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Emerald Fennell, cineasta graffiante e poliedrica

Figura rappresentativa di un cinema libero da freni creativi e morali, Emerald Fennell si sta affermando tra i nuovi registi più interessanti.

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Emerald Fennel posa con l'Oscar vinto nel 2021

Emerald Fennell, ad oggi, è una delle migliori registe da tenere d’occhio. La versatile artista britannica, ha saputo farsi strada nella recitazione, nella scrittura e nella regia. Grazie al suo stile unico e tagliente, è capace di intrattenere e sviluppare temi interessanti.

É diventata famosa come attrice, grazie alla serie Netflix The Crown. Dietro la macchina da presa si è imposta con il brillante film d’esordio, Una donna promettente – Promising Young Woman (2020) e con il recente Saltburn, uscito su Amazon Prime Video il 22 dicembre 2023. 

Emerald Fennell: gli inizi e il successo sul piccolo schermo

Emerald Fennell, classe ’85, cresciuta nel quartiere posh di Chelsea, è dotata di un talento versatile e unico, che spazia abilmente dalla recitazione, alla scrittura fino alla regia. Prima al liceo e poi all’università di Oxford, partecipa a rappresentazioni teatrali approdando alla recitazione professionale nel 2006.

Il debutto sul mini schermo risale proprio al 2006 e avviene, come accade a molti suoi colleghi britannici, in una serie televisiva della BBC. Ed è grazie allo sceneggiato poliziesco New Tricks (Nuove tracce per vecchie volpi) che, appena ventenne, ha la possibilità di farsi notare per la prima volta.

Nel 2010 partecipa alla alla miniserie di Channel 4 Any Human Hearts (Ogni cuore umano).

Il ruolo che la fa conoscere al pubblico è quello dell’infermiera Patsy Mount nella serie BBC Call the Midwife, andata in onda tra il 2013 e il 2017.

La vera consacrazione avviene nel 2019, quando presta egregiamente il volto a Camilla Shand, nella terza e quarta stagione della pluripremiata serie Netflix sulla corona inglese, The Crown.

Emerald Fennell nei panni di Camilla Parker-Bowles in The Crown

Emerald Fennell nei panni di Camilla Parker-Bowles in The Crown

Emerald Fennell: la carriera da attrice sul grande schermo

L’artista inglese appare al cinema per la prima volta nel 2010 con Mr. Nice di Bernard Rose.

Ha una particina in Albert Nobbs (2011) di Rodrigo Garcia, storia corale adattata dall’opera teatrale La singolare vita di Albert Nobbs di Simone Benmussa.

Successivamente veste i panni della principessa Merkalova, in Anna Karenina di Joe Wright (2012), con Keira Knightley, che con la stessa Fennell ha in comune la talent scout, Lindy Kings.

La troviamo sempre per la regia di di Joe Wright in Pan (2015), rivisitazione del classico Disney Peter Pan. Nello stesso anno partecipa anche all’acclamato The Danish Girl di Tom Hooper. Nel 2016 presta il volto di Lady Lovelace nel period drama tv Victoria. 

Compare anche in Vita & Virginia (2018) di Chania Button, vicenda biografica sulla storia tra le due scrittrici Virginia Woolf (Elisabeth Debicki) e Vita Sackville-West (Gemma Arteton).

In ultimo impersona l’iconica Barbie incinta Midge, in Barbie di Greta Gerwig (2023). 

Emerald Fennell: la sceneggiatura

Emerald Fennell ha un talento che non si è mai cristallizzato in qualcosa di fisso. La carriera da attrice, che le ha permesso di essere conosciuta al mondo, è andata avanti di pari passo con la sua grande passione per la scrittura.

La creativa britannica. ha potuto farsi notare in questo ruolo nel 2018 per Killing Eve. Difatti, viene chiamata a sostituire Phoebe Waller Bridge come showrunner della seconda stagione di questa strabiliante commedia nera, con Jodie Comer e Sandra Oh. La serie permette alla regista di essere candidata ai premi Emmy 2019 come miglior produttrice ma, soprattutto, per la miglior sceneggiatura in una serie drammatica, grazie al secondo episodio Carina e in ordine.

Emerald Fennell e la regia

Emerald Fennell ha dimostrato quanto ci sappia fare con la penna grazie a Killing Eve, mettendo in scena donne forti, nelle dinamiche di un thriller abilmente rovesciato. Era naturale che sarebbe arrivata a scrivere e dirigere i suoi film.

