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Torino Film Festival

Abbracci commossi chiudono il Torino Film Festival: ecco i premi della 41esima edizione

Tra applausi e nostalgia, il direttore Steve Della Casa saluta il 41esimo TorinoFilmFestival.

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And the winner is… Steve!

“Il grande ingannatore…, figura parassitaria e pericolosa”, lo definisce Marco Tullio Giordana in un filmato realizzato tempo fa e oggi proposto come saluto, in occasione della Conferenza stampa di chiusura e premiazione del TFF41. Di una sonora presa in giro si tratta, naturalmente, all’indirizzo del grande Steve della Casa, che chiude, con il suo consueto sorriso sornione, la sua allegria e il suo pragmatismo, gli anni del suo ritorno alla guida del Festival (40esima e 41esima edizione) che ha contribuito a creare con Gianni Rondolino, nel 1982, quando aveva il nome di Festival Cinema Giovani – poi Torino Film Festival – di cui è stato direttore anche dal 1998 al 2002.

È palpabile l’affetto per il nostro, a cui tutta la stampa in sala guarda come al vero protagonista dell’incontro, con unanime riconoscimento, affetto, nascente nostalgia. Nella bella nuova Aula Magna d’Ateneo, alla Cavallerizza Reale, ai saluti ufficiali del presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo e ai ringraziamenti a sponsor e partner da parte del direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano, seguono la proclamazione e la premiazione dei vincitori e delle vincitrici.

I premi del Concorso Internazionale Lungometraggi

Il critico francese Clément Rauger e il regista e sceneggiatore argentino Martin Rejtman, in rappresentanza della giuria del Concorso Internazionale Lungometraggi (composta anche da Lyda Patitucci, Angel Sala ed Elisabetta Sgarbi) assegnano il premio al film ucraino La palisiada, opera prima “di grande libertà registica” (recita la motivazione) di Philip Sotnychenko, già incoronato miglior film al Festival di Vilnius nel marzo di quest’anno. L’assenza del regista alla premiazione testimonia la difficoltà di spostarsi da un Paese che è ancora (anche se ce ne stiamo dimenticando) in guerra. Incetta di premi per Le ravissement/The Rapture di Iris Kaltenbäck: Premio Speciale della Giuria del Concorso Lungometraggi perché “armonicamente riuscito […], un’opera prima matura e coinvolgente”; premio per la migliore attrice a Hafsia Herzi, mai dimenticata e splendida protagonista anche di Cous Cous di Kechiche (2007), che ringrazia i presenti in sala con un video; Migliore Sceneggiatura per la Giuria della Scuola Holden (che assegna anche una menzione speciale alla sceneggiatura del delicato e stralunato Camping du lac della belga Éléonore Saintagnan).

Gli altri interpreti premiati sono l’intensa Barbara Ronchi,  che ottiene una menzione speciale come protagonista assoluta del film di Lucibello Non riattaccare (unico italiano nel Concorso Lungometraggi) e l’argentino Martin Shanly  per Arturo a los 30, di cui è anche il regista.

Migliore sceneggiatura per la Giuria principale è quella di Sébastien Laudenabch e Chiara Malta per il film animato franco/italiano Linda Veut du Poulet!, di cui Steve della Casa sottolinea il riuscito cambio di registro nel suo corso.

Impegno civile e sociale declinato al femminile

Quella dell’impegno civile e sociale declinato al femminile è, a parere di Steve della Casa, la linea che si può rintracciare in moltissimi dei film presenti al TFF41, come aveva già evidenziato in apertura di festival. E in effetti la sensibilità del Comitato di selezione sembra proprio aver intercettato questioni che sono diventate poi di stringente attualità. Tante fra queste sono elaborate nei film vincitori.

I premi collaterali

Fra i premi collaterali, il Premio Rai Cinema Channel è attribuito a Osas e le donne di Benin City di Gabriele Gravagna, che si aggiudica anche la Menzione Speciale assegnata dalla giuria di Spazio Italia – Concorso Cortometraggi italiani.

