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Non Ci Resta che il Crimine – la Serie: la recensione. Su Sky

Tre amici vanno nel passato per aiutare uno di loro a scoprire le sue origini: si troveranno immersi in un complotto politico e paradossi temporali

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Non Ci Resta che Il Crimine – La Serie è ideata da Massimiliano Bruno e segue la storia già impiantata nella trilogia dello stesso Bruno composta da Non Ci Resta Che Il Crimine, Ritorno al Crimine e C’Era Una Volta al Cinema.

Gli episodi sono disponibili su Sky dal 1 dicembre; la regia è di Bruno e Alessio Maria Federici, lo showrunner è sempre Bruno.

Dove eravamo rimasti?

Tre amici (Alessandro Gassman, Gianmarco Tognazzi, Marco Giallini) impegnati in un giro turistico nei luoghi che furono teatro delle infami gesta della Banda della Magliana si ritrovano, grazie all’invenzione di un loro vecchio compagno di scuola (Massimiliano Bruno) nel 1982.

Se nel primo film (2019) Bruno presentava con grande successo al pubblico la sua intuizione di questa sua sorta di Ritorno al Futuro all’amatriciana, nel secondo Ritorno al Crimine (2021) decide di giocare con la macchina del tempo e lancia i suoi improbabili protagonisti in una fuga attraverso le epoche per rintracciare al Sabrina (da “giovane” Ilenia Pastorelli, poi Loretta Goggi)

La Recensione

Non sempre conosciuto per come meriterebbe, Massimiliano Bruno è una delle penne più brillanti della commedia italiana più moderna, probabilmente -insieme a Riccardo Milani e Antonio Abanese– il vero erede della commedia all’italiana (che non va ovviamente confusa con la commedia italiana) che parte dal basso (dalla risata facile) per arrivare molto in alto (alla riflessione, anche drammatica sui costumi e sulla società).

Perché il suo è sempre stato un cinema pieno di inventiva, mai volgare, sempre arguto e fresco, e sempre capace di fotografare la sua contemporaneità ritraendola con un sorriso sardonico: Non Ci Resta Che Il Crimine cercava di mescolare il genere, sempre caro a Bruno, con una ricognizione tra il serio e il faceto di un Paese Italia che non era -più- Belpaese che contaminava con molta intelligenza la commedia e il poliziottesco, anche con un interessantissimo ricalco mai pedissequo di certa grammatica filmica.

La sua capacità primaria è sicuramente poi quella di estrarre il nucleo ribollente e magmatico della Roma “dal basso” con tutto quello che ne consegue in termini di rappresentazione, drammaturgia e caratterizzazione dei personaggi.

Non ci Resta che il Crimine – La Serie è allora Max Bruno all’ennesima potenza, come d’altronde vuole la tendenza degli ultimissimi tempi, quando i grandi autori del cinema passano alla lunga serialità televisiva e il loro respiro si allarga, prende ossigeno e rimane sempre uguale pur rinnovandosi e vestendosi di nuovo.

Dopo Sorrentino, Albanese, Verdone e Muccino, il regista di Gli Ultimi Saranno Ultimi rimescola di poco le carte dello spunto di partenza del suo film del 2019 e lancia i suoi personaggi in un’odissea temporale che decide di approfondire i temi lasciati un po’ a latere nella sua filmografia su grande schermo.

E allora il calcio, i paradossi temporali, i rapporti familiari, la ricerca identitaria, tutti temi cari al regista e tenuti insieme da una delle ossessioni di sempre del suo cinema, ovvero la politica: femminismo, rivoluzione studentesca, ambiente fricchettone, Bruno si tuffa al volo in tutto questo, dopo aver costeggiato l’argomento in tutti i suoi film (come nel gioiello Viva L’Italia su tutti). E lo tratta con piglio disincantato e cinico, come è nelle sue corde.

Certo, non tutto regge alla perfezione, ma il ritmo c’è e tiene botta anche e soprattutto grazie ad un cast perfetto e affiatato: Giallini, Tognazzi e lo stesso Max sono una conferma, e l’ultimo arrivato Gianpaolo Morelli -subentrato a Gassman nel terzo capitolo della saga- si affianca con simpatia.

E’ alla fine il modello produttivo di Massimiliano Bruno che interessa e affascina: perchè Non Ci Resta Che Il Crimine (la serie come la trilogia) rappresenta un ottimo unicum nel panorama audiovisivo contemporaneo, un genere e un gesto (un po’ come la Groenlandia di Matteo Rovere) da tenere a modello per poter rinfrescare il panorama narrativo italiano, oggi in un momento di particolare fermento.

Ecco il trailer della serie:

I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’

Non ci resta che il crimine - la serie

  • Anno: 2023
  • Durata: 1 stagione, 6 episodi
  • Distribuzione: Sky
  • Genere: commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Massimiliano Bruno, Alessio Maria Federici

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