Nel 2020 Emerald Fennell decide di debuttare alla regia. Ciò che mette in scena, dà vita ad un genere tutto suo e singolare. Nel suo universo la commedia nera, il thriller, l’horror e la critica sociale, si fondono sapientemente con risultati sorprendenti e non scontati. Interessante anche la scelta degli attori protagonisti.

In Una donna promettente (Promising Young Woman) tutto ruota attorno alla meravigliosa prova di Carey Mulligan, una delle interpreti migliori della sua generazione.

In Saltburn il focus è su Barry Keoghan e Jacob Elordi, due dei più sorprendenti ed interessanti volti della nuova Hollywood attoriale. Il primo è già stato candidato all‘Oscar nella scorsa stagione per Gli spiriti dell’isola, mentre il secondo è divenuto noto grazie alla serie Euphoria e a Priscilla di Sofia Coppola, in uscita prossimamente.

Una donna promettente presenta a carte scoperte, l’idea dietro il cinema di Fennell. Il film riceve la candidatura agli Oscar 2021 nelle categorie miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale. L’esordiente film-maker vince la prestigiosa statuetta proprio per quest’ultima categoria.

La vicenda ruota attorno a Carrie (Carey Mulligan) che a trent’anni si ritrova ad aver lasciato medicina e a vivere come barista, col solo scopo di vendicare chi le ha fatto buttare al vento tutto. Di notte si trasforma e va a caccia di uomini che abusano le ragazze. A questo, si aggiunge un incontro chiave, con un ex compagno di college (Bo Burnham). Tutti questi elementi, la porteranno a prendere in mano la sua vita e in generale quella di molte altre donne.

È il racconto di una vendetta al femminile, dove al racconto femminista, visto in varie opere, si preferisce una sfaccettatura narrativa più personale e sottile. Difatti, la pellicola, si concentra sull’importanza della consapevolezza delle donne nella cultura dello stupro e dell’abuso in tutte le sue forme.

Emerald Fennell con Carey Mulligan sul set di Una donna promettente

Emerald Fennell con Carey Mulligan sul set di Una donna promettente

Saltburn mette in scena una satira sociale dentro una cornice d’intrattenimento, con risultati spiazzanti ed eleganti allo stesso tempo.

Oliver Quick (Barry Keoghan) è uno studente della classe media di Oxford, che si infatua del ricco e affascinante compagno di classe, Felix Catton (Jacob Elordi). Ad anno scolastico concluso, quest’ultimo invita il primo, a trascorrere l’estate assieme a lui e alla sua idiosincratica famiglia, nella loro tenuta di campagna, Saltburn.

Il dramma, l’umorismo nero, l’erotismo, i colpi di scena, sono gli ingredienti che mettono in discussione il sistema fortemente classista britannico. A farla da padrone, è lo stile frizzante, grottesco e inaspettato, che caratterizza il mondo di Fennell.

In questo nuovo film, mette in evidenza le ridicolaggini dell’upper class, perché è un mondo che conosce bene. Il padre, Theo Fennell, disegna gioielli per aristocratici inglesi e lei, benestante di famiglia, ha potuto frequentare college e università vicini al mondo grottescamente rappresentato in Saltburn.

Emerald Fennell con Jacob Elordi e Barry Keoghan sul set di Saltburn

Emerald Fennell con Jacob Elordi e Barry Keoghan sul set di Saltburn

Emerald Fennell, uno stile unico nel suo genere

Per la regista narrare storie dal fascino perverso, ha un potere catartico, solo dopo averle scritte, capisce cosa la tormenta mentalmente. Così la loro trasformazione, in una forma artistica, diventa una specie di catarsi antidepressiva.

Il filo rosso della sua poetica, è la consapevolezza, che abbiamo tutti pensieri strani. Invece che sopprimerli, bisognerebbe farli uscire, liberandoci dal senso di vergogna, generato da questi.

Il cinema di Emerald Fennell, fa perdere ogni bussola morale, perché svela senza limiti, i lati umani più bui. Questi ultimi, riusciamo a tenerli a bada, perché rappresentano semplicemente una valvola di sfogo.

L’universo che lei “rappresenta”, non vuole conquistare e piacere a tutti. Ha come obiettivo quello di provocare, togliere ogni certezza, destabilizzare lo spettatore. Ma ha anche, la capacità di far ridere davanti ad una scena scioccante.

La voce della cineasta inglese, è unica e necessaria nel cinema contemporaneo e, sicuramente, autrici come lei, sono fondamentali per raccontare la complessa realtà dell’oggi.

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