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‘Nuove professioni per nuovi scenari’ è il futuro dell’audiovisivo

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Le nuove professioni dell’audiovisivo si raccontano in un convegno organizzato dalla Roma Lazio Film Commission facendo il punto su un settore in grande crescita con importanti opportunità di lavoro, alla ricerca di regolamentazione e con una grande richiesta di formazione professionale.

“Nuove Professioni Per Nuovi Scenari” è il nome dell’incontro dello scorso 11 dicembre a Palazzo Poli, un edificio storico del centro di Roma famoso perché, su uno dei sui lati, poggia il monumento simbolo della città: la fontana di Trevi che, vista da questa inedita angolazione, è ancora più suggestiva.

Un momento di confronto

Il panel è stato un momento di confronto costruttivo tra importanti professionisti del settore con attenzione alla formazione, all’inclusione e alla crescente richiesta di nuove figure professionali, legate alla creatività digitale e alle tematiche sociali emergenti.

Maria Giuseppina Troccoli, Commissario Straordinario di Roma Lazio Film Commission ha introdotto i lavori presentando gli ospiti.

“Un panel di esperti di grande livello ci ha mostrato – ha detto – una panoramica sulle evoluzioni in corso e sulle prospettive professionali e formative che la Film Commission vuole intercettare, per offrire concreti spunti di approfondimento alle società del settore audiovisivo, evidenziando le istanze di rinnovamento, in particolare nel settore della formazione.”

Moderatore dei vari ospiti è stato il critico letterario, scrittore e conduttore televisivo Arnaldo Colasanti, che ha presentato gli undci relatori. Tra questi anche nuove figure che si stanno affacciando sul panorama audiovisivo.

Carla Bernardin, Green Manager di Freemantle è stata la prima ad intervenire:

“Ogni green Manager crede fermamente che la crisi climatica che noi stiamo vivendo in parte è causata dalle attività umane e tutti noi possiamo fare qualcosa.

Il green manager è la persona incaricata dalla produzione e riconosciuta dalla troupe che deve indirizzare le scelte e i comportamenti in un modo sostenibile. I film, in generale le produzioni, sono come dei microcosmi dove si svolgono tutte le attività che noi svolgiamo quotidianamente, che vanno dall’energia ai trasporti, gli acquisti di materiali il cibo, gli smaltimenti…

Già nella vita attuale, anche se è frenetica, il ritmo che noi abbiamo è meno frenetico rispetto a quello che si vive sul set e questo può essere una criticità perché le attenzioni e gli atteggiamenti meritori non fanno ancora parte  mediamente di noi; quindi è una cosa su cui lavorare dal punto di vista culturale.

Il green manager segue e fa seguire, alla produzione e ai reparti, le buone pratiche che sono stabilite da protocolli green e ne esistono svariate sia a livello nazionale che internazionale.

Green Film e Albert

A livello nazionale abbiamo Green Film della Trentino Film Commission, Eco Movie, Zen 2030, Edison Green. Nessuno ancora riconosciuto a livello nazionale.

A livello internazionale esiste Albert, che è quello che adottiamo noi alla Freemantle perché inglese ed è legato alle majors come Neflix, Sky o BBC. Oppure la francese Ecoprod o l’americana EMA Green Seal.

In linea di massima le buone pratiche sono sono uguali per tutti e si differenziano tra energia, trasporti, acquisti materiali, cibo.

Energia

Per l’energia, si cerca di avere un allaccio temporaneo del set invece di utilizzare i gruppi elettrogeni che sono diesel, anche se iniziano ad essercene di ibridi. L’allaccio temporaneo resta la scelta privilegiata, ma dipende dalla realtà nella quale si opera, perché non è sempre attuabile per i tempi che sono lunghissimi. Per un allaccio temporaneo occorre tempo e il cinema va di corsa; quindi non è sempre facile averlo. Volendo seguire il protocollo, Albert per esempio, esiste l’obbligo di usare le batterie di ricaricabili e non quelle usa e getta. Questo fa una grande differenza perché un fonico può utilizzare 3000 batterie produzione. Invece con 80 batterie ricaricabili si assolve allo stesso compito  anche con un risparmio economico.

