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Prime Video Film

‘Foe- Il nemico’: l’arte della riconsiderazione secondo Garth Davis

Dopo Lion e Maria Maddalena, Garth Davis ritorna con un film denso di tradizione e di futuro. Da lodare la coppia Ronan-Mescal, qui in una grandissima prova attoriale.

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Saoirse Ronan e Paul Mescal in 'Foe'

Foe è l’ultimo film del regista australiano Garth Davis, già noto al grande pubblico per Lion e Maria Maddalena.

Tratto dal libro di Iain Reid, co-autore anche della sceneggiatura, l’opera è stata prodotta dalle case See-Saw Films, I Am That Productions e Anonymous Content. A distribuirla ci ha pensato invece la Metro-Goldwin-Mayer per conto della piattaforma Prime Video su cui è attualmente disponibile per la fruizione.

Nel cast figurano Paul Mescal, Saoirse Ronan e Aaron Pierre.

Foe: la trama

Mentre le risorse naturali della Terra sono agli sgoccioli, gli esseri umani hanno avviato programmi governativi di selezione dei superstiti umani per testare la vita sulla Luna.

Midwest, 2065: Junior (Paul Mescal) e Henrietta (Saoirse Ronan) sono una coppia che vive, anonimamente, una quotidianità stantia in una delle poche fattorie pionieristiche rimaste nell’area, ormai quasi completamente deserta e disabitata.

La loro convivenza subisce un cambio improvviso non appena ricevono una visita notturna da Terrance (Aaron Pierre), agente governativo sopraggiunto per annunciare a Junior che dovrà testare la vita sulla Luna per un paio d’anni. Nel mentre, Henrietta dovrà continuare la permanenza sulla Terra in compagnia di un “sostituto biologico” di Junior, identico a lui sia fisicamente che caratterialmente.

Quella che viene propinata come un’occasione più unica che rara farà scattare la molla del sospetto e il matrimonio della coppia sarà messo a durissima prova.

Foe: quando il nemico è già oltre le porte.

La trama di Foe è un espediente perfetto per riattualizzare alcuni degli schemi narrativi più antichi e consolidati come  quello del triangolo amoroso e dell’ospite perturbante (quest’ultimo tipico di tanti drammi otto-novecenteschi, come quelli di Ibsen e Čechov). Per non dimenticare il tema del doppio, ampiamente utilizzato lungo tutta la storia dell’arte e di cui un autore come Pirandello era, già a suo tempo, certamente un campione.

Dunque, al di là di una fantomatica promessa di allunaggio e di qualche navicella ultramoderna che si annida sullo sfondo desertico del Midwest, l’utilizzo attento di modelli narrativi ben riconoscibili rende immediata l’identificazione dello  spettatore. Terribile se si pensa alle sorti che eventualmente ci spetterebbero.

E forse è proprio qui che sta la forza del film: lo scontro dialettico, e alle volte parossistico, tra una concezione di vita sulla Terra già perfettamente consolidata, se non addirittura superata, e un avvenire che non ci viene mai mostrato, ma che possiamo solo fantasticare.

L’intera narrazione, supportata da scelte registiche che ricordano a tratti il Terrence Malick più teosofistico, ci porta a mettere costantemente in dubbio la nostra esistenza: l’interazione costante tra un futuro incerto e il presente avulso da stimoli profondi porta i personaggi, e dunque noi spettatori, a considerare aristotelicamente la nostra incapacità di agire, di essere dunque individui allo stato embrionale, potenziale. Ma tale premessa significa allo stesso tempo poter contemplare la possibilità di diventare qualcos’altro. E sotto questo punto di vista il regista australiano articola un lavoro ricco di generosità e di speranza, in quanto intima la nostra coscienza a staccarsi progressivamente da un grembo materno ormai arido e raggrinzito.

Ci si deve opporre al nemico?

Possiamo dunque affermare che il centro nevralgico dell’opera di Davis è un gioco sì di atmosfere, dove lo stile del regista e le premesse fantascientifiche sono certamente debitrici di film come Arrival o Enemy di Villeneuve, ma anche di opposti (Natura-Cultura, passato-futuro, conscio-inconscio). E la spinta propulsiva alla visione viene proprio fornita da questa interazione stilistica e narrativa tra schemi paradigmatici e modelli che ancora necessitano di un appropriato collaudo.

Nel complesso, dunque, Foe rappresenta un ardito tentativo di dare nuova linfa al cinema e alle sue modalità di racconto, ma senza scordare le proprie radici. Prendendo allora di petto tutti i rischi che certi escamotage narrativi comportano, specialmente se si pensa al plot twist del “sostituto biologico” di Junior, pur nella piena volontà di dare una scossa definitiva, il film di Davis non eccede mai. Non è certamente il lavoro più riuscito del regista di Brisbane, ma la grande prova attoriale della coppia Ronan-Mescal contribuisce a renderlo uno spunto valido per il futuro della settima arte.

Il nemico, insomma, è tutto ciò che ci si presenta come contrario, oppositivo, quindi inafferrabile e terrorizzante. Ma non dobbiamo affatto dimenticare che oltre la paura c’è un mare di opportunità da cogliere: spesso il nostro vero nemico è proprio quello con cui abbiamo imparato a convivere da tempo. Basta essere disposti a cambiare prima che sia troppo tardi.

 

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Foe-Il nemico

  • Anno: 2023
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: Prime Video/MGM
  • Genere: Fantascienza/Drammatico
  • Nazionalita: Australia/USA
  • Regia: Garth Davis
  • Data di uscita: 05-January-2024