva di storie

La regia firmata da Bharat Nalluri, Jocelyn Moorhouse e Kim Mordaunt si concentra sui volti dei giovani protagonisti e sul paesaggio suburbano abbracciato dal sole dove l’orizzonte al tramonto è una linea di color pastello definita. Ciò di cui si sente di più la  mancanza è la sbavatura, sono le ombre che diano profondità ai personaggi troppo bidimensionali. Il dramma e la commedia restano sulla soglia di un edificio narrativo con piani sovrapposti di storie rocambolesche, che stuzzicano più la curiosità che un sincero interesse dello spettatore.