Guardare un’opera di Simone Massi dona sempre la sensazione di compiere un viaggio immaginifico di rara intensità, di astrarsi dal posto in cui ci troviamo e di visitare dei non luoghi che sembrano provenire direttamente da un inconscio collettivo e ancestrale. Il fluire delle immagini, sempre in costante metamorfosi, prende forma dalla memoria, dalla storia del Novecento e dalla civiltà rurale, in una sinfonia visiva che affiora nell’onirico. Dopo aver esordito con un lungometraggio (Invelle), presentato al Festival di Venezia, ritroviamo Massi al 41° Torino Film Festival con un nuovo cortometraggio, Il corpo del mondo, con cui l’animatore e regista marchigiano sorprende per una totale variazione di temi e ambientazioni.
Non più i volti e le mani di personaggi legati al mondo contadino e le terre delle Marche, Il corpo del mondo ha come soggetto figure medievali e religiose, liberamente ispirate alle pitture della chiesa di San Fiorenzo, a Bastia Mondovì. Gli affreschi quattrocenteschi sono reimmaginati in un moto discendente perpetuo, mentre la voce di Fabrizio Gifuni cita alcune frasi de La composizione del mondo, di Restoro d’Arezzo.
In 4 minuti di estasi contemplativa, le figure pittoriche rivivono sullo schermo librando nelle immagini, trovando una nuova vita attraverso la consueta tecnica d’animazione di Simone Massi. Liberate dalle pareti della storia e dalla fissità materica, si offrono allo spettatore in una raffigurazione dell’anima intellettiva dell’uomo, che sorvola il tempo e lo spazio della realtà, per tentare di carpire il segreto del corpo del mondo. “La mirabile sostanza del cielo”, di cui proprio le immagini si nutrono e si compongono.