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Torino Film Festival

‘Tigru’ – prigioni e ombre nella Romania d’oggi

Nuova voce del cinema romeno. Lungometraggio d'esordio per Andrei Tanase.

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Tigru

Vite in gabbia: questo il principio su cui reggono le vite dei due personaggi al centro della pellicola Tigru di Andrei Tanase, fuori concorso al 41° Torino Film Festival e prodotta grazie al contributo di Torino Film Lab.

Da un lato la giovane Vera, veterinaria in un piccolo zoo della Transilvania, schiacciata dalla crisi indotta da un marito fedifrago e dalla morte prematura del figlio. Chiusa nel dolore del ricordo, assiste impotente al crollo del matrimonio con l’aggravante di non poter seppellire degnamente il proprio piccolo poiché non ancora battezzato. Le uniche figure con cui stabilisce un autentico contatto sono gli animali all’interno del parco. Chiusi in reticoli barbari, piegati alle volontà umane, costretti ad esistenze prive di senso.

Dall’altro la povera Rihanna, tigre imponente, ospite/ostaggio dell’orrido zoo. Che inaspettatamente (?) fugge, seminando il terrore nel circondario e assaporando, se pur per poco, il gusto della libertà.

Tigru – L’aspirazione alla libertà e il senso di sopraffazione

Vera e Rihanna rappresentano il fulcro della pellicola, sono speculari, intrappolate in una dimensione claustrofobica e al tempo stesso desiderose di conquistare nuovi spazi; gli altri soggetti non sono che di contorno rispetto al loro dramma.

A loro fanno da contrappunto presenze maschili deboli, pretestuose e talmente inutili da risultare spesso caricaturali. In primis Toma, il marito regista-attore, incapace di fingere, piagnucolone impenitente, mette in scena una rivisitazione di Pinocchio (che altro?), ed è poco credibile persino in scena. E poi, parallelamente, l’energumeno rigonfio di muscoli e il cacciatore da manuale che rappresentano la meschinità stessa del genere umano; il primo costringe la povera Rihanna a una vita domestica al pari di un peluche, il secondo conosce unicamente la legge delle armi e della morte. In ultima istanza il sacerdote, che celebra le esequie animali, ne celebra la natura nobile, e allo stesso tempo sancisce che i piccoli deceduti senza battesimo non vengano accolti in terra sacra.

Un invito alla speranza, se pur tradita

Il regista, che ha costruito la storia di Tigru basandosi su un fatto di cronaca del 2011, ha dichiarato che il percorso intrapreso da Vera la porta a comprendere che è impossibile controllare quanto ci accade e tale consapevolezza è un invito alla speranza e al perdono. Tuttavia qualcosa sfugge.

Vera cammina sola ed altera alla fine del film, apparentemente emancipata rispetto alle contingenze, ma è stato sacrificato un essere innocente; dunque, la dimensione femminile ne esce inevitabilmente ferita.

Una riflessione profonda su libertà e convenzioni, su diritti e prevaricazioni. A questo proposito, vale la pena soffermarsi sull’opportunità di sottoporre la povera tigre a determinate esigenze filmiche…

Guarda il trailer di Tigru su YouTube

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Tigru - Day of the Tiger

  • Anno: 2023
  • Durata: 80
  • Distribuzione: Totem Films
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Romania - Francia - Grecia
  • Regia: Andrei Tanase

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