E’ disponibile in sala A dire il vero distributo da Vertice 360 Distribuzione.
Scritto e diretto da Nicole Holofcener, A dire il vero ha come protagonista Julia Louis-Dreyfus, alla seconda collaborazione con Holofcener, nel ruolo della protagonista Beth. Insieme a lei, nel cast, anche Tobias Menzies, noto per il ruolo del Principe Filippo di Edimburgo in The Crown e Arian Moayed, in precedenza nelle serie Succession e Inventing Anna. A dire il vero è stato presentato in anteprima nazionale e fuori concorso alla 41° edizione del Torino Film Festival dopo uno strepitoso debutto al Sundance. Il film è distribuito da Vertice 360.
La regista Nicole Holofcener. Immagine del TFF.
L’opera raccoglie il testimone dei grandi maestri della commedia americana come Woody Allen e Nora Ephron, i quali offrono uno sguardo disincantato ed esilarante sulle situazioni quotidiane in cui ciascuno può ritrovarsi. E, soprattutto, imparando a ridere di se stessi.
Il film per tutta la sua durata gioca su un delicato equilibrio, quello della sensibilità che le persone spesso non hanno nell’urtare i sentimenti altrui. Forse è questa la chiave per essere felici? L’empatia? Il sentire meglio l’altro?
La scena iniziale, che avrà un epilogo tra i più divertenti di tutto il film, vede una coppia in analisi da Don, marito e psicologo della scrittrice Beth, che dopo vent’anni continuano ad accusarsi, punzecchiarsi, insultarsi, non guardandosi mai negli occhi e rendendo la seduta infinita e costosa. Non si ascoltano, non si sentono. Da questa nevrosi inizia una sottile linea emotiva che colpisce tutti gli attori di questo prezioso film, che risolveranno solo con dei traumi o dei passi indietro che necessariamente vanno compiuti.
A dire il vero | Un microcosmo da applicare tranquillamente alla nostra vita di tutti i giorni
Al figlio Eliot urta che la mamma non abbia ancora acquistato la marijuana legale nel negozio dove lavora e che dia per scontato che il libro che sta scrivendo sarà un successo editoriale. Alla sorella Sarah urta il fatto che la sua competenza da arredatrice non venga riconosciuta; i suoi clienti scelgono sempre gli oggetti peggiori che propone. Al cognato Mark urta non essere capito dai registi nei film dove è protagonista, forse perché, per propria ammissione, vuole essere solo famoso. Al marito Don urta scoprire che i suoi pazienti non apprezzano fino in fondo il suo lavoro da psicologo. Ed infine a Beth urta che suo marito Don abbia mentito sulla bozza del suo nuovo romanzo, che in realtà, come confessa al cognato Mark, non ha davvero apprezzato.
La regista suggerisce allo spettatore una chiara soluzione a tutte queste ferite: aprire il cuore e chiarire i propri sentimenti. I personaggi tutti, nessuno escluso, sono divertenti, credibili e di una bravura coinvolgente a tal punto di sentirli vicino con le proprie debolezze.
A dire il vero mi ha fatto uscire dalla sala del cinema Massimo più leggero, comprendendo meglio i miei limiti e la ricchezza degli altri.
Bello Bello Bello.