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Mubi Film

I 10 migliori film in esclusiva Mubi del 2023

L'utilizzo del mezzo cinematografico, sempre aperto alla sperimentazione, e la capacità di mettere in scena tematiche contemporaneamente sono i punti di forza dei film originali della piattaforma

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Nel corso degli anni, MUBI risulta in continua espansione, in particolar modo nella distribuzione di film originali. Nel 2023, ha offerto un numero di titoli distribuiti dalla piattaforma o in esclusiva, di gran lunga superiore rispetto agli anni precedenti.

L’originalità nell’utilizzo del mezzo cinematografico, sempre aperto alla sperimentazione, e la capacità di mettere in scena tematiche contemporaneamente attuali e universali in maniera decisamente efficace, è il fiore all’occhiello di quest’anno.

Aftersun

Regia di Charlotte Wells, con Paul Mescal, Frankie Corio e Celia Rowlson-Hall.

Sinossi

Aftersun si presenta come il racconto di un’estate. Il trent’enne Calum trascorre le vacanze in un resort turco con la figlia Sophie, di undici anni. La permanenza procede in modo apparentemente tranquillo. Sophie, oltre a trascorrere tempo con il padre, conosce ragazzi più grandi e un bambino della sua età. Tuttavia, al di sotto dell’apparente spensieratezza, Calum sembra essere distaccato e mostra segni di depressione. La vacanza appare come un motivo per fuggire dai problemi della sua quotidianità.

Commento

Aftersun, lungometraggio d’esordio della regista Charlotte Wells, è stato presentato in occasione del 75° festival di Cannes e, successivamente, ha vinto numerosi premi, tra cui tra cui Miglior esordio ai BAFTA. L’opera riesce a costruire un’atmosfera sospesa, raccontando un periodo di transizione per i due protagonisti. Sophie sembra vivere gli ultimi giorni di vita da bambina, prima di arrivare ai problemi adolescenziali; Calum, al contrario, vive un periodo di pausa dalle difficoltà della vita quotidiana. L’apparente felicità sembra preludere alla tragedia. A ciò contribuiscono i momenti in cui vengono rese le debolezze del padre.

La struttura del film è costruita su tre livelli narrativi: il racconto delle vacanze; le sequenze in cui vengono mostrati i video girati da Sophie, che suscitano una sensazione malinconica e danno spazio al punto di vista della bambina; le scene della vita di Sophie da adulta, con una moglie e un figlio, che contribuiscono a evidenziare l’assenza del padre.

La forza narrativa di Aftersun è da ricercarsi nella capacità di Charlotte Wells di far convivere in scena due punti di vista differenti e rende palpabile la sensazione di sospensione per tutta la durata del film. La sensazione che i desideri dei protagonisti coincidano con quelli dello spettatore è ciò che rende Aftersun una delle migliori opere cinematografiche dell’anno, consigliata a chiunque abbia la possibilità di vederla.

Il film è visibile qui.

Rotting in the sun

Regia di Sebastian Silva, con Jordan Firstman, Sebastian Silva e Catalina Saavedra.

Sinossi

Rotting in the sun è una commedia nera, in cui  Sebastian Silva e Jordan Firstman interpretano loro stessi. Come in un mockumentary, il film si apre con il regista che, vittima di depressione e dipendente da ketamina, affronta pensieri suicidi. Gli viene consigliato di rilassarsi, passando un periodo in una spiaggia nudista gay. Qui incontra l’artista ed influencer Jordan Firstman, che gli propone di collaborare a un progetto.

Commento

Il film di Sebastian Silva è crudo, esplicito e anarchico. Esempio perfetto dell’utilizzo del metacinema. Mette in scena una versione iperbolica di sé stesso. L’autore affronta una sfida non indifferente, quella della ricerca di una rappresentazione che sia al contempo sincera, accattivante e significativa per lo spettatore.

Rotting in the sun rappresenta il caos della vita, che non risparmia nessuno dei personaggi, rendendoli tutti possibili vittime. Questo grazie a una narrazione non convenzionale, nella quale tutto può succedere, a prescindere dalle aspettative del pubblico. Se il film inizia con un tono quasi documentaristico, presto un evento improvviso stravolge la struttura costruita fino a quel momento, iniziando la narrazione di qualcosa di profondamente differente.

