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I migliori film indie coreani del 2023

Dalla Corea del Sud, il cinema meno visibile che non ti aspetti, capace di stupire per la prospettiva critica e progressista e il linguaggio non convenzionale

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I migliori film indie coreani del 2023

Presentati ai festival di spicco, ecco i migliori film indie coreani del 2023. Forse tarderanno ad arrivare in Europa, poco probabilmente verranno favoriti dalle piattaforme di streaming, ma sono prodotti che suggeriscono il potenziale della cinematografia asiatica.

E su cui quindi si consiglia di tenere gli occhi aperti.

Le donne nei migliori film indie coreani del 2023

Nel 2023 due film hanno raccontato di madri, imperfette ma decise. La grazia della narrazione ha permesso ad entrambe queste opere di comparire nella selezione del 2023. Il primo film è Blesser di Lee Sangcheol.

È la storia di una reporter di successo (Kim Jaehwa: Sinkhole, Escape from Mogadishu) che deve confrontarsi con la realtà di un figlio a cui viene diagnosticata una disabilità. Mettersi in gioco per la propria famiglia e la necessità di reinventarsi stilano un profilo di una madre (e una famiglia) con una forza di volontà non scontata, che tra rinunce e nuove sfide trova una propria direzione.

Blesser di Lee Sangcheol

‘Blesser’ di Lee Sangcheol, con Kim Jae-hwa

Il secondo film, toccante e la cui  protagonista, Oh Minae (The Glory), si è aggiudicata il Premio alla Miglior Attrice Protagonista a Busan, è Concerning My Daughter di Lee Mi-rang. Ad una prima lettura potrebbe essere un film sulla marginalità, ma in realtà la regista opera una pacata analisi sul valore della cura nella salvaguardia dall’oblio e dall’emarginazione. Che declina consapevolmente nella vita delle sue protagoniste, in momenti diversi dell’esistenza, del loro cammino sociale e della consapevolezza di sé.

La miglior interpretazione infantile

Nella infallibile tradizione di attori bambino che la Corea del Sud può vantare, quest’anno il film che è rimasto nel cuore è senz’altro lo scanzonato quasi-sci-fi di Kim Da-min, FAQ, il cui umorismo genuino e l’interpretazione di Park Na-eun collimano felicemente. Il film critica e reinterpreta l’ossessione allo studio che le famiglie coreane impongono ai propri figli, in chiave curiosa. Sebbene tutto inizi da una bottiglia di makgeolli fermentata.

Il miglior film sul tema LGBTQI+

Con una ancora non famosa Han So-hee (Nevertheless, La creatura di Gyeongseong, My name) tra le protagoniste, Heavy Snow è l’opera seconda di Yun Suik. Il racconto graffiante di un amore quasi proibito tra due aspiranti attrici che vengono divise in età adulta, anche se sentimentalmente continuano ad inseguirsi. È anche una ode malinconica a chi vive il dolore segretamente, nell’ incomprensione degli altri. Han So-hee, giovanissima, al suo debutto al lungometraggio è affiancata da Han Hae-in, riconfermata poi con la prova eccellente in Birth di Yoo Ji-young. Il film Heavy Snow infatti è un’opera di quattro anni fa che ha raggiunto solo quest’anno le sale.

I film coreani più dissacranti del 2023

Fastidiosi, volgari, a tratti disgustosi: in un linguaggio che non cerca per nulla il perbenismo, anzi si muove consapevolmente in direzione contraria, ecco due commedie nere, dai finali drammatici. The nature man di Noh Young-seok è una parodia sul downshifting e l’impossibilità di liberarsi dai social. L’ironia delle situazioni è creata dal grottesco, mentre il regista indirettamente canzona la facilità con cui il pubblico viene raggirato dalla finta verità dei social.