Il Premio Valdata, per il miglior film del Concorso Lungometraggi, assegnato dalla giuria dei lettori di TorinoSette, va a Mandoob/Night Courier di Ali Kalthami.

Il premio Interfedi, per il rispetto delle minoranze e per la laicità, va ad Amen di Andrea Baroni, mentre quello assegnato dal Centro Studi Sereno Regis di Torino, Premio Occhiali di Gandhi, come miglior interprete della visione gandhiana del mondo, al bosniaco Silence of Reason di Kumjana Novakova, con menzione a Sconosciuti puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo.
Premio Piemonte Factory per i cortometraggi ex aequo alla favola ecologista “dall’artigianalità volutamente naïf” Sul bric Mindino non c’è nessun pino di Lorenzo Bussone  e a Xin di Lorenzo Radin e Samuele Zucchet sull’identità ondivaga fra due culture e due lingue di una ragazzo cinese di seconda generazione; menzione speciale  “all’eleganza della messa in scena e alla precisione registica” di Litania di Francesco Pellegrino. Crazies, sezione voluta dal produttore Luciano Sovena, per cui Steve della Casa ha un ricordo commosso, al secondo anno di vita vede premiato Augure/Omen di Baloji (coproduzione tra Belgio/Congo/ Olanda/ Germania/Sud Africa) con due menzioni speciali al film giapponese Visitors – Complete Edition di Kenichi Ugana e a The Complex Forms di Fabio D’Orta. Il Premio Fipresci (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) spetta invece al coreano Birth, “una dissezione femminista del ruolo delle donne che bilanciano maternità, lavoro e creatività” ispirata a Ozu.

Concorso Documentari

Nel Concorso Documentari Internazionali si aggiudicano il premio per il Miglior Film Notre Corps/Our Body di Claire Simon e quello speciale della Giuria Clorindo Testa di Mariano Llinàs; menzione a Silence of Reason di Kumjana Novakova. Il Miglior Documentario Italiano è Giganti rosse di Riccardo Giacconi, “un viaggio sentimentale tra conflitti familiari e il difficile ricordo di una brutale violenza di gruppo nei confronti di un uomo inerme”, mentre ottiene il Premio Speciale della Giuria un’emozionatissima Claudia Brignone, presente in sala con la figlioletta, per Tempo d’attesa sui mesi che precedono il parto.

Cortometraggi italiani

I cortometraggi italiani premiati da Erica Favaro, Ilaria Feole e Luisa Porrino sono Un respiro parziale ma intero di Lorenzo Spinelli (Miglior Film per “il tocco originale e attento con cui viene raccontato l’incontro tra l’autore e Patrizia Cavalli e per il riuso creativo del materiale di repertorio […] come fosse un poema”),  Le fenne di Giulia di Maggio, un coming of age raccontato in modo visionario e simbolico, ed Even Tide di Francesco Clerici sul mondo animale e quello umano al tramonto (Premio speciale della Giuria ex aequo).

Il passato che non muore

Dopo 38 minuti netti, come ci tiene a sottolineare Steve della Casa, fiero del primato dei tempi brevi che il TFF si aggiudica fra tutti i Festival, il direttore uscente cita il successo della sezione Restauri su Sergio Citti e della Retrospettiva su John Wayne perché “piene di ragazzi” e precedute da curatissime presentazioni, ricordando anche quella, storica e impareggiabile, sulla Nouvelle Vague, curata da Roberto Turigliatto nel 1984, alla presenza di Jean Pierre Léaud.

“I festival devono essere strabici”

Ha anche parole di affettuoso encomio per Giulio Sangiorgio e Massimo Causo della Selezione, ricordando come i festival debbano essere ‘strabici’, cioè con un occhio al passato e uno al futuro, nell’impegno a far dialogare varie realtà, territoriali e non.

È con due abbracci commossi che si conclude la cerimonia: quello di Steve a Renato Zaccarelli, leggenda vivente del Toro calcio, che gli dona una maglietta del Toro n. 10 col nome STEVE, e quella dei cinefili di intere generazioni che sempre amano e ameranno il TFF.

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And the winner is... Steve!

  • Anno: 2023
  • Durata: 40'

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