Il black humor, che sfocia spesso nel grottesco, fa da specchio alla realtà amara e spesso crudele che l’autore racconta. I personaggi si trovano in un costante turbinio di eventi, che li cambia profondamente nel corso della narrazione.

L’efficace sperimentazione di Sebastian Silva, così come il caos che mette in scena, non propone soluzioni alle problematiche affrontate e non fornisce un vero finale. La scelta, incredibilmente coerente, è un modo efficace per elevare ulteriormente un’opera imprescindibile per ogni amante di un cinema estremamente personale ed anticonformista.

Il film è visibile qui.

Queens of the Qing dynasty

Regia di Ashley McKenzie, con Sarah Walker, Ziyin Zheng e Wendy Wishart.

Sinossi

Queens of the Qing dynasty racconta di un’adolscente neurodiversa, Star, e del suo periodo di permanenza in ospedale dopo un tentato suicidio. Qui svilupperà un particolare rapporto con An, studente cinese in attesa di ricevere la cittadinanza canadese, che nel frattempo lavora come volontario in ospedale. Durante il ricovero di Star, il rapporto tra i due diventa profondo e sincero, quasi di dipendenza.

Commento

Dopo il suo esordio con Werewolf, Ashley McKenzie ritorna con un film profondamente differente, caratterizzato da una sperimentazione ancora maggiore. I protagonisti sono due outsider, estranei all’ambiente che li circonda. La loro natura emerge dalla particolare messa in scena, arricchita da un utilizzo della fotografia non convenzionale e dall’interazione di contenuti multimediali, come parti animate che simulano programmi televisivi o videogiochi in realtà virtuale.

La scelta stilistica è evidente nell’utilizzo di inquadrature fisse, spesso raffiguranti i primi piani dei protagonisti, isolati dall’ambiente, o dettagli su elementi particolarmente significativi, ma anche nella colonna sonora, che mescola l’elettronica alle musiche tradizionali cinesi. Tutto concorre a rendere visibili le loro emozioni più profonde.

L’atmosfera di Queens of the Qing dynasty è spesso straniante. Gli ambienti, anche in esterno, sono soffocanti e, paradossalmente, l’unica via di fuga è da ricercarsi nella sincerità dei primi piani dei due protagonisti.

Queens of the Qing dynasty riesce, con un occhio da outsider e tramite l’utilizzo di sperimentazione, a raccontare la crudezza e la dolcezza delle vite dei suoi due protagonisti, mettendo in scena un rapporto sincero e profondo, spesso indecifrabile.

Il film è visibile qui.

Vera

Regia di Tizza Covi e Rainer Frimmel, con Vera Gemma, Asia Argento e Daniel De Palma.

Sinossi

A metà tra documentario e finzione, Vera segue un periodo della vita di Vera Gemma, figlia di Giuliano Gemma, che, dopo una vita ricca con i soldi della famiglia, si trova ora in condizioni economiche più modeste. Il ritratto della donna è delineato attraverso i suoi incontri e, in particolare, alla parte di finzione, nella quale, dopo un’incidente d’auto, si troverà a conoscere Daniel e suo figlio, due abitanti della periferia romana che cercherà di aiutare, anche economicamente.

Commento

La natura sperimentale di Vera permette una profonda analisi del personaggio di Vera Gemma, figura che a prima vista può sembrare quasi paradossale e contraddittoria.

Dal rapporto con il padre, a Daniel e suo figlio. Tutto raccontato con un linguaggio documentaristico, anche le vicende di finzione. Il risultato è un’analisi dettagliata degli avvenimenti e dei suoi personaggi.

Speranzoso e pessimista, Vera delinea i tratti della protagonista e la sua ricerca di una nuova vita, mettendo in luce una condizione reale e universale. Tutto in maniera efficace ed a tratti toccante.

Il film è visibile qui.

Un bel mattino

Regia di Mia Hansen-Løve, con Lea Seydoux, Melvil Poupaud e Pascal Greggory.

