Incontrare Marino Guarnieri al 41° Torino Film Festival è davvero un privilegio. La sua sensibilità e profondità d’animo di autore completo è davvero un dono raro. La sua arte non si limita alla sola regia. Infatti il suo curriculum parla chiaro (approfondisci qui) così come il suo vivere in prima linea per l’animazione al fianco di ASIFA Italia già dal 2017.
il regista Marino Guarnieri
Torino è la mia seconda città.
Lo incontro in tarda mattinata in via Bonafous, una delle vie più antiche della città. Era la contrada «Dal Salera»: così era popolarmente denominata la contrada del Corso (oggi via Bonafous). Il nome derivava da un magazzino del sale. Nel 1876 parte del magazzino era stato destinata temporaneamente al culto israelitico.
Insieme percorriamo prima piazza Vittorio Veneto, la piazza porticata più grande d’Europa. Per poi risalire per via Po e dopo un piacevole pranzo dirigerci verso la Cavallerizza Reale al civico di via Verdi 9, dove da una parte si trova il Media Center del Festival (dove faremo una bellissima intervista) e dall’altro il retro dei Teatro Regio che Marino mi svela conoscere bene perché, come me e tanti coetanei, lo frequentava negli anni ’90.
Il suo viaggio da giovane partiva da Napoli con destinazione Torino, perché era il luogo di “scorribande” in una delle tre capitali del rap italiano oltre la Milano e Bologna.
Torino però è anche sede di Asifa Italia dove Marino è stato Presidente fino a pochi giorni fa. Lì ha potuto crescere e confrontarsi con autori come Bozzetto, Bendazzi, Bastianich, Laganà e altri personaggi mitologici dell’animazione italiana. L’archivio non a caso è il Museo del Cinema di Torino.
Il Torino Film Festival e i festival di cinema servono a legittimare che l’animazione è vero cinema!
Gli incontri con la città sabauda non sono rari perché qui ha sede Cartoon Network, il Centro di Produzione della Rai, oltre ad esssere snodo delle migliori case di produzione e animazione italiane.
Napoli e Torino si assomigliano e non è un caso che con Mad Entertainment, grande bottega di artigianalità dell’audiovisivo napoletano, abbia scelto il Torino Film Festival per l’anteprima di questo prezioso cortometraggio. Marino mi confida che è stata una scelta “semplice”, non dettata da uno specifico target ma con l’obiettivo di raccontare storie a un pubblico più ampio possibile. Così come è successo insieme ad Alessandro Rak per l’Arte della Felicità del 2013 e per il premiatissimo Gatta Cenerentola del 2017, il cui successo ha raggiunto non solo un pubblico più adulto ma anche i giovanissimi.
“L’importanza di raccontare l’emotività del film è tutto, supera lo specifico target. Per questo la scelta di partecipare prima di tutto a festival di cinema e non a festival di cinema di animazione. Non avere categorie permette di legittimare che l’animazione è vero cinema.”
Il Torino Film Festival diventa così luogo di grande cinema, cinema indipendente, orgoglio di grande qualità.
La genesi e la firma di “Due Battiti”
Tutto nasce dall’idea della produzione che Marino Guarnieri firmasse un ‘opera totalmente sua. Il punto di partenza di questa storia doveva avere un suo unicum che per lui, narrativamente parlando, è rappresentato dal diventare padre. Ma in questo caso Due battiti era la ricerca del femminile, l’attimo esatto in cui una donna smette di essere solo “figlia” e si rende conto di essere “madre”.
“Non avevo risposte certe su come vive una donna questo passaggio esistenziale e di crescita. Ho cominciato a fare ricerca, a fare domande alle persone. Pensavo ai miei genitori che mi hanno messo al mondo, ho fatto domande a mia madre, alle donne della mia famiglia. A questo punto sono partito dal concetto di creazione biologica. Non dal punto di vista femminile ma dal punto di vista di creazione artistica’. La lezione è quella di far camminare da sola quest’opera nel mondo”. Una sorta di parto artistico”.
Amo incondizionatamente l’universo femminile
Marino su questa cosa è super sincero, in più ci racconta un segreto: “Cerco sempre di parlare di donne nelle mie storie, di esplorare il loro punto di vista, le loro emotività, i sentimenti e le storie. Sono la miccia che mi ha fatto innamorare del progetto e una costante della mia vita”.
Ci sono novità rispetto al character design di “Due Battiti”?
“Il progetto inizia visivamente da dove Gatta Cenerentola ha finito”. Un grande aiuto in fase di concept è arrivato dalla mano artistica tutta al femminile di Giulia Vincitorio.
“L’estetica di Due Battiti è qualcosa che mi appartiene in modo molto profondo ma anche che riconosco non mio”. Marino ci tiene a sottolineare: “Insomma questo corto lo sento mio, ma grazie a Giulia va oltre me.”
