Dopo l’esordio folgorante a Cannes di Ilya Povolotsky, Grace approda in concorso al 41° Torino Film Festival.
Grace è stato l’unico film russo presentato al Festival di Cannes di quest’anno, inserito nel programma della “Quinzaine des Réalisateurs”, perché realizzato senza alcun finanziamento statale russo.
Ora approda al 41° Torino Film Festival e lo fa in grande stile. Con un on the road privo di fronzoli, freddo e glaciale come i protagonisti del racconto e impervio come i paesaggi lunari, decadenti. Attraversati a bordo di un minibus rosso, viaggiando da Kabardino – Balkaria nel sud, fino alle rive del Mar Bianco, nel nord-ovest.
Grace La trama
Padre e figlia si mantengono proiettando film con un cinema mobile, che allestiscono nei cortili dei villaggi o in vasti radure selvagge.
Padre e Figlia all’interno del cinema mobile – immagine tratta dal The Moscow Times
Gli abitanti isolati dell’entroterra accolgono con entusiasmo gli stranieri, guardando con attenzione il grande schermo. Mentre le immagini di Brother di Alexei Balabanov o Loyalty di Nigina Sayfullaeva scorrono davanti ai loro occhi.
Comprano birra e bibite dalla ragazzina, anche se queste transazioni non sono del tutto legali. Ancora più illeciti sono i compact disc contenenti materiale pornografico realizzati dal padre (Gela Chitava) con camionisti solitari che si avvalgono dei servizi di prostitute.
Questo mondo crudo e senza emozioni viene intervallato da piccole emozioni in immagini che la giovane figlia (Maria Lukyanova) immortala in splendidi scatti fotografici, fatti con una Polaroid digitale durante il viaggio e che sembrano darle sollievo e portarla in una dimensione di normalità e grande sensibilità.
Un’incredibile sensibilità visiva abbraccia lo spettatore
Grandiosa l’idea di Ilya Povolotsky di girare in 16mm, usando la pellicola e adattandola ai campi lunghi, alla profondità di campo e ai piani sequenza ai quali si affida quasi in totalità.
Mentre il direttore della fotografia, Nikolai Zheldovich, enfatizza questo senso di disperazione con toni verdi e grigi scuri, in modo che il regista possa creare il suo meta-mondo in cui il passato sembra non essersi ancora dissolto nel presente e il futuro è incerto.
Il film, privo di dialoghi tra il padre e la figlia, viene interrotto di tanto in tanto da piccole relazioni con altre forme di vita, ricordando allo spettatore che non sono soli. Per questo, li mette a confronto con piccole voci della sperduta periferia, come il piccolo ambulante di libri sulla statale oppure il venditore di benzina a basso costo.
La disperazione cerca di trovare uno spiraglio di normalità quando un ragazzo innamorato della figlia vuole farla scappare da questo girone infernale, ma senza profonde speranze.
Un’angoscia strisciante cresce per tutto il film intervallata da una colonna sonora dark che colpisce allo stomaco e porta lo spettatore ad aspettarsi il peggio.
La grazia di questo film sarà svelata solo nella gelida acqua del mare
Questo film ha un epilogo che svela un segreto solo alla fine del viaggio, quando tutto sembra ormai irrecuperabile: il rapporto con il padre, l’amore e la speranza per il futuro. Scopriremo inaspettatamente una gentilezza che scalderà il cuore. Ma questo vale la pena vederlo presto in in programmazione nelle sale italiane.
Grace è in concorso all’interno del Torino Film Festival.
Trailer ufficiale al seguente link di YouTube