Sinossi

Un bel mattino racconta di un periodo della vita di Sandra, che vive da sola con la figlia, una bambina di otto anni. Il padre, ex professore, è vittima di una malattia neurodegenerativa in continuo peggioramento, e la protagonista si troverà, improvvisamente, alla ricerca di una sistemazione adatta a lui. Nel frattempo, inizierà una relazione romantica con un vecchio amico, Clemént, ormai sposato e con un figlio.

Commento

Il film di Mia Hansen-Løve analizza l’incontro e la possibilità di convivenza tra generazioni differenti. I personaggi di Un bel mattino vengono descritti nei loro rapporti, che ne delineano i tratti principali. Alla piena riuscita di ciò contribuiscono le eccellenti performance attoriali, in particolare quella di Lea Seydoux.

La fotografia luminosa e colorata, che dà un senso di spensieratezza, nasconde dei forti contrasti. Nel film convivono senilità e giovinezza, amore e morte, concetti discordanti che sembrano tormentare la protagonista.

In conclusione, Un bel mattino è un efficace racconto delle dinamiche che si sviluppano tra generazioni differenti. È un’opera sincera, che non nasconde la natura contraddittoria dei suoi personaggi, ma non dimentica di mettere in evidenza il forte legame che li tiene insieme.

Il film è visibile qui.

Medusa deluxe

Regia di Thomas Hardiman, con Anita-Joy Uwajeh, Clare Perkins e Darrel D’Silva.

Sinossi

Durante una stravagante gara di parrucchieri, viene scoperto un cadavere, a cui è stato fatto lo scalpo. Mentre la polizia indaga per trovare il colpevole, i concorrenti iniziano a dubitare l’uno dell’altro.

Commento

Film d’esordio di Thomas Hardiman, Medusa deluxe è un murder mistery, girato in un unico piano sequenza. Ciò che risulta principalmente riuscito è l’aspetto tecnico dell’opera. Per tutta la sua durata, la camera a mano riesce, in maniera egregia, a inquadrare le situazioni raffigurate.

La regia è dinamica. Cattura lo spettatore nella spirale di eventi raccontati in maniera più che efficace. La fotografia scura, tendente all’ocra, genera un piacevole contrasto con i costumi e, in particolare, con le eccentriche capigliature delle modelle, che alludono alla natura di coloro che le hanno realizzate.

Degno di nota è il sound design, che riesce ad aggiungere significato alle immagini in maniera piacevole ed efficiente, in particolare tramite una colonna sonora che sfrutta pienamente le possibilità della stereofonia.

Il film è visibile qui.

Winter boy – Le Lycéen

Regia di Christophe Honoré, con Paul Kircher, Vincent Lacoste e Juliette Binoche.

Sinossi

Lucas è un diciassettenne francese che frequenta un liceo lontano da casa. Quando riceve la notizia della morte del padre, per un incidente d’auto che potrebbe essere di natura suicida, torna a casa. Qui si ritrova a confrontarsi con il dolore della famiglia, in particolare con quello della madre, Isabelle, e del fratello maggiore, Quentin. Dopo la perdita, Lucas si ritrova confuso. Decide di andare a vivere per un periodo a Parigi con Quentin e con il suo coinquilino Lilio, con il quale legherà presto.

Commento

Winter boy si presenta come un lungo flashback, narrato dal protagonista come una confessione ad un interlocutore imprecisato, forse coincidente con lo spettatore. È un racconto estremamente personale, che analizza la vita di Lucas, delineandone la crescita attraverso la rappresentazione degli errori.

Per tutta la durata del film, l’atmosfera è triste e melanconica, resa anche attraverso la fredda fotografia, con cui lo spettatore imparerà a convivere proprio come il protagonista.

Le esperienze di Lucas, amorose o traumatiche, sono mostrate senza filtri e, insieme alla sua confessione, che fa da voce narrante, contribuiscono ad entrare nella sua intimità, mostrandoci la genesi di un nuovo modo di approcciarsi alle relazioni ed alle difficoltà della sua nuova vita.

Il film è visibile qui.

Passages

Regia di Ira Sachs, con Franz Rogowski, Ben Whishaw e Adele Exarchopoulos.

Sinossi

Tomas e Martin sono una coppia sposata. Il primo, un regista, il secondo un tipografo. La loro relazione sembra non soddisfarli più pienamente. Inizieranno quindi a frequentare altre persone: Tomas conoscerà Agathe, un’insegnante con cui andrà a vivere, e Martin. lo scrittore Ahmad. Il rapporto tra i due, tuttavia, non si spezzerà così facilmente.