Altrettanto dissacrante e fastidioso, ma ambientato in un tempo molto più lontano, il film di Kim Eu-min, Isle of snakes, girato su di una spiaggia deserta con un budget ridottissimo. Una storia già destinata alla tragedia sin dal principio, del naufragio di tre schiavi nel periodo imperiale coreano. Purtroppo per loro, i tre sono finiti su di un’isola maledetta, che oltre ad ingannarli, renderà la loro fine surreale.

The Nature Man

The nature man di Noh Young-seok

La vicenda umana più commovente

Un film scritto con equilibrio, che scivola moderato come vita vera, dove i colpi di scena sono sfuriate o conflitti irrisolti. Work to do di Park Hang-jun è la “normale” storia di un impiegato della divisione Risorse Umane di una azienda navale, che deve affrontare i tagli imposti dalla compagnia e la ristrutturazione del personale. Nella routine della gestione di questa circostanza, Park Hang-jun si prodiga a indagare l’impegno e il profondo coinvolgimento del protagonista (Jang Sung-bum) che agisce apparentemente da carnefice nei confronti degli operai. Ma anche lui, come loro, è un ingranaggio del sistema. L’agonia che attraversa, distante e incompresa, è sincera umanità. Nei ritmi posati e nel procedere riflessivo si innesca l’empatia con il protagonista, con cui entriamo in forte sintonia nel portare a termine questo infelice incarico.

Because I hate Korea di Jang Kun-jae

Because I hate Korea di Jang Kun-jae

Il riscatto nei migliori film indie coreani del 2023

Sono due anche in questa sezione i film che meritano di essere citati, sebbene il primo non possa completamente considerarsi un film indipendente. Film di apertura del Busan International Film Festival 2023, Because I hate Korea di Jang Kung-jae (Eighteen, Sleepless night, Juhee from 5 to 7) ha scaldato gli animi del pubblico locale. Forse indispettito dal disappunto della protagonista che ha una vita quasi invidiabile secondo gli standard coreani, ma che della sua patria racconta comunque peste e corna per poi fuggire in Nuova Zelanda. L’irrequietezza del personaggio che Ko A-sung (Snowpiercer, The King) interpreta, ci lascia uno spaccato molto reale delle maglie sociali strettissime di questo Paese.

Leggi la recensione di Because I hate Korea

Ben più gentili e sussurrati sono il rimpianto e il riscatto della protagonista voluta da Kim Hee-jung nel suo ultimo lavoro, Where would you like to go?, film di chiusura del Jeonju International Film Festival 2023. In quest’opera, che inizia con una tragedia, Park Ha-seon è una donna che ha appena perso il marito e vive nella negazione del fatto. Per attraversare il dolore della perdita e il riscatto della sua vita si spingerà lontano, in Polonia. Ma la cura la attende in prossimità di casa.

La delicatezza con cui i personaggi vengono descritti nella loro confusione, rispettandone i silenzi e le pause, è un dono speciale che la regista fa ai suoi personaggi.

Il miglior film indipendente coreano del 2023

Coinvolgente e visivamente ipnotizzante, House of the seasons di Oh Jung-min è la rivelazione dell’anno appena concluso. Presentato al Busan International Film Festival dove ha fatto incetta di premi, a cui sono seguiti altrettanti riconoscimenti al Seoul Independent Film Festival, l’opera corale di Oh Jung-min verte attorno alle vicende di tre generazioni di una famiglia produttrice di tofu. Gli scontri, ma soprattutto le perdite, forzano la costruzione di nuovi equilibri umani, senza che mai il filo si possa spezzare.

È un ritratto onesto e asciutto delle relazioni interpersonali della cultura coreana, dove ancora permane una sovrastruttura tradizionalista molto forte; forte tanto quanto sono pure i sentimenti. Il cast lavora all’unisono con una sintonia notevole. Il film è completato da inquadrature pittoriche eccellenti, disegnate da Lee Jin-keun, che descrivono l’ambiente omaggiando proprio quelle stagioni a cui ci si riferisce nel titolo, e che trasportano la vita inesorabilmente.

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