Con il Premio Oscar Paolo Sorrentino torna dal 16 al 30 gennaio 2024 al Cinema Troisi di Roma “Parola di” la micro rassegna con i nomi più importanti della settima arte.
Ogni martedì gli ex ragazzi del Cinema America daranno carta bianca a un regista di punta, che sceglierà tre titoli entrati nella storia da presentare al pubblico numeroso del Troisi (ricordiamo che la sala ha vinto per ben due anni il Biglietto d’Oro del Cinema Italiano).
Dopo il Premio Oscar Damien Chazelle dello scorso anno, nel 2024 arriva lui, il regista de “La grande bellezza” e del più intimo “E’ stata la mano di Dio”, anche lui Premio Oscar.
Paolo Sorrentino ha selezionato per il pubblico del Troisi tre titoli americani iconici degli anni ’80 e ’90 accomunati da una profondità emotiva forte.
Da “Il verdetto” a “Voglia di tenerezza”, chiudendo con “Una storia vera”.
Si comincia il 16 gennaio con il grande classico di Sidney Lumet “Il Verdetto” con Paul Newman e Charlotte Rampling protagonisti di un dramma giudiziario. Il film, tratto dall’omonimo romanzo dell’avvocato Barry Reed uscì nel 1982 e ottenne cinque candidature agli Oscar.
Si tratta di un film di denuncia sugli abusi medici negli Usa e sulla forza di un avvocato (Newman), che riesce a dare giustizia a una donna, entrata in coma per un errore medico. L’uomo, un alcolizzato troverà in questa causa una nuova ragione di vita e vincerà contro il sistema.
Molto intenso e tutto al femminile “Voglia di tenerezza” di James L. Brooks del 1983 in programma il 23 gennaio, vincitore di ben cinque Oscar.
Shirley MacLaine e Debra Winger sono madre e figlia legate da un rapporto conflittuale. Il regista racconta la loro vita e la catarsi finale in seguito alla scoperta di una grave malattia della figlia. Nel cast spicca in ruolo indimenticabile il vulcanico Jack Nicholson.
Chiude la rassegna “Parola di… Paolo Sorrentino” un titolo assolutamente particolare il 30 gennaio: “Una storia vera” di David Lynch. Girato nel 1999, è un film molto diverso da tutti gli altri, un titolo a parte nella sua filmografia. Non c’è mistero e/o alterazione spazio/temporale come “Strade perdute” e “Mulholland Drive” ma una storia semplice. E’ quella di un viaggio lento a bordo di un trattore nel Midwest di un anziano contadino verso il fratello lontano malato interpretato da Harry Dean Stanton attore feticcio del regista di Missoula.
Si tratta di un viaggio spirituale tra i paesaggi sterminati degli Usa all’insegna della lentezza. Il film è tratto da una storia vera.