Trasporti

Per i trasporti si predilige il noleggio di auto elettriche che non sono facili da avere per gli affitti a breve termine. In alternativa alle auto elettriche, si richiedono quantomeno auto ibride o comunque con classi energetiche performanti, tipo Euro 6. Si prediligono i viaggi in treno anziché in aereo. Per Albert non sono ammessi viaggi nazionali in aereo se non sono debitamente motivati. Queste regole più o meno valgono un po’ per tutti gli enti certificatori.

Materiali

I materiali devono essere certificati. Ma cosa vuol dire materiale certificato? Anche se ci sono numerose certificazioni, quella che viene generalmente riconosciuta per tutti i materiali e servizi è Ecolabel. In tutti i casi la scelta dei materiali non è semplice, perché i fornitori ancora non sanno neanche bene di che cosa si parla. Anche se sono  sensibili al tema, questo mondo è tutto in divenire.

Cibo

Ho seguito e certificato un film cercando di inserire una giornata vegetariana a settimana. Grazie a questo abbiamo avuto un risparmio importante.  Su 3500 cestini ordinati circa 2000 erano vegetariani e grazie a questo abbiamo abbattuto le emissioni di circa 14 tonnellate rispetto a quello che sarebbe stato prodotto se i pasti fossero stati a base di manzo. Un’altra buona pratica è quella della plastica che non si può utilizzare. La plastica usa getta è vietata sul set. Se il packaging del cestini fosse in plastica, avendo questo numero enorme di cibo, fornirebbe uno scarto di cinque/seicento chili di plastica, che riusciamo ad evitare.

Smaltimento

Gli smaltimenti sono ovviamente un tema importante, non tanto per quanto riguarda il calcolo delle emissioni ma anche per motivi civici. Io cerco sempre di far avere un un contratto con società private, perché sono le uniche che riescono a darmi dei formulari dove sono indicate sia quantità che destinazione d’uso finale al riciclo;  dove vanno a finire i rifiuti. Cosa che invece le società municipali non sono tenute a dare; quindi mi troverei un po’ in difficoltà  nella quantificazione.

Ho iniziato a occuparmi di Green sul film Siccità che è stato il primo film italiano ad avere certificazione Albert. Anche perché Freemantle, essendo inglese, è legata ad Albert e quindi, dopo aver attuato le buone pratiche, per avere questa certificazione abbiamo anche utilizzato il calcolatore che Albert. Albert mette a disposizione sul suo portale il calcolatore 2di CO2, dove noi inseriamo tutti i dati dei consumi del film.

É un  lavoro molto impegnativo nel quale i dati ci vengono forniti ovviamente dalla produzione stessa e dall’ amministrazione. Talvolta dai reparti, oppure, avendo accesso al programma di amministrazione dove passano tutti i pagamenti di tutto quello che si compra. Ovviamente avendo il dato delle emissioni io posso trovare tutto e quindi è difficile che mi scappi qualcosa. Più si hanno informazioni e più si è dettagliati nella rendicontazione dei consumi e più il calcolo delle emissioni risulta veritiero. Ed è ciò che interessa anche per capire dove si può intervenire per abbattere queste emissioni. In ultima analisi possiamo dire che quello del Green manager è un lavoro a tutto tondo.

I crediti

Un’altra cosa che mi preme sottolineare è quella della compensazione. Ovvero, una volta che si sono attuate le buone pratiche, una volta che si sono calcolate le emissioni, si acquistano dei crediti di carbonio, cioè il mercato volontario dell’acquisto di carbonio che praticamente compensa le emissioni che noi abbiamo procurato.

Acquistando questi crediti, che sono ovviamente certificati a livello internazionale riferiti a progetti ad ampia scala, si cerca di lasciare qualche cosa, oltre al film, per lasciare un segno positivo sia nell’ambiente che nella società.”

Alla fine della presentazione, il moderatore Arnaldo Colasanti ha domandato a Carla Bernardin ” Come potrebbe darvi una mano in questo sistema la Roma Lazio Film Commission ?

“I campi in cui potremmo essere aiutati sono molti e quelli che sono più dannosi per l’ambiente sono quelli legati all’energia. A Roma ho dei campi base dove metto i vari camion del set; dal trucco ai costumi etc. Se avessi la possibilità di un allaccio, non userei i generatori diesel e questo sarebbe un grande passo”

 

 

 

 

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