Arriva al cinema Viaggio in Giappone ‘ il film con Isabelle Huppert, Sidonie au Japon. Diretto da Élise Girard e scritto a tre mani assieme a Maud Ameline e Sophie Fillières, l’opera è il risultato di una co-produzione tra Lupa Film, Fourier Films e Box Productions. Nel cast, oltre alla Huppert, August Diehl e Tsuyoshi Ihara.
Il trailer – Sidonie au Japon
Fantasmi in Giappone
La scrittrice interpretata dalla Huppert, Sidonie, intraprende un viaggio in Giappone con un misto di noia, malinconia e il classico viaggio per lasciarsi il passato alle spalle. Quello che non sa è che la spiritualità in Giappone non è solo una forte credenza, ma una concreta speranza. Il luogo dove i fantasmi prendono vita e perseguitano, o come nel caso della protagonista di Sidonie au Japon, accompagnano i propri cari che hanno lasciato. Il riferimento che la regista Élise Girard usa, con tratti abbastanza espliciti, è Lost in Traslation di Sofia Coppola. Perché la Huppert, a parte il dolore del lutto del marito che si porta dietro, ha tutto del Bob Harris di Bill Murray. Entrambi sono due star al limite, persi in un paese che non conoscono, con difficoltà ad abituarsi alla lingua e ai modi del Giappone, e con precisione di Kyoto.
Non possono sfuggire similitudini troppo vicine per non essere delle citazioni ( la gag dell’inchino, la faticosa intervista con i corrispondenti giapponesi). Nonostante questo mondo similare in cui fin da subito la Élise Girard ci fa immergere, Sidonie au Japonsi dimostra un’opera minimalista e sofistica in grado di reggersi molto bene sulle sue sole gambe. Il personaggio della Huppert con il fantasma di suo marito, e il suo accompagnatore turistico/editore Kenzo Mizoguchi, intraprende un tour nei ricordi e nel dolore. Il film si insinua attraverso Sidonie e i due uomini nelle ferite del cuore a cui l’essere umano è legato tramite il fato verso cui nulla può. Difatti il marito di Sidonie è bloccato nel mondo dei vivi proprio per questo blocco, il non andare avanti in perpetuo che il personaggio della Huppert si è autoimposto. Cercando di continuare a soffrire per non dimenticare.
Il viaggio mistico di Sidonie
In questa storia dolcemente minimalista impressiona il livello estetico simbolico della Girard, aiutata dal sontuoso lavoro del d.o.p del film Céline Bozon. Sidonie si muove, con i suoi eleganti tailleur andando in giro per i pittoreschi quartieri giapponesi, come una musa della Nouvelle Vague in cerca di un punto di arrivo. La regista istaura tra noi e il film fin da subito un sofisticato lavoro di placetelling su Kyoto. Che è di sottrazione, ma visceralmente intimista. Sidonie si aggira, nel suo tour mistico, come quei potenti affreschi in procinto di essere firmati. Si capisce in ciò la scelta registica di Élise Girard per le angolazioni nascoste ed emotive. Quasi celate nel senso di essere scoperte passo dopo passo che la Huppert si avvicina al suo vero scopo. Dimenticare il dolore del marito.
Un racconto intimista e sofisticato
Un obbiettivo non facile per Sidonie. Visto anche come il suo defunto coniuge decide di perseguitala e farsi perseguitare da un dolore che non smette di abbandonare il personaggio della Huppert. Sidonie au Japon pian piano finisce per incasellarsi in un romanzo di enfasi poetica, dove i silenzi con Kenzo e le parentesi comiche della borsa e quelle drammatiche dei comuni spettri con quest’ultimo, finiscono per “riconoscere tutto mentre funziona diversamente”. Sidonie au Japon si prende il suo tempo, come tutte le narrazioni poetiche fanno.
Il film indubbiamente subisce delle fasi di lentezza dovute a come la Girard, assieme a Maud Ameline e Sophie Fillières, decide di strutturare l’opera. Una tragicommedia a tratti nella città dei templi e degli spiriti, in cui il ricordo delle bombe su Hiroshima si aggiunge alla natura meditativa del film. Non sfugge la scelta dello straniamento di Sidonie au Japon legata ad una preciso indirizzo scenico. Il viaggio in macchina che fanno i protagonisti, Sidonie e l’editore Kenzo, è quasi tutto fatto in green screen. Un fattore che nella scelta ondulatoria della ripresa evidenza l’obiettivo del non luogo mistico in cui Sidonie è immersa.
Le immagini in movimento
Ed è nella dinamiche emotivo-sessuale che vi è l’elemento più innovativo della Girard. L’amicizia particolare tra la scrittrice e il buffo editore si trasforma in un’intimità, che seppur passeggerà, butta fuori il dolore per dar spazio a momentanei istanti di felicità. L’amore di una notte viene vissuto attraverso le fotografie di scena che vengono accompagnate dal corpo seminudo dei due amanti e dalla loro voce. Tale risoluzione, esteticamente performante, sviluppa bene l’uso del ricordo del fantasma del marito. La cui funzione più che di ostacolo è di aiuto; il marito di fatti funge da archetipo del mentore invitando Sidonie a superare i suoi numerosi demoni, compreso il coniuge stesso.
Viaggio in Giappone finisce per fidarsi, attraverso le parole e i silenzi, dei suoi personaggi stessi. Partendo dal dolore e dando al personaggio della Huppert l’occasione per superare il suo ostacolo più difficile. Lasciare gli spiriti nel tempio dei ricordi.
Anno: 2023
Durata: 95'
Distribuzione: Academy Two
Genere: dramedy
Nazionalita: Francia/Giappone
Regia: Élise Girard
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