Commento

Ciò che caratterizza Passages è il suo modo anticonvenzionale di raccontare le relazioni amorose tra i suoi personaggi. Il film ha, contemporaneamente, un tono quasi melodrammatico e uno amaro ed estremamente realista.

L’opera effettua un processo di decostruzione e analisi della relazione romantica tradizionalmente intesa, sottolineando, contemporaneamente, la forza e la debolezza dei legami e mettendo a tema la possibilità di una poligamia. I personaggi sembrano non sapere quello che vogliono veramente, e l’autore decide di non dare mai risposte precise sulle loro necessità e, più in generale, sulle questioni generate dalla messa in scena.

Passages riesce a descrivere in maniera nuova ed efficace le relazioni tra i suoi personaggi, entrando nella loro intimità e generando situazioni spesso amare che vanno contro le aspettative del pubblico.

Il film è visibile qui.

Ritorno a Seoul

Regia di Devy Chou, con Ji-Min Park, Oh Kwang-Rok e Cho-Woo Choi.

Sinossi

Freddie, ragazza adottata da una famiglia francese, decide di recarsi in Corea del Sud, in particolare a Seul, alla ricerca dei suoi genitori biologici. Qui incontra Tena e alcuni suoi amici, che la aiuteranno a contattare il centro di adozioni, per metterla in contatto con i parenti. Risponderà solo il padre, ormai divorziato dalla madre, che la inviterà nella sua modesta casa a Gunsan.

Commento

Ritorno a Seoul è il racconto della ricerca di sè stessi. Il procedere della ricerca che la protagonista sta seguendo, viene raccontato in capitoli, che mostrano i diversi stadi della sua spedizione, ognuno distante qualche anno dal precedente e caratterizzato da un differente grado di consapevolezza dell’ambiente che la circonda.

Tema importante è quello dell’incomunicabilità. La narrazione è tutt’altro che romantica. Si focalizza infatti sugli errori e sulle debolezze dei suoi personaggi e sulla loro incapacità di agire. Il racconto della ricerca di Ritorno a Seoul delinea un ritratto amaro. Il suo unico difetto è forse il ritmo della narrazione, in particolare nella seconda metà del film.

Il film è visibile qui.

Strange way of life

Regia di Pedro Almodovar, con Ethan Hawke, Pedro Pascal e Manu Rios.

Sinossi

Il cowboy Silva, dopo un lungo viaggio, arriva nella cittadina in cui Jake, un suo amante di 25 anni prima, è sceriffo. Nel frattempo il secondo sta indagando sull’omicidio di sua cognata. Uno dei principali sospettati è proprio il figlio di Silva. Tra i due si riaccende la passione; tuttavia Jake non sembra fidarsi del tutto.

Commento

Presentato al 76° Festival di Cannes, Strange way of life è l’interpretazione di Pedro Almodovar del genere western. Mantenendo gli elementi classici del genere, l’autore ne rivoluziona l’estetica. A questo contribuisce, in particolare, la fotografia, che spesso abbandona il realismo a favore di un’interpretazione colorata delle classiche ambientazioni del genere. Risaltano anche i costumi, ricchi di colore ma coerenti con l’atmosfera, che contribuiscono ad evidenziare le personalità dei due personaggi. Il risultato è ben lontano dai canoni tradizionali. Non sembra di assistere ad un western, ma, piuttosto, a una sua ricostruzione fittizia: un teatro nel quale, attraverso l’interpretazione di un ruolo, i suoi personaggi possono esprimersi veramente.

Strange way of life è quindi un’opera dall’ampio potenziale, il cui principale difetto sta nella sua natura da mediometraggio. Interessante è la dinamica che si sviluppa nel finale, che ribalta le forze in gioco costruite in precedenza. Tuttavia, sembra non essere esplorata a sufficienza.

In conclusione, l’opera di Almodovar costituisce un’interessante interpretazione del genere, sia dal punto di vista estetico, sia per quanto riguarda la scrittura dei suoi personaggi.

Il film è visibile qui.

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