Il presente e futuro dell’animazione italiana
Chiedo a Marino cosa ne pensa di due capolavori visivi prodotti da Sony con protagonista lo Spiderman di Miles Morales e di come l’animazione può competere rispetto alla tecnica d’oltreoceano che oggi è in grado di andare “oltre” la concezione classica relegata al semplice assemblaggio di fotogrammi e ibridando il 2d con il 3d, mescolando vari linguaggi visivi dalla street art alla pittura.
Marino Guarnieri in produzione.
Con un sorriso mi spiega che ancora oggi competere con un mercato industriale che sviluppa direttamente i propri software di animazione e con risorse economiche lontane dai nostri budget è difficile, per non dire impossibile.
Ma anche che l’Italia ha le sue risorse e un grande talento, quello di saper raccontare le proprie storie. “Basta fare un passo alla volta, così come ha fatto Mad Entertainment che, investendo sulle sue storie, è “diventato un’affare internazionale”.
Recentemente tutte le pipeline dei colossi di animazione, ci dice, si assomigliano molto. Basta vedere Skydance Animation che sfida le produzioni del colosso Disney prima su Apple+ e ora con Netflix solo per questioni di business. Inevitabilmente dovremo convivere con le due anime: produzioni industriali e indipendenti.
Quali sono i tuoi talenti preferiti e da dove arrivano le migliori animazioni italiane?
“Senza dubbio vi consiglio di guardare i capo-lavori di Donato Sansone e Simone Massi che rappresentano un unicum nel nostro paese, totalmente creativi e riconosciuti a livello internazionale”.
“Mentre le migliori produzioni che troviamo nei festival sono quelle della categoria dei cosiddetti ‘film di diploma’, perché gli autori usciti dall’accademia possono sfogarsi creativamente. “Qui trovi l’originalità senza preconcetti “.
A Torino e in Piemonte avete un’eccezionale Centro Sperimentale di Cinematografia.
I mestieri dell’animazione sono intersecati l’uno con l’altro
Marino Guarnieri è Coordinatore del Corso di Cinema d’Animazione presso la Scuola Italiana di Comix, e mi racconta divertito come alcuni allievi scappano dall’accademia o dai corsi di animazione per produrre contenuti sui social con successo, consapevoli del fatto che prima o poi uno spazio vuoto sul mondo digital lo possano trovare. Mentre un’altra grande fetta dei suoi allievi rimangono e diventano autori per lavorare nelle produzioni audiovisive generaliste.
Questo perché oggi i corsi e le professioni dell’animazione s’intersecano fra di loro. C’è chi si iscrive ad un corso di animazione generalista, 2d o 3d, come regista o autore oppure per diventare character design e questo permette di creare delle grandi squadre di animazione, perché l’animazione è aggregazione.
immagine fornita da Mad Entertainment.
Due Battiti, un corto da vedere
Mentre ci alziamo e ci dirigiamo verso il cinema Romano dove sarà proiettato il cortometraggio Due Battiti, scorgo nell’espressione di Marino grande orgoglio e serenità. Si spengono le luci nella piccola sala torinese e siamo catapultati con una panoramica sulla città di Napoli che termina il suo volo entrando nella camera di Matilde. La curiosità che Marino Guarnieri infonde nel luogo della quotidianità di questa giovane ragazza, tappezzato di manifesti cinematografici, foto di artisti, quadri, pennelli sarebbe di per sé un altro film. Questa sua capacità abbraccia tutta la durata dei 18 minuti. Matilde dapprima si connette con il suo feto attraverso un viaggio di colori e arte creativa che la confondono ma che le permettono di ritrovare la sua creatività persa dopo la fine della sua storia d’amore. I dipinti che realizza in questo stato di trance emotiva rappresentano la vita, la morte e la consapevolezza che sta diventare madre. Le protagoniste del corto sono sempre al femminile e dimostrano che non sempre noi maschi siamo fondamentali. Anzi, che la realizzazione del proprio talento (come vedremo sul finale) passa da noi stessi e che l’arrivo di una nuova vita può essere solo da stimolo. E, senza dubbio, le nostre donne hanno una marcia in più.
In conclusione
Esco prima del tempo dalla sala di proiezione, giusto per vedere Due Battiti mentre il pubblico assiste agli altri corti in programmazione della rassegna Spazio Italia. Immagino che Marino si sarà girato per salutarmi un ultima volta in sala e capire a caldo le mie impressioni, ma avrà trovato al mio posto una giovane ragazza mora che non aveva trovato posto nella sala gremita anzi sold out da giorni. Ma, tornando su via Po per raggiungere le altre proiezioni da recensire al Torino Film Festival, ho pensato allo splendido pomeriggio passato con una persona che come me pensa che la creatività, l’arte, le idee e la cultura italiana siano il vero motore di questo Paese e rendano i festival di cinema momenti unici da ricordare.
Due Battiti emoziona, incuriosisce e fa venir voglia di scoprire altre pieghe della vita di Matilde e del suo essere madre.
Scopri lil trailer di Due Battiti sul portale di Rai Cultura
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