La vita politica italiana, istrionica e volubile, vista a ridosso delle elezioni del 2001, da un pensionato sardo. Il documentario, ben girato, dai ritmi veloci e personaggi divertenti, tenta, senza evidenti prese di posizione, di rendere appieno la confusione ed il disorientamento di un cittadino italiano, chiamato alle urne a votare qualcuno che probabilmente non lo rappresenterà mai.
Il protagonista, ex partigiano e vecchio militante della sinistra, la sinistra quella vera (come la chiama lui), soffocato da una stampa tendenziosa, accerchiato da una campagna elettorale veloce, mediatica ed intrusiva, tenterà in quell’aprile del 2001 di difendere, dal subdolo trasformismo politico italiano, i suoi vecchi ideali politici. A malincuore, in preda alla rassegnazione, vedrà il mondo, da lui conosciuto, crollare sotto la spallata dell’imprenditore politico improvvisato, che, al suo seguito, continua a macinare consensi.
Molte delle persone intorno a lui, ammaliate dalla personalità dell’uomo self-made per eccellenza, disilluse da anni di sinistra strisciante e centrista, sembrano voler dare una possibilità al cambiamento che il nuovo polo sembra promettere. Ma, citando un passo del film: la destra e la sinistra non esistono, decidono loro cos’è la destra e cos’è la sinistra. Otto anni sembrano passati invano.
